Vincitrice del premio “WTA Newcomer of the year” e numero 21 del ranking mondiale, l’ascesa della ventenne Zheng Qinwen è appena iniziata. Essere speciale in un Paese con poco meno di un miliardo e mezzo di abitanti non è un’impresa facile, ma non è questo l’obiettivo di una ragazza che ha già realizzato il suo sogno. “Ho sempre voluto fare la tennista”, racconta Zheng ai microfoni di Sportface. A soli nove anni ha abbandonato Shiyan, sua città natale, per trasferirsi nel capoluogo della provincia dello Hubei, Wuhan.
Lo step successivo, dopo le prime esperienze europee a livello junior, è stato l’approdo in Spagna. Dal 2019 si allena a Barcellona, dove è seguita dall’ex numero 65 Pere Riba. Agli Internazionali BNL d’Italia 2023 si è fatta strada al terzo turno battendo Alizé Cornet e Anna Bondar. Il pubblico della capitale non si aspettava il suo tennis potente, che fuori dall’azione nasconde l’animo quieto di una ventenne qualunque.
Qui a Roma la tua potenza ha impressionato chi non ti conosceva. Come hai sviluppato questo gioco e come puoi migliorarlo?
“Tutti gli uomini colpiscono forte mentre per le donne è un po’ più difficile. Io voglio continuare a colpire con questa potenza ma voglio trovare più continuità. Provo a giocare e a muovermi come un uomo, però la mia aggressività mi porta anche a commettere tanti errori. Quindi voglio rimanere potente, ma voglio diventare più intelligente in campo. Credo sia importante che io impari a leggere meglio la partita per capire quando attaccare e quando difendere”.
Guardi più tennis maschile o femminile?
“Guardo di più i maschi (ride)”.
Chi sono i tuoi preferiti?
“Non so se posso dirlo (ride). Naturalmente mi piace guardare le partite di Sinner e Alcaraz perché sono i migliori nella loro fascia d’età. In generale sono contenta di vedere tennisti della mia età che hanno già raggiunto grandi obiettivi”.
Fuori dal campo hai la stessa energia?
“Quando gioco metto così tanta energia in quel che faccio che di conseguenza credo sia questa la regione per la quale sono una persona abbastanza calma nella vita di tutti i giorni. Quando non gioco penso di essere come ogni ventenne del mondo, mi piace rilassarmi ed ogni tanto fantastico”.
Più difficile restare calma quando le cose non vanno bene.
“Naturalmente (ride). Durante la partita con la Bondar sentivo della gente dirmi “tranquila” (pronunciato in spagnolo; ndr) perché sia io che la mia avversaria eravamo tese. Dipende dal momento e dal match, in alcune partite riesco a rimanere più calma. La partita con Bondar l’ho sentita perché volevo chiudere in due set”.
Ti alleni in Spagna dal 2019, immagino ti stia trovando bene.
“Devo dire di sì. La cosa che mi piace di più è il meteo. Mi piace il cibo, hanno tante salse e la qualità delle materie prime è alta. Le persone sono sempre carine con me, quindi non mi sento così tanto lontano da casa. Naturalmente mi piacerebbe tornare più spesso in Cina ed in alcuni momenti casa mi manca tanto”.
Con lo spagnolo come te la cavi?
“Lo entiendo sólo un poco, pero lo estoy estudiando mucho”
Una volta che impari quello anche l’italiano sarà facile.
“Credo che una volta imparato lo spagnolo potrei studiare l’italiano. Mi piacerebbe imparare anche il francese”.
Della Cina cosa ti manca di più?
“Senza dubbio il cibo. Vengo da una città dove si mangia molto piccante (Shiyan, nella provincia dello Hubei) e mia mamma è originaria del Sichuan. Quindi diciamo che ci piace davvero tanto il cibo piccante. Il cibo cinese europeo è diverso da quello delle nostre parti. Poi naturalmente vorrei tornare anche per stare un po’ con la mia famiglia”.
Quando è stata l’ultima volta in Cina?
“Settembre 2021, davvero tanto tempo fa”
Quest’anno ci tornerai per forza, dato che i tornei cinesi sono di nuovo in calendario.
“Per me è una grande notizia, alla conferma ero molto contenta. Non vedo l’ora di giocare davanti ai miei tifosi cinesi. La cosa più importante sarà poter incontrare tanti parenti che non vedo da moltissimo e che naturalmente mi mancano durante l’anno”.
I tuoi genitori ad inizio anno non erano venuti a trovarti in Spagna?
“Sì solo loro due. Invece nonni e zii non li vedo da tantissimo”.
Dopo la copertina di GQ sei riuscita ad avere la percezione di quanto tu possa essere famosa in patria?
“La copertina è stata una bella cosa ma non credo di essere super famosa. Sono solo una tennista che prova a fare del suo meglio. Ancora non ho fatto cose incredibili, anche se ci sto provando. Non vado in Cina da tanto, quindi penso lo scoprirò quando ci tornerò per giocare”.
Prima hai lasciato Shiyan per Wuhan, poi ti sei trasferita in Spagna. Da sempre hai fatto sacrifici per il tennis. Sei sempre stata convinta di questa scelta?
“Da quando ho iniziato a giocare ho sempre sognato di diventare una tennista. La mia famiglia ha fatto grandi sacrifici per farmi migliorare e darmi questa possibilità. Adesso oltre al tennis vorrei godermi di più anche altri aspetti della vita. A volte non è buono rimanere focalizzati solo sullo sport, pensare ad altro ogni tanto potrebbe aiutare anche il mio tennis”.
Cosa stai facendo o cosa ti piacerebbe fare?
“Quando ho tempo visito le città dove gioco, ma vorrei visitarle con un’amica. Il problema è che viaggio tutto l’anno quindi a causa della distanza è difficile avere amici. Nel tour non ti puoi fare troppe amiche”.
Quindi non hai amiche nel circuito?
“Quando giocavo tornei junior avevo più amici con cui parlare e non mi sentivo troppo sola. Nel circuito WTA invece parliamo meno tra giocatrici, ognuna sta con il proprio team ed è difficile fare amicizia. Alla fine tutte noi giochiamo contro durante l’anno e tutte noi vogliamo vincere, quando perdi ti senti triste. Quindi, specialmente per me, è difficile fare amicizia sul tour?
È difficile anche con le tue connazionali?
“Con loro sono in buoni rapporti, ogni tanto ci parlo, ma non sono amiche con cui posso aprirmi. Credo sia meglio avere amiche fuori dal tennis, perché la competizione se no può danneggiare amicizie e non voglio essere ferita”.
Tornando ai tuoi sacrifici. C’è stato un momento in cui hai pensato di mollare?
“Ho sempre pensato di potercela fare, quindi personalmente non l’ho mai pensato. I miei genitori in un periodo in cui stavo perdendo delle partite mi avevano chiesto di fermarmi perché stavano facendo tanti sacrifici, ma io li ho pregati di credere in me e di darmi un’altra chance”.
Hai detto che devi ancora fare tanto. Il tuo primo grande risultato in che torneo potrebbe arrivare?
“Non voglio pensare a quale sia la mia superficie preferita, non voglio mettermi questo limite. Sento di poter giocare bene ovunque perché posso adattarmi cambiando mentalità. Quindi potrebbe arrivare ovunque, ma per riuscirci devo diventare una giocatrice più intelligente”.