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Dopo la cocente sconfitta contro il giapponese Taro Daniel in quel di Indian Wells, per Novak Djokovic arriva un’altra delusione: all’esordio nel Masters 1000 di Miami 2018 il serbo cede per 6-3 6-4 ad un buonissimo Benoit Paire. Il francese, apparso in controllo della partita dopo un iniziale equilibrio, al terzo turno se la vedrà contro Filip Krajinovic. L’unico precedente tra i due prima di oggi risaliva all’estate del 2015, quando il serbo vinse in due set la sfida dei sedicesimi di finale.
PRIMO SET – Decisamente positivo l’approccio al match di Djokovic, che con il servizio riesce a mettersi nelle condizioni per spingere con i suoi colpi e prendere subito in mano le redini dello scambio. Nonostante qualche difficoltà in più nel primo game di servizio, anche Paire riesce però a difendersi nei propri turni di battuta utilizzando le sue abituali variazioni di ritmo e sfruttando anche qualche errore del proprio avversario in fase di manovra. Dopo la buona partenza, diminuiscono il ritmo e la profondità dei colpi del numero 12 del mondo che si lascia andare anche a qualche smorfia di dolore. L’equilibrio nel punteggio si spezza così nel fatidico settimo gioco, quando proprio a causa di alcune sue pesantissime imprecisioni, l’ex numero 1 del ranking si vede strappare la battuta a 30. Con il break si evidenzia nettamente la crescente sfiducia del serbo, mentre Paire commette sempre meno errori non forzati, consapevole oramai di essere chiaramente il giocatore più costante in campo. Lo svantaggio destabilizza anche psicologicamente Djokovic: emblematico è il nono e ultimo gioco del set, quando avanti 40-0, dei gravi errori da fondo campo del serbo permettono al numero 47 del mondo di risalire fino ad ottenere il secondo break consecutivo, chiudendo definitivamente il primo parziale per 6-3.
SECONDO SET – La situazione, con l’inizio del secondo set, non cambia moltissimo: è ancora Paire il più lucido ed il più preciso, con un saldo vincenti-non forzati decisamente migliore rispetto ad uno spento Djokovic. Soprattutto grazie al poco cinismo del proprio avversario, il 30enne di Belgrado riesce infatti a salvarsi nel secondo game, annullando ben tre palle break. Dopo un momento di apparente equilibrio, Djokovic sembra nuovamente destinato a crollare quando sotto 2-3 nel punteggio, si lascia ancora dominare da Paire che gli strappa ancora la battuta, portandosi sul 4-2. E’ proprio il francese però a rimettere tutto in discussione nel game immediatamente successivo, quando due doppi falli rivitalizzano almeno momentaneamente Djokovic, questa volta attento nel non commettere pesanti errori per riportarsi in pochissimo tempo sul 4-4. Ma per una versione del numero 12 del mondo così spenta come quella vista in questa trasferta americana, è davvero un’impresa poter lottare ad armi pari contro un Paire comunque molto positivo. Il francese ritorna infatti a far malissimo negli scambi, sovrastando una volta per tutte l’avversario con il break che sancisce la sua definitiva vittoria con lo score di 6-3 6-4 dopo soli 69 minuti di gioco.
Ampiamente meritata la vittoria di Paire, nettamente più solido sotto tutti i punti di vista e, ad eccezione del settimo game del secondo parziale, anche estremamente lucido dal punto di vista tattico. Francese in grado anche di sfruttare a proprio vantaggio la condizione fisica ancora rivedibile di Djokovic, costringendolo a diverse corse soprattutto verso la rete grazie ai suoi dropshot. Più del fattore fisico, parlando della testa di serie numero 9, sorprende però il suo stato mentale, che ha influito in tantissime fasi del match, non permettendogli mai di essere costante dalla metà del primo parziale, con percentuali bassissime sia al servizio che alla risposta, da sempre il suo più grande punto di forza. Il serbo perde per la prima volta dal 2014 contro un giocatore francese, uscendo per la seconda volta consecutiva all’esordio in altrettanti Masters 1000 in questo 2018.