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Quando si parla di serve and volley è inevitabile viaggiare con la mente e tornare indietro negli anni. Già, perché il tennis moderno non contempla questo colpo che ha caratterizzato il cosiddetto tennis vintage. In realtà, ciò che sta sparendo ormai definitivamente è l’idea. A meno che non si stia giocando su erba o che non sia in campo Mischa Zverev è davvero difficile ammirare un serve and volley. Solitamente questo colpo viene utilizzato in situazioni di difficoltà, ma è incredibilmente raro vederlo messo in atto con la stessa frequenza del passato. Ovviamente il merito, o la colpa, è da attribuire anche ai progressi dei giocatori, che ora rispondono in maniera davvero efficace al punto da renderlo quasi sconveniente, togliendo di fatto il tempo a chi serve di approdare a rete. Tra i tanti match della storia del tennis caratterizzati dal serve and volley, non può mancare la sfida tra Stefan Edberg e Pete Sampras ad Indian Wells nel 1994.
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Da un lato lo svedese, avanti 5-4 nei precedenti; dall’altro il numero uno del mondo, reduce dalla vittoria del suo primo Australian Open e spinto dal pubblico di casa. In palio la finale dell’ambita Newsweek Champions Cup. I due giocatori in campo danno vita ad un match incredibilmente equilibrato e spettacolare. Sampras si aggiudica il primo parziale con il punteggio di 6-3, ma Edberg pareggia immediatamente i conti restituendo il 6-3 al suo avversario. I serve and volley aumentano, gli aces anche, ma non accennano a diminuire neppure i passanti vincenti, specialmente di rovescio. L’incontro si disputa prevalentemente su scambi brevi ma nessuno dei due giocatori, riesce a piazzare l’allungo decisivo. Nel frattempo l’atmosfera californiana si accende. Il 1994, però, non può che essere l’anno di Sampras, il quale non tarda a dimostrarlo. Sul 5-4 nella frazione decisiva infatti, il nativo del Maryland alza il livello del suo tennis e, dopo aver vinto uno splendido punto a rete, s’inventa una magica risposta in allungo di dritto che gli consente di aggiudicarsi il match per 6-3 3-6 6-4. In finale, Sampras trova la decima testa di serie, il ceco Petr Korda, reduce dal successo in semifinale ai danni di Krickstein. Il padrone di casa parte male, trovandosi prima in svantaggio di un set e poi di due set a uno. Ancora una volta, però, Sampras rimette le cose in chiaro e, perdendo appena cinque giochi negli ultimi due parziali, trionfa in cinque set, imponendosi con il punteggio di 4-6 6-3 3-6 6-3 6-2 e conquistando il secondo titolo in stagione. Per Pistol Pete, però, si tratta solo dell’inizio.
La settimana seguente a Miami arriva infatti il bis ed il completamento del Sunshine Double. A maggio, invece, sui campi del Foro Italico, Sampras conquisterà il titolo più prestigioso della sua carriera su una superficie a lui poco propensa come la terra rossa, laureandosi campione degli Internazionali d’Italia. Per chiudere in bellezza la stagione, Sampras metterà in bacheca anche il suo secondo Wimbledon, battendo in finale Ivanisevic, e consoliderà la prima posizione del ranking, appena sopra il connazionale Andre Agassi. Fu proprio Agassi il tennista sconfitto nella finale del torneo di Indian Wells dell’anno seguente, quando Sampras s’impose in tre set e conquistò la sua seconda e ultima vittoria in California. I due giocatori si affrontarono nuovamente in finale ad Indian Wells nel 2001, ma a trionfare fu il nativo di Las Vegas. Una splendida rivalità a stelle e strisce che ha interessato oltre un decennio di questo sport.
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