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Camila Giorgi, 25 anni, tennista. Lele Mora, 62 anni, pigmalione di star e vip veri, ex agente di starlette e vip di cartone. Cosa hanno in comune? Lo spiega in esclusiva a Sportface.it lo stesso Lele Mora.
Signor Mora, perché ha deciso di assistere la Giorgi?
“Sbagliato, riformuli la domanda”.
Cioè? Non è vero? Non assiste la tennista?
“No. Io sono in affidamento fino alla fine del 2017 quindi non posso essere l’agente di alcuno. E’ mio figlio che sta studiando come valorizzare Camila, sta pianificando gli aspetti promozionali. In poche parole ha preso il mio posto. Io al massimo sono lo stagista di mio figlio”.
Ci sono foto che vi ritraggono insieme. Come vi siete conosciuti?
“Tramite Andrea, amico comune e imprenditore toscano. Mi disse che voleva farmi conoscere una tennista molto brava. Io sono curioso e andai a vederla giocare: ha un tiro grintoso, forte, poche al mondo schiacciano come lei. Siamo diventati grandi amici e da persona che crede in Camila le dico che secondo me può arrivare tra le prime dieci tenniste al mondo. Ha un grande talento e può crescere ancora tanto”.
Scusi, signor Mora, ma lei da quando è esperto di tennis o sport? Non era agente tv?
“Eh no! In passato ho lavorato con tantissimi sportivi. Ero ottimo amico di Loredana Bertè e Bjorn Borg, l’ho seguito per molto tempo. Nel calcio, avevo intuito le potenzialità di Ronaldinho. Aveva 16 anni quando lo conobbi, lo proposi al presidente di una squadra di calcio, ma non gli piacque e lo scartò. E poi Marco Borriello. Le racconto un aneddoto: era una notte di Capodanno, a Cortina era tutto prenotato, lui arrivò con l’allora fidanzata, una sconosciuta argentina di nome Belen Rodriguez. Li ospitai a casa mia. Morale: portai Borriello che faceva panchina al Milan al Genoa dove fece una stagione strabiliante e Belen poi è diventata Belen. Pochi sanno che ho già lavorato con gli sportivi”.
Va bene, mi ha convinto. Torniamo alla Giorgi, è così come appare?
“E’ una ragazza che ha grinta, passione, le importa solo del gioco, ma ha anche un carattere chiuso, a volte sembra spigolosa e invece ha solo bisogno di essere “coccolata”, capita. Spesso non ha voglia di vedere gente, ecco io spero che questo momento passi in fretta. Ha grandi capacità e ha l’obbligo morale di non sprecarle”.
Chiarito che fino al 2018 non può rappresentarla, che tipo di rapporto avete?
“Abbiamo un rapporto complice, ci messaggiamo di frequente, l’amicizia che è nata è vera e sincera. Le dico di più: da sempre la mia forza è quella di leggere dentro le persone e tirarne fuori le potenzialità. Camila è sensibile, ma ha un cuore chiuso, ecco io spero che lei riesca a strappare via quel velo di malinconia. Se ci riesce, le ribadisco, può entrare nella top ten. E io difficilmente mi sbaglio”.
Tutto bello, ma cosa farete con la Fit? Ha detto che potrebbero riconciliarsi, un auspicio o qualcosa di più?
“Ho assistito ad alcuni incontri e vedo passi in avanti, arriveranno a una soluzione positiva. Posso dirle cosa ho capito di quello che è successo?”
Direi di sì, non è chiaro il perché del rifiuto della Giorgi a giocare contro la Spagna.
“Non è stato un capriccio o un atteggiamento da diva, Camila è molto sensibile e qualcosa dentro la tormentava, nel suo “io” non si sentiva sicura. Non se la sentì psicologicamente. Dopo ha avuto modo di parlare con Sergio Palmieri, si sono chiariti. Posso definire il loro rapporto leale. Poi si deve capire cosa decideranno ai piani alti, cosa pensa Malagò. Anche le colleghe potrebbero cercare di comprenderla anziché isolarla. In fondo Camila non ha mai rilanciato le pietre ricevute. Non ha senso perdere un talento così forte per un momento no”.
Lo sa vero, che raramente le colpe stanno solo da una parte?
“Ah certo! In questa vicenda do il 50% di colpe alla FIT e il 50% a Camila”.
E il padre Sergio? A volte si ha l’impressione che comprima la personalità della figlia.
“Il padre è il suo unico punto di riferimento, vuole solo lui come allenatore, ma io credo che a tutto si possa trovare una soluzione. Sarà mio figlio a parlargli, valuteranno insieme le strategie. Vedremo. Siamo solo all’inizio”.
A proposito di strategie, molti tifosi della tennista maceratese temono che Lele Mora per Camila faccia rima con tv e reality.
“No. E’ bella e sensuale e questo può essere un’arma a doppio taglio, ma l’obiettivo è renderla una grandissima nel tennis. Mio figlio non pensa alla tv, ma alla pubblicità”.
Stile Federica Pellegrini?
“Sì più o meno. Le spiego: la Pellegrini è sempre stata una top, ma è diventata un’icona quando ha fatto parlare di sé. I suoi amori l’hanno lanciata e resa appetibile per la pubblicità. Lo faceva anche Sophia Loren, ma con i press agent”.
Un po’ di sano e vecchio gossip…
“Sì, se hai le doti puoi tirarle fuori e evidenziarle oppure ricorrere al gossip, ma in effetti lei lo odia. Sarà difficile, intanto dico che ha bisogno di trovare il suo ‘io’ di donna e di aprirsi di più. C’è da lavorare”.
In base alle sue parole l’aspetta tanto lavoro.
“Per ora mi limito a consigliarla. Vorrei che diventasse una bandiera italiana. Mi dedicherò a lei anima e corpo, ma solo nel 2018, dopo aver finito il periodo di affidamento”.