[the_ad id=”10725″]
[the_ad id=”445341″]
Un mai arrendevole John Isner cede con l’onore delle armi a Roger Federer: lo svizzero si impone 6-1, 6-4 in 1h e 2’ di gioco nella finale del Master 1000 di Miami e conquista il suo 28° trofeo a livello Master 1000, il numero 101 della carriera in singolare. L’americano, dopo un primo set da dimenticare, torna pienamente in partita e sembra potersi giocare l’ennesimo tie-break del proprio torneo, ma un infortunio subito nel corso di un punto sul 4-4 di fatto lo ferma, e seppur continui a giocare il suo tennis non risulterà più efficace per impensierire il fenomeno svizzero.
Avvio deciso di Federer, che strappa subito il servizio all’americano, il quale concede tre chance di break già nel primo game: sulle prime due Isner riesce a salvarsi, ma nella terza, ai vantaggi, è costretto a capitolare. Con la prima lo svizzero è una sentenza, con il 100% di punti vinta quando il primo servizio è in campo, ma la differenza è il rendimento con la seconda palla (85% alla fine del primo set), perché ogni suo inizio di scambio è una costruzione propedeutica a muovere l’avversario e chiudere il punto con estrema facilità, sia esso portato a casa con un vincente o un errore dello statunitense. Viceversa, Isner sente la pressione di un rendimento così proficuo con il servizio da parte dell’avversario e nel quinto game deve fronteggiare nuovamente due palle break: la testa di serie numero 7 del tabellone riacquista momentaneamente lucidità ed annulla entrambe le chance con due aces. Ma ai vantaggi Federer riesce a rispondere ed entrare prepotentemente nello scambio, forzando l’errore di Isner che vale un’altra palla break; stavolta però è l’americano a giocarsi male il punto, gettandosi a rete con un attacco poco profondo su cui il campione svizzero arriva in corsa con il dritto e lo infila in lungo linea, salendo 4-1 con due break di vantaggio. La prima mezz’ora di partita è di fatto una lezione vera e propria di Federer a Isner, con lo svizzero a muovere magistralmente lo scambio, americano compreso, lungo tutta la linea di fondo, con il lungo a stelle e strisce che poco può, arrivando nella maggior parte dei casi in maniera stanca o fuori tempo. È in 23’ il favorito numero 4 del torneo, dopo aver sprecato un set point sul servizio avversario, chiude un primo set a dir poco dominato e chiuso sul punteggio di 6-1.
Secondo set che si apre così come si è chiuso, con Federer a portarsi subito avanti senza problemi. Isner stavolta reagisce e prova a tenere il passo dello svizzero, che però a scambio avviato è implacabile e non regala la minima possibilità all’americano anche solo di intravedere una palla break. Prime difficoltà al servizio per Isner sul 3-2, ma lo statunitense si salva dal 15-30 e riequilibra il conto dei game. Al cambio campo però Isner è costretto a chiamare il fisioterapista per un problema alla caviglia, impuntatasi durante uno scambio e che gli ha provocato un certo fastidio negli ultimi punti. Dopo qualche minuto di massaggi e movimenti continui sull’articolazione (con Federer ad attendere in campo, per evitare di raffreddarsi), l’americano può riprendere a giocare. Sembra essere tutto passato, ma sul 30-0 Isner mette male il ginocchio sinistro e si ferma improvvisamente per il forte dolore provato: l’americano prova a restare, con tutte le sue forze nel match, ma già dalla cauta camminata verso la linea di fondo, all’uscita dal cambio campo, si capisce che il numero 9 del mondo rimane in campo solo per non ritirarsi. Riesce in qualche modo a servire (e anche qui, poiché scende sotto i 200 km/h, si evidenziano le difficoltà), ma nulla più: l’americano cerca in tutti i modi di non arrendersi, forzando ogni colpo e abbozzando anche qualche movimento che, visto il dolore al ginocchio, forse sarebbe meglio evitare, ma al secondo match è costretto a capitolare su un lungolinea di rovescio non chiamato dal giudice di linea, che però Hawk-Eye segna fuori, regalando punto, partita e torneo al campione svizzero.