Gli Internazionali d’Italia storicamente rappresentano un importante banco di prova per tutti i tennisti italiani e dunque un appuntamento atteso con ansia. Se da un lato il supporto del pubblico azzurro può fare la differenza, fungendo da uomo in più, dall’altro può anche comportare una buona dose di pressione. Chi ha saputo beneficiare a 360 gradi della calda atmosfera del Foro Italico è Filippo Volandri, che nel 2007 ha regalato al pubblico romano la più grande gioia possibile: battere il numero uno del mondo o, più semplicemente, battere Roger Federer.
A causa della sua classifica, che si aggira intorno alla 50esima posizione, Volandri non riesce a entrare direttamente nel tabellone principale e gli organizzatori lo omaggiano perciò di una wild card. Le sue recenti prestazioni sulla terra rossa – quarti a Valencia e terzo turno a Barcellona – fanno ben sperare e l’impressione è che si tratti di una wild card tutt’altro che sprecata. “Filo” esordisce con il piede giusto e liquida in due set il qualificato Gabashvili, prima di estromettere al secondo turno la tredicesima testa di serie del torneo, Richard Gasquet. Il cammino del tennista toscano sembra però essere ormai volto al termine visto che affronterà ora Roger Federer.
Lo svizzero, malgrado sulla terra non si esprima al meglio a differenza di altre superfici a lui più consone, è pur sempre il numero uno al mondo ed ha già vinto due titoli in stagione, tra cui gli Australian Open. Tuttavia Volandri non si dispera e comincia a mettere i primi mattoncini verso l’impresa già prima di scendere in campo. Una sfida del genere la si inizia a giocare infatti con largo anticipo e Filippo lavora soprattutto dal punto di vista mentale per farsi trovare pronto. Ovviamente tra il dire e il fare c’è di mezzo un abisso ed il rischio che una volta in campo tutti gli schemi saltino e le carte in tavola vengano completamente rimescolate è alto. Ecco allora che scende in campo l’uomo in più: il pubblico.
Gli spettatori del Foro Italico sono sempre molto calorosi e fanno sentire il loro affetto nei confronti dei propri beniamini, a prescindere dal risultato. E così, contro ogni pronostico, Volandri si aggiudica il primo set per 6-2 dopo 41 minuti di gioco. Il campo centrale è una bolgia, ma nulla è ancora deciso. La paura di vanificare tutto è tanta anche se il desiderio di compiere un’impresa memorabile è persino maggiore. Volandri continua a giocare in maniera sublime, il pubblico continua a fare rumore e Federer non riesce a ribaltare l’incontro. Un break in favore dell’azzurro sembra stendere il tappeto rosso verso una vittoria storica, ma il momento più difficile deve ancora arrivare. Il punteggio è di 5-4 in suo favore quando Filippo si appresta a servire per il match. Tenere a bada il braccio che non vuole smettere di tremare è incredibilmente difficile, gestire le emozioni in un contesto simile anche;l’azzurro, però, sembra quasi destinato a vincere.
Morale? Dopo un’ora e diciotto minuti il paradiso. Davide ha battuto Golia. Come in una favola, Volandri ce l’ha fatta. E la terra rossa sulla sua schiena, frutto di un’esultanza liberatoria, lo dimostra. Una velocissima stretta di mano al suo avversario e poi la gloria. Appena il tempo di stringere la mano all’arbitro che Filippo inizia a dare il cinque a tutti gli spettatori in prima fila, godendosi quest’atmosfera tutta per sé e vivendo appieno questo momento che resterà a lungo scalfito nella sua mente.
Non contento, Volandri batterà anche Berdych al turno successivo prima di cedere in semifinale contro Gonzalez, ma poco importa. Quell’edizione degli Internazionali d’Italia sarà ricordata per “la vittoria”. Uno dei momenti più alti mai toccati da un tennista italiano negli ultimi decenni, nonché una delle emozioni che il pubblico del Foro Italico non dimenticherà facilmente. Indelebile è forse l’aggettivo giusto per descrivere questa vittoria, che ci c’era rivede con piacere e chi non c’era guarda con un pizzico d’invidia. Il Golden Match di Filippo Volandri, colui che osò battere Federer.