“Matteo Berrettini si trova in America, si sta allenando a Boca Raton. Ritrovare la forma fisica era la sua priorità: si stava avvicinando al 100% ed era pronto a disputare il torneo di Indian Wells. Ora sta bene, è in salute”. Parola di Marco Gulisano, assistant coach del numero 8 del ranking ATP.
“A Indian Wells non abbiamo avuto grossi problemi – ha proseguito il siciliano, protagonista del ’15 minuti con…’ odierno di Sportface -. C’è stata una piccola discriminazione nei confronti degli italiani, visto che il coronavirus si stava diffondendo rapidamente nella nostra penisola, ma tendenzialmente gli americani vivevano le proprie giornate con serenità”.
Poi uno sguardo alla strepitosa ascesa di Berrettini: “L’ingresso di Matteo in top 10? Le cose sono accadute molto rapidamente. Lui è arrivato lì grazie ai suoi valori umani, che non sono mai cambiati. Sono cambiati i contesti: ha bruciato le tappe e si è trovato ai vertici, con la possibilità di giocare solo i tornei più importanti del circuito”.
Ma come si è verificato l’ingresso di Gulisano nel team del numero 1 d’Italia? “Matteo, sostenuto da Vincenzo Santopadre, fu coraggioso a scegliere di andare al torneo di Gstaad 2018 con me, che non avevo esperienze a livello ATP. Il mio inserimento nel team è stato graduale, e oramai da qualche mese ne faccio parte a tempo pieno”.
In conclusione, le prospettive future: “Penso che Berrettini resterà ad altissimi livelli per tanti anni. Ha dimostrato di essere uno che non si accontenta e che alza sempre l’asticella: continuerà a migliorare”.