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Il tennis ha ritrovato del Potro e del Potro ha ritrovato il suo tennis. Finale per cuori forti a Indian Wells dove il gigante di Tandil (al primo titolo Masters 1000 della carriera) è riuscito ad imporsi su Roger Federer al tie-break del terzo set. Match point annullati, emozioni e colpi spettacolari nella migliore finale possibile nonostante i numerosi forfait e i problemi fisici che attanagliano ormai quasi tutti i big. Tutti tranne Federer che ha interrotto la striscia di diciotto successi consecutivi nel 2018, cedendo ad un tennista che sulla propria strada ha dovuto superare ostacoli di ogni tipo.
Fa piacere rivedere Delpo così competitivo, persona vera e solare dentro e fuori da un campo da tennis. L’argentino aveva addirittura pensato al ritiro dopo gli interventi al polso e una condizione che non sembrava poter più tornare quella di una volta. Ma dalla finale degli Us Open 2009 alla finale di Indian Wells 2018 ci sono ancora loro: due leggende che in modo diverso fanno parte della storia del tennis e sono un esempio e di perseveranza e sacrificio per ogni giovane. Questa vittoria di del Potro fa bene al tennis ed è la prova definitiva di un ritorno che noi tutti aspettavamo.
CAPITOLO DJOKOVIC – La nota stonata del torneo riguarda invece Novak Djokovic, estromesso al secondo turno (a seguito del classico “bye”) da Taro Daniel, numero 109 delle classifiche mondiali. L’impressione è che Nole stia avendo poca pazienza nell’affrontare il ritorno nel circuito. Il campione serbo, forzando i tempi di recupero, sta accumulando sconfitte che di certo non aumentano la fiducia in un giocatore che ha basato il suo tennis soprattutto sulla tenuta mentale e fisica. Tutti noi aspettiamo Djokovic ai livelli che gli competono; difficile pensare però che torni il giocatore di una volta, dominatore in lungo e in largo e capace di innumerevoli vittorie consecutive.
OSAKA NEL FEMMINILE – Quanto mai imprevedibile invece il circuito Wta che continua a regalare sorprese e offre poche certezze ai vertici della classifica. Naomi Osaka è il nome più o meno nuovo per questi grandi palcoscenici. A dire il vero la giovanissima giapponese nei tornei precedenti (soprattutto agli Australian Open) aveva lasciato intravedere qualche sprazzo di vero talento. Ma adesso è arrivata la conferma, e che conferma. La nipponica è la prima tennista a raggiungere la finale di Indian Wells da non testa di serie dal lontano 2005. Ma i record non sono finiti qui: l’ultima volta che due under 21 si erano affrontate per il titolo era invece nel 2001 con la finale tra Serena Williams e Kim Clijsters, due giocatrici che negli anni successivi hanno scritto qualche pagina di questo meraviglioso. Il futuro per Osaka e Kasatkina dunque non può che essere roseo. In particolare però, questi giorni di tennis, ci hanno confermato che il divario tra le big e le seconde linee non è poi così elevato e un’altra sorpresa del genere è tutt’altro che improbabile.
GLI ITALIANI – Fabio Fognini non è riuscito a confermare le splendide prestazioni della trasferta sudamericana. L’avversario non era dei più morbidi: Chardy con l’esperienza è riuscito ad aggiudicarsi una partita che sembrava ormai nelle mani del ligure. Il talento taggiasco ci riproverà a Miami dove difende la semifinale ottenuta l’anno scorso. Con la giusta serenità mentale Fabio nel 2018 potrà regalarci, ma soprattutto regalarsi grandi gioie. Bene invece Matteo Berrettini, alla seconda volta nel main draw di un “1000”. Il romano (ripescato come lucky loser) ha dato del filo da torcere ad un giocatore come Medvedev, dimostrando di avere le capacità tecniche e mentali per giocarsela con tennisti di questo calibro. Non si poteva chiedere di più a Thomas Fabbiano che ha svolto il suo compito battendo Klahn al primo turno. Troppo forte e ancora di un altro livello Jack Sock, suo mietitore per 6-2 7-5.