C’era una volta un tennista con il best ranking di numero 322 del mondo e con appena due partite all’attivo nel circuito Atp. Perché raccontare la sua storia? Innanzitutto perché la storia di Marcus Willis non è come le altre; poi perché, in un mondo dove le persone credono sempre meno ai sogni, è bello che sia lo sport – in questo caso il tennis – a strappare un sorriso o a far uscire una lacrima, regalando emozioni semplicemente attraverso un’esperienza di vita.
La storia di Marcus Willis è la storia di tanti, di tutti coloro che sono partiti con un sogno ma che non sono riusciti a farlo avverare. Quando un bambino decide di intraprendere la strada del professionismo non sogna certo di girovagare per gli Itf raccogliendo poche centinaia di dollari, anche se purtroppo accade più spesso di quanto si pensi. I tennisti che riescono a sopravvivere grazie al tennis o a diventare giocatori affermati sono solamente la punta dell’iceberg. E Marcus Willis, come la maggior parte dei suoi colleghi, staziona sott’acqua. Otto titoli futures vinti, una carriera che stenta a decollare e un desiderio di cambiare vita all’orizzonte. Tutto ciò di cui ha bisogno sembra poterglielo garantire un circolo di Philadelphia, che gli offre l’opportunità di diventare maestro: niente più difficoltà economiche, niente più viaggi estenuanti per tutto il globo e una vita molto più tranquilla. Il futuro sembra ormai scritto finché una persona non entra a gamba tesa nella vita del britannico. E’ Jennifer, una ragazza conosciuta ad un concerto di Ellie Goulding alla O2 Arena, che diventa la sua fidanzata e cerca di far ragionare Marcus, il quale si trova davanti ad una scelta cruciale per la sua vita. Invece di salire su quell’aereo direzione oltreoceano, Willis salta nel vuoto insieme alla sua lei, rituffandosi in quel mondo fatto di incertezze e di dubbi, consapevole che si tratti dell’unico posto dove potrebbe davvero trovare la felicità.
L’occasione della vita per Marcus finalmente si presenta. Si tratta di una wild card nelle qualificazioni di Wimbledon, ottenuta dopo aver sudato sette camicie sbaragliando la concorrenza di molti suoi connazionali. L’erba dei prati londinesi è la superficie perfetta per il gioco di Willis, che sin dall’inizio predica il serve&volley e va dritto per la sua strada, più determinato che mai. Dopo una vittoria in rimonta all’esordio contro l’esperto Sugita, il britannico fa fuori uno dopo l’altro i temibili Rublev e Medvedev, futuro del tennis russo e mondiale. La vittoria in quattro set su Daniil, in particolare, gli spalanca le porte del paradiso, chiamato Wimbledon. Tra i 128 giocatori ai nastri di partenza di uno dei tornei più importanti di sempre ci sarà Marcus Willis, che fino a poche settimane prima era numero 772 del mondo. Tuttavia, le sorprese per Willbomb, così soprannominato, non sono finite. Nel match di primo turno del main draw affronta infatti il lituano Berankis, centrando una clamorosa vittoria in tre set.
Ora non c’è più niente che lo possa separare dal sogno e finalmente è giunto il momento di gridarlo: Marcus Willis, quel ragazzo nato a Slough il 9 ottobre del 1990 che fino a poco tempo fa era in procinto di trasferirsi negli Usa, affronterà sul campo centrale di Wimbledon nientepopodimeno che Roger Federer. Per il britannico sarà appena il secondo match della sua vita a livello Atp. In conferenza stampa Willis proverà a sciogliere la tensione, affermando “Non sono sicuro che sia capace a giocare sull’erba (riferendosi a Federer, ndr)”, ma il primo set è un massacro e Marcus incassa un sonoro bagel. Il pubblico di casa, però, non gli fa mancare il sostegno neanche per un secondo ed esulta come un gol della nazionale quando Willbomb conquista il suo primo gioco dell’incontro. Nel momento in cui il beniamino di casa sorprende invece l’avversario con un lob perfetto, conquistando un punto da fantascienza, sugli spalti si scatena il delirio. Il match dura un’ora e ventisette minuti e si conclude in tre set, come da pronostico, ma a vincere sono entrambi. Federer approda al terzo turno mentre Willis a fine match si alza per salutare il pubblico suscitando un applauso fragoroso. Marcus cerca di godersi un momento simile il più a lungo possibile ma a realizzare ciò che è appena accaduto si fa davvero fatica.
Davide contro Golia non vuol dire che il meno forte vinca a prescindere. In questo caso, il vero trionfo per ‘Davide’ è stato arrivare a giocare questo match, partendo da lontanissimo e giungendo dove sembrava impossibile. Forse la vita di Willis non sarà quella che sognava da bambino, ma un pomeriggio del genere, in quello che è considerato il tempio del tennis contro uno dei giocatori più vincenti e talentuosi della storia di questo sport, rimarrà per sempre un ricordo indelebile, nonché la prova che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni. Grazie Willis, detto Willbomb.