Matteo Berrettini è tra i maggiori indiziati per arrivare sino in fondo al Masters 1000 di Indian Wells 2022 ed è padrone del proprio destino. Questo l’azzurro l’ha compreso nei primi match che lo hanno visto sotto i riflettori sul cemento outdoor statunitense, tra aspetti positivi e negativi del suo gioco; tra i primi spicca l’assoluta affidabilità dei due fondamentali principali del suo tennis, ossia il servizio e il dritto, mentre tra i secondi uno stato fisico probabilmente non straripante.
Dopo il recente infortunio alla zona addominale, peraltro non isolato nel corso della sua carriera, è bene che Berrettini sia cauto e valuti ogni situazione, sebbene la sua parziale fragilità fisica sembri in archivio ogni qual volta il romano si appresti a entrare nel vivo dei match. Il classe ’96 italiano affronterà Miomir Kecmanovic agli ottavi di finale di Indian Wells; certamente un confronto non facile con un avversario in forma e temibile sul veloce. Indubitabile che il recente finalista a Wimbledon parta da favorito contro l’opponente di Belgrado, così come inconfutabile sia la presenza di ostiche insidie.
L’ESORDIO E IL TERZO TURNO
Berrettini ha superato in serie Holger Rune e Lloyd Harris, dopo aver usufruito di un bye al primo turno; successi non banali contro avversari abili sulle superfici rapide e a loro agio anche contro bombardieri del calibro dell’italiano. L’azzurro, però, soffrendo a tratti per l’intraprendenza simil-incosciente di Rune e per il pragmatismo ‘da cemento’ di Harris, è sempre riuscito a trovare il bandolo della matassa. Questo non è affatto un dettaglio banale ed esplica chiaramente una delle qualità migliori di Matteo, la mette in luce e in mostra al pubblico pagante e a casa: Berrettini non molla, è consapevole delle proprie qualità e lotta per ottimizzarle.
Lo status da top 10 e genericamente sul veloce conferisce una fiducia straordinaria al tennista nostrano su campi come quello a stelle e strisce; tale da trascinarlo anche nei momenti difficili. Non si è visto certamente un Berrettini perfetto, ma sicuramente un giocatore maturo, carismatico ed eccezionalmente bravo a offrire tutto se stesso per raggiungere gli obiettivi prefissati. La prima di servizio, nei momenti topici, ha peraltro fatto il resto.
RUNE, HARRIS E KECMANOVIC
Se per Rune è bastato dare il meglio alla battuta nei frangenti rilevanti e per Harris è stata necessaria una reazione d’orgoglio, Berrettini dovrà invece alzare il livello sin dall’inizio contro Kecmanovic. Il serbo ha infatti eliminato Marin Cilic e Botic Van de Zandschulp, entrambi da sfavorito, palesando un tennis offensivo egregio; non prima però di aver domato il buon tennis d’attacco di Liam Broady. Kecmanovic non è il classico ‘spara-tutto’ da fondocampo, ma propone agli appassionati un tennis ragionato, concedendo raramente la sensazione all’avversario di poter giocare due palle identiche nello stesso scambio.
Il tennis velenoso del classe ’99 può certamente creare più di qualche grattacapo a Berrettini, con quest’ultimo che dovrà mostrarsi pronto nell’adeguarsi alla tipologia particolare di tennis espresso dall’avversario. Chiaramente, però, l’azzurro non resterà a guardare e tenterà di ergersi a leader di ogni scambio, comandando con il dritto e chiudendo con le varie soluzioni tecniche nel suo bagaglio di colpi. La lettura tattica del romano, inoltre, tutto fuorché tra i suoi talloni di Achille, sarà essenziale per limitare le potenzialità di Kecmanovic. Il giovane serbo, infatti, nei momenti importanti e/o critici pecca di confusione e soffre la tensione, come visto in tempi recenti nel contesto della Coppa Davis.
PROSPETTIVA QUARTI DI FINALE…E OLTRE
Con uno sguardo essenziale al prossimo futuro, non è utopico uno scontro tra Taylor Fritz e Berrettini stesso; entrambi infatti favoriti rispettivamente a discapito di Alex De Minaur e Kecmanovic. Nell’eventualità che la sfida possa effettivamente andare in scena, indubbiamente si attendono scintille sul Centrale di Indian Wells; possibile scontro tra il padrone di casa on fire negli ultimi tempi e l’antagonista made in Italy a guardarsi negli occhi come nel classico stallo alla messicana. Il tutto con la chiave per le semifinali a porsi come terzo attore in scena, anzi attrice nel caso specifico.
Prima di quanto sopra ipotizzato, però, Berrettini dovrà necessariamente superare il malevolo ostacolo Kecmanovic; sornione nel ruolo da outsider e consapevole di poter dare il massimo del suo potenziale tennistico senza troppi calcoli e con la testa comprensibilmente leggera. Berrettini è motivato, sa di poter sognare in grande e non vede l’ora di regalare un’altra giornata unica al pubblico del tennis italiano. Da solo in campo, ma al fianco e in rappresentanza di una nazione intera.