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La prima grande sinfonia di Carlos Alcaraz! L’alieno murciano vince il Masters 1000 di Miami, batte in finale Casper Ruud, grazie al punteggio di 7-5 6-4, e mette a segno una serie clamorosa di record: l’allievo di Juan Carlos Ferrero diventa il primo spagnolo a trionfare in Florida (già, perché mai ci è riuscito Rafael Nadal) e anche il più giovane campione di Miami, superando il precedente record che, nel 2007, fu siglato da Novak Djokovic. Grazie a questo successo, Alcaraz sarà, da lunedì, ad un solo gradino dalla top ten: l’iberico diventerà numero 11 del mondo, scavalvando Jannik Sinner e portandosi a soli 29 punti dal decimo posto occupato da Cameron Norrie. Nella Race to Turin, invece, sarà addirittura secondo, dietro solo al suo idolo Rafael Nadal e 50 punti davanti a Daniil Medvedev, che ora, costretto a fermarsi per l’ernia, non potrà inseguirlo nei prossimi due mesi.
Tra i due, entrambi debuttanti a livello di finali Masters 1000, è Ruud a partire decisamente meglio: il norvegese approfitta della fallosità di Alcaraz con il dritto per prendersi subito un break di vantaggio e volare 3-0. La reazione del numero 16 del mondo arriva immediata: nel quinto game, sotto 40-0, riesce a trovare la forza per rimontare e procurarsi una chance del controbreak, in cui è una sua smorzata sul nastro a impedirgli di ricucire lo strappo e a salvare il nativo di Oslo, il quale, va detto, esprime un livello di tennis clamorosamente alto. Livello che, piano piano, raggiunge anche Alcaraz: il controbreak arriva nel settimo gioco e, dopo 37 minuti, il punteggio recita 4-4. Un primo parziale entusiasmante si decide solo al fotofinish: sul 5-5, il murciano trova una piccolissima crepa nelle certezze di Ruud e ci si infila senza neanche chiedere il permesso, piazza il break e, portatosi a servire per il set, non fallisce l’occasione e, dopo 60 minuti esatti, chiude 7-5.
L’alieno, allora, sale sulle ali dell’entusiasmo, inizia a giocare sulle nuvole e costringe Ruud a fare l’impossibile: nei primi tre game, lo spagnolo conquista due break, poi il norvegese, reticente alla sconfitta, reagisce, ruggisce e conquista un controbreak, restando aggrappato alla partita con le unghie e con i denti. Sotto 3-2, il numero 8 del mondo cerca di trovare le ultime energie del suo torneo e usufruire di un trattamento medico all’anca sinistra, dolorante sin dalla semifinale vinta con Francisco Cerundolo. Nonostante ciò, il livello di entrambi resta altissimo e il break di vantaggio, pur tra mille ribaltamenti e scambi fantastici, resiste fino alla fine. Alcaraz, dopo 1 ora e 54 minuti di battaglia senza esclusione di colpi, vince 7-5 6-4 e può lasciarsi andare: il campione del Masters 1000 di Miami è lui!
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