Amarcord

L’angolo del ricordo: Montecarlo 1995, l’incubo di Becker e la rimonta di Muster

Boris Becker - Atp Finals 2015 - Foto Ray Giubilo

E’ il 30 aprile del 1995 quando il Monte-Carlo Country Club si appresta ad ospitare la finale dell’89° edizione del torneo monegasco. Da un lato Boris Becker, autore di un ottimo percorso che lo ha visto sconfiggere nell’ordine Bjorkman, Corretja, Krajicek ed Ivanisevic spingendosi fino all’atto conclusivo. Il tedesco, che a Montecarlo ha già perso due finali, nel 1989 contro Mancini e nel 1991 contro Bruguera, è ancora alla ricerca del primo storico titolo sulla terra battuta. Dall’altra parte della rete l’austriaco Thomas Muster, dominatore del rosso in quegli anni e già vittorioso tre anni prima nel Principato di Monaco, in finale su Krickstein. Prima ancora che la finale inizi, però, è già piuttosto chiaro che non sarà una sfida come le altre. Al termine della semifinale contro l’azzurro Gaudenzi, vinta per 6-3 7-6(5), Muster lascia infatti il campo in barella e viene ricoverato in ospedale, dove ha bisogno persino di una flebo. Le voci di un suo possibile forfait in finale iniziano a correre rapidamente, ma anche chi pensa che il nativo di Leibnitz possa scendere in campo non si aspetterebbe mai la sua versione migliore date le sue condizioni. La nona testa di serie del tabellone, invece, si presenta regolarmente in campo ed è pronto ad andare a caccia del suo secondo titolo in terra monegasca. Si parte!

Il primo set è molto equilibrato e caratterizzato da scambi lunghi, che accendono la sfida fin da subito. A portarlo a casa con il punteggio di 6-4 è Becker, che dimostra maggiore cinismo nei punti importanti. Stesso discorso per il secondo set, che il tennista teutonico, più lucido del suo avversario, si aggiudica per 7-5. Muster ovviamente non ci sta a lasciar andare la finale senza nemmeno provarci ed allora ecco che arriva la sua reazione. Complice un calo del suo avversario, la terza frazione di gioco è a senso unico e l’austriaco la blinda con un perentorio 6-1. Il crocevia della finale si rivela essere il quarto set, incredibilmente combattuto ed in bilico fino alla fine. L’equilibrio che ormai regna sovrano è rotto solamente dal tie-break, dove il primo dei due finalisti a piazzare un allungo è Becker, che si issa sul 6-4 con due match point a favore. Sul primo, il tedesco è artefice del suo destino e spreca clamorosamente l’occasione, scagliando una seconda sopra i 190 km/h. Morale: doppio fallo clamoroso. Sul secondo match point è invece bravo Muster a vincere il punto e ad impattare sul 6 pari. L’inerzia del momento è ormai totalmente a favore dell’austriaco, il quale vince i due punti seguenti e si aggiudica il tie-break per 8-6, trascinando la sfida al quinto set. Come prevedibile, Becker crolla sia mentalmente che fisicamente, mentre Muster sale in cattedra e domina la frazione di gioco decisiva, rifilando un severo bagel al tedesco. Il campione di Montecarlo è austriaco.

Nonostante il campo abbia ormai emesso il suo verdetto, la sfida tra i due giocatori è tutt’altro che volta al termine. In conferenza stampa, infatti, il tedesco insorge su un possibile caso di doping, accusando il suo rivale di aver barato. A suo dire, infatti, era impossibile che il giorno precedente Muster facesse fatica a restare in piedi e, a distanza di appena ventiquattro ore, vincesse un match simile. Anche in questo a trionfare fu l’austriaco, il quale si sottopose al test antidoping, risultato ovviamente negativo. Al contrario, Becker subì una ramanzina da parte dell’Atp e terminò nel peggiore dei modi una settimana dal sapore incredibilmente amaro.

Nel 1995, Muster si aggiudicò la bellezza di 12 tornei, di cui 11 sul rosso, e vinse il primo ed unico slam della sua carriera, a Parigi in finale su Micheal Chang. Becker, invece, giocherà un’altra finale sulla terra battuta ma non riuscirà mai a conquistare un titolo su questa superficie, consapevole che la finale di Montecarlo sia stata l’occasione più ghiotta di sempre. Ovviamente ciò non cancella una carriera strepitosa, ma se quella seconda di servizio fosse andata diversamente…

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