Dodici anni fa – il 2 maggio del 2011 per essere precisi – un 27enne italiano che in molti, nei primi anni di carriera, pensavano potesse diventare nel migliore dei casi “solamente uno specialista del doppio, sul Centrale Manolo Santana della Caja Magica di Madrid si concedeva il lusso di sconfiggere un ex numero uno al mondo e vincitore slam come Andy Roddick. Flavio Cipolla all’epoca non era mai entrato nei primi 100 del ranking, ma quel risultato gli diede quella fiducia nei propri mezzi necessaria per fare quello step: quattro mesi dopo ci entrò per la prima volta e negli anni successivi ebbe modo di togliersi altre belle soddisfazioni ad alti livelli.
Flash forward al 27 aprile del 2023 e su quello stesso campo troviamo un altro tennista azzurro che va per i 28, ottimo doppista, mai entrato nei 100 in singolare ma ora non più così lontano. Andrea Vavassori sconfiggendo Andy Murray si è senza dubbio regalato il momento più bello della sua carriera fino ad oggi, ma in realtà il suo è un migliorarsi continuo che va avanti da almeno un paio di anni. Passi in avanti enormi ben visibili sul campo e testimoniati da una classifica che continua a crescere. E non è cosa da sottovalutare, quest’ultima. Perché per molto tempo uno dei limiti della carriera di “Wave” è stato proprio non potersi permettere di giocare singolare e doppio ogni settimana. Capitava spesso e volentieri di entrare in un ATP in doppio, ma di non avere una classifica di singolo sufficiente per poter disputare le qualificazioni, ad esempio. Dopo questo torneo celebrerà l’ingresso nei primi 150 e si aprono tanti nuovi scenari da esplorare. Perché l’attitudine da professionista esemplare e il tennis che si è costruito nel corso del tempo valgono certamente un posto oltre quel ponte, simbolico e non, che è l’ingresso nei 100.
Ma torniamo a noi, perché il torneo di Vavassori non è certo terminato. Sul campo Manolo Santana oggi ci ritorna per sfidare un altro ex numero uno mondiale e vincitore slam, ovvero Daniil Medvedev. Il russo non avrà mai nella terra rossa la sua superficie preferita, ma rappresenta in ogni caso un ostacolo che per varie ragioni sembra insormontabile. Il momento di carriera e il livello di gioco attuale è – con tutto il rispetto per l’encomiabile Murray – di tutt’altro spessore rispetto allo scozzese e sulla carta non il passaggio del turno dovrebbe rappresentare una formalità.
L’azzurro può innanzittuto contare sull’essere in fiducia e giocare a mente libera, senza nulla di perdere. Poi è al quarto incontro in questo torneo, mentre l’avversario è al suo esordio e non è facile adattarsi alle condizioni di gioco in altura della capitale spagnola. Condizioni che sembrano essere perfette per il gioco di Andrea. Una battuta che nei primi tre match tra qualificazioni e main draw ha funzionato alla grande, l’uno-due servizio-dritto che è ormai diventato uno schema di livello per il suo gioco e poi sempre quella ricerca della verticalità che fanno di “Wave” un panda del circuito come pochi altri. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per godersi una bella partita, con la speranza di giocarsela.