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Corre l’anno 2018 quando una giovane ragazza giapponese di nome Naomi Osaka, numero 44 del ranking, si appresta a giocare il torneo Wta di Indian Wells. Il sorteggio la mette subito di fronte a Maria Sharapova, ma nulla fa presagire ciò che poi accadrà davvero. Osaka supera indenne l’esordio con un duplice 6-4 e si conferma al turno seguente, sconfiggendo un’altra ex Top 5, la polacca Agnieszka Radwanska. Senza troppe difficoltà la giocatrice nipponica si spinge fino ai quarti, cedendo l’unico set del torneo alla greca Maria Sakkari. L’asticella delle avversarie si alza e la pressione addosso è sempre maggiore. Naomi non sembra però risentirne e concede appena cinque giochi a Karolina Pliskova, quinta testa di serie, e solamente tre alla numero uno del mondo Simona Halep, travolta in una semifinale senza storia. Ironia della sorte, la finale la vede opposta a Daria Kasatkina, sua amica ma soprattutto protagonista di un simpatico siparietto alla vigilia del torneo californiano. Le due giocatrici si erano infatti radunate su un campo secondario con la russa che faceva da maestra e la Osaka da allieva. Argomento della lezione: il tweener. Il video postato sui social aveva strappato un sorriso a tutti gli appassionati. Una volta appurato che le due si sarebbero contese il prestigioso BNP Paribas Open, il filmato è passato ancora meno inosservato. La finale si è risolta senza alcun tweener ed ha visto dominare la nativa di Osaka, vittoriosa con un severo 6-3 6-2.
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Primo titolo in carriera per la giapponese, che vola alla 22esima piazza del ranking e si presenta al mondo della Wta. E’ proprio ad Indian Wells dove la stella di Naomi Osaka inizia a brillare. Grazie a questo successo infatti, Naomi riesce a farsi largo nell’incertezza che governa i vertici del circuito Wta e non fatica a togliersi delle soddisfazioni, né a scalare la classifica. La giapponese riesce ad ottenere uno scalpo importante anche nel torneo seguente, sconfiggendo all’esordio nel Wta di Miami Serena Williams, prima di perdere da Svitolina. La sua vittoria ai danni di Serena Williams che però tutti ricordano arriva circa sei mesi dopo, nella finale di Flushing Meadows, quando la classe 1997 conquista il suo primo titolo slam, nonché appena il suo secondo titolo a livello Wta. Una partenza clamorosa arricchita ulteriormente dal trionfo agli Australian Open, il secondo consecutivo in un major. La giovane ragazza che ad Indian Wells aveva stregato tutti, prendendosi il titolo, si era trasformata in una campionessa. Nel corso degli anni le giocatrici a livello Wta capaci di conquistare due slam consecutivi non erano state molte; non è un caso, dunque, che si sia vociferato di lei a lungo come una possibile dominatrice del circuito in futuro.
Dopo tanti alti nelle ultime stagioni, però, Osaka vive anche svariati bassi. La sua parabola discendente, di fatto, inizia quando decide di separarsi dal suo coach Sascha Bajin. Nei trionfi della giapponese non c’era solamente il suo tennis, ma anche una figura come quella dell’ex sparring di Serena Williams che sapeva darle i consigli giusti al momento giusto ed era in grado di gestire il carattere fragile di Naomi. Una sorta di rapporto di complementarità dove l’uno completava l’altro.
Chiusa l’annata in terza posizione dietro a Barty e Pliskova, il 2020 di Osaka non comincia nel migliore dei modi. Nonostante la semifinale centrata a Brisbane, la nipponica colleziona un deludente terzo turno a Melbourne, dove viene eliminata dall’astro nascente Coco Gauff in seguito ad una prestazione da dimenticare. I tanti punti da difendere mettono a rischio la sua presenza in Top 10. Come se non bastasse, ad infierire ci pensa la bruciante sconfitta in Fed Cup, dove racimola appena tre games contro la numero 78 del mondo Sara Sorribes Tormo. Se il buongiorno si vede dal mattino, le prospettive non sono le migliori. Chissà però che l’aria di casa che Naomi respira ad Indian Wells non avrebbe potuto tirarla su. Impossibile saperlo a causa della cancellazione del torneo per via dell’emergenza Coronavirus. La strada è in salita, ma arrendersi non è nel DNA di Naomi Osaka. Guardare in avanti e puntare in alto, magari con l’obiettivo di conquistare un altro Premier Mandatory: lì, dove tutto è iniziato.
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