Amarcord

L’angolo del ricordo: Stoccarda è il regno di Maria Sharapova, 13 vittorie di fila dal 2012 al 2014

Maria Sharapova - Foto Ray Giubilo

Nell’arco della sua carriera, Maria Sharapova si è aggiudicata ben 36 titoli nel circuito Wta, ma solamente in due tornei è riuscita a trionfare in tre occasioni. Entrambi sulla terra rossa, si tratta degli Internazionali d’Italia e del Porsche Tennis Grand Prix. Se da un lato le vittorie in quel di Roma, evento indubbiamente più blasonato e ricco sia a livello di montepremi che di punti, sono arrivate nel giro di cinque anni, dall’altro il torneo di Stoccarda è stato il regno della siberiana per tre anni consecutivi. Dal 2012 al 2014, “Masha” ha infatti vinto ben 13 match di fila, sconfiggendo le migliori giocatrici al mondo ed offrendo una grande prova di solidità e costanza.

Sharapova esordisce sulla terra rossa tedesca nel 2012 e, accreditata della seconda testa di serie, approda ai quarti grazie a un ritiro della Cornet, la quale alza bandiera bianca all’inizio del secondo set. Sulla sua strada quindi Samantha Stosur, che la costringe ad una battaglia di tre ore terminata per 6-7(5) 7-6(5) 7-5 in favore della russa. In semifinale, Maria si libera in due combattuti set di Petra Kvitova, terza forza del seeding, prima di arrivare all’atto conclusivo contro la numero 1 del mondo, Vika Azarenka. Nonostante la bielorussa parta con i favori del pronostico dalla sua parte, Maria sfodera una prestazione fantastica e trionfa con un severo 6-1 6-4, conquistando il primo titolo della carriera a Stoccarda, che coincide anche con il primo centro stagionale. In realtà, si tratterà solo dell’inizio dato che nei mesi seguenti Sharapova trionferà a Roma, ma soprattutto al Roland Garros, completando il Career Grand Slam.

L’anno seguente, Sharapova torna a Stoccarda per difendere il titolo e lo fa in qualità di testa di serie numero uno, complice lo splendido finale di 2012, che l’ha vista terminare alle spalle di Serena Williams in classifica. Il cammino di Masha parte in difficoltà e non accenna a migliorare. In tutti e tre i match disputati prima della finale Sharapova perde il secondo set, dimostrando delle difficoltà ad amministrare il vantaggio e a chiudere i giochi. All’esordio contro Safarova, la siberiana riesce a prevalere solamente dopo 3 ore e 11 minuti di gioco, mentre ai quarti contro Ana Ivanovic si salva al terzo set, chiudendo 6-4. Il match dove rischia di più è però la semifinale contro Angelique Kerber, beniamina di casa, che la trascina fino alla frazione decisiva, dove recupera un break di svantaggio strappando la battuta alla sua avversaria quando serviva per il match. Proprio sul più bello, la teutonica si scioglie come neve al sole e regala alla sua avversaria l’accesso alla finale. A contendere alla russa il titolo di Stoccarda è Na Li, accreditata della seconda testa di serie e vincitrice dell’ultimo precedente, in semifinale agli Australian Open con un periodico 6-2. Sharapova si vendica e chiude con lo score di 6-4 6-3, concedendo il bis a Stoccarda.

Come si suol dire, non c’è due senza tre ma se a parole è facile, vincere cinque match consecutivi lo è meno. Sesta testa di serie nella griglia di partenza, Sharapova non può beneficiare di un bye al primo turno che negli ultimi due anni le aveva consentito di disputare un match in meno e si trova costretta a scendere in campo già nei primi giorni. L’esordio è più drammatico del previsto e la “colpa” è ancora una volta della ceca Lucie Safarova, che vende cara la pelle. Dopo i primi due estenuanti set finiti al tie-break, uno per parte, nella frazione decisiva Sharapova sembra poter chiudere i giochi più rapidamente. Nonostante l’ampio vantaggio, che la vede condurre 5-1 e servizio, Masha spreca tre match point e perde cinque giochi di fila, ritrovandosi a due punti dal baratro. Anche Safarova, però, trema nel momento clou e, dal 6-5 30-0, Sharapova inanella un parziale di 11-2 grazie al quale trionfa dopo quasi tre ore e mezza di gioco. La due volte campionessa dell’evento tedesco può finalmente respirare al turno seguente, dove Pavlyuchenkova non la impensierisce particolarmente nei due set disputati: 6-4 6-3. Stesso punteggio, ma con i set invertiti, che le permette di approdare in semifinale grazie alla vittoria ai danni della polacca Radwanska, testa di serie numero uno. L’incontro con Sara Errani sembra ormai spingere nella categoria dei ricordi del passato la sfida contro Safarova, dato che una convincente Sharapova domina 6-1 6-2 e stacca il pass per la sua terza finale.

Dall’altra parte della rete Ana Ivanovic, reduce dalla vittoria nel derby contro la connazionale Jankovic e a caccia della sua prima affermazione a Stoccarda. Questa sembra davvero poter arrivare quando la serba ottiene il break nel secondo set e si trova ad appena tre giochi dalla vittoria. Sharapova, però, come una campionessa ferita nell’orgoglio, reagisce e sale in cattedra, conquistando 11 dei successivi 13 games ed imponendosi per 3-6 6-4 6-1. Terzo titolo consecutivo a Stoccarda, a tal punto che ormai non fa quasi più notizia. Ad interrompere la sua striscia di vittorie, l’anno seguente, sarà Angelique Kerber, la quale si vendicherà della sconfitta del 2013 e vincerà in rimonta con il punteggio di 2-6 7-5 6-1. Quello scalpo lancerà la tedesca verso il primo dei suoi due titoli consecutivi a Stoccarda.

Nonostante la sconfitta, le tre vittorie di Sharapova a Stoccarda verranno ricordate come una sorta di formalità in quel periodo della sua carriera. Inoltre, grazie a questi risultati, la russa è entrata a far parte della ristretta cerchia di giocatrici capaci di laurearsi campionesse nella manifestazione tedesca in tre o più occasioni. Insieme a lei Davenport, Hingis, Navratilova e Austin, quest’ultima vincitrice delle prime quattro edizioni dal 1978 al 1981.

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