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La vittoria della Coppa Davis in Spagna (la seconda della storia per l’Italia) ha fatto bene a tutti, in modo particolare a Lorenzo Sonego. Il piemontese, infatti, si è presentato al Palacio de Deportes José María Martín Carpena di Malaga in scarsa fiducia, scarico sia mentalmente sia fisicamente dopo i miseri tre giochi rimediati contro il connazionale Fabio Fognini nei quarti di finale del torneo ATP 250 di Metz (cemento indoor). In generale, inoltre, la stagione dell’allievo di Gipo Arbino si è rivelata priva di grandi acuti. La sua versione migliore, infatti, la si è ammirata nella parentesi primaverile sulla terra battuta europea, dove è stato capace di conquistare il terzo turno agli Internazionali di Roma e gli ottavi di finale al Roland Garros.
Uniche luci all’interno di un lotto di prestazioni abbastanza al di sotto delle aspettative, quelle che gli hanno fatto terminare l’anno di poco all’interno della top cinquanta (n° 46 ATP), ben lontano dal best ranking di n° 21 ottenuto nell’aprile del 2021. Quella settimana in Andalusia, tuttavia, ha avuto un doppio enorme potere: fargli accantonare in un colpo solo tutte le (troppe) cose che non sono andate nella direzione giusta, proiettandolo, al contempo, in una dimensione di totale positività in vista della stagione agonistica 2024, ormai alle porte. Nella conquista dell’Insalatiera, infatti, Sonego ha rivestito un ruolo da protagonista.
Con l’amico Jannik Sinner ha composto il tandem vincente che ha fatto spiccare il volo al team di capitan Volandri, consentendogli di avere la meglio al doppio decisivo nei confronti rispettivamente dell’Olanda e della Serbia del campionissimo Novak Djokovic. Insieme all’altoatesino si è caricato la squadra sulle spalle con sacrificio, umiltà e abnegazione, tre qualità grazie a cui è riuscito a forgiare un’intera carriera. Decisivo in doppio ma anche in singolo. Non bisogna scordarsi, infatti, della sua vittoria nella fase a gironi a Bologna contro il cileno Nicolas Jarry, battuto al terzo e decisivo set dopo aver annullato ben quattro match point nel secondo.
Quella vittoria, conquistata ‘alla Sonego’ e scaturita nelle lacrime e negli abbracci tra tutti i componenti della panchina, ha rappresentato il ‘turning point’ della Davis azzurra, il click che ha restituito forza e consapevolezza ad uno spogliatoio al cui interno, dopo l’inaspettata debacle contro il Canada, non regnava di certo la serenità. Adesso il torinese, inalata tutta l’energia positiva che gli ha regalato il trionfo più importante della sua vita tennistica, non vuole porsi limiti. Con Jannik si sono instaurati un feeling e un’affinità particolari nell’arco di pochi allenamenti ma, come precisato da Sonego in alcune recenti interviste, il doppio non rappresenterà una priorità nel 2024.
A ventisette anni, infatti, Sonego è nel pieno della maturità tennistica e, complice il forte livellamento che ha contraddistinto le ultime stagioni, ha tutte le carte in regola per levarsi soddisfazioni importanti anche nel singolare. Il focus dell’azzurro si baserà inevitabilmente sui quattro appuntamenti dello Slam in cui, complice la buonissima adattabilità ad ogni superficie, può strappare quei punti che gli permetterebbero di salire sensibilmente in classifica.
Lorenzo, tuttavia, non esclude, in base al loro calendario e alla loro programmazione, di riproporsi in qualche torneo in coppia con Sinner, soluzione necessaria per cementare ancora di più l’intesa in vista della difesa del titolo in Coppa Davis. Un occhio di riguardo, infine, sarà per i Giochi Olimpici Estivi di Parigi 2024 e alle ATP Finals, che per il quarto anno consecutivo si disputeranno presso il Pala Alpitour, nella sua amata Torino. Missioni complicate, alcune (forse) quasi impossibili per il leone azzurro. Tutte da affrontare, però, con una ritrovata serenità.
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