Amarcord

L’angolo del ricordo: Internazionali d’Italia 2010, Gulbis spaventa Nadal ma cede alla distanza

Fino a una manciata di anni fa, in quel di Roma, il Primo Maggio non era solo la data del celebre Concerto in Piazza del Popolo, bensì coincideva anche con la settimana degli Internazionali d’Italia. E così, mentre ai piedi del Pincio si cantava e si ballava sulle note di Carmen Consoli e dei Baustelle, a pochi chilometri di distanza si disputava la semifinale del Masters 1000 di Roma. Da un lato della rete Rafa Nadal, terza testa di serie e già vittorioso in quattro occasioni al Foro Italico; dall’altra parte un giovane tennista proveniente dalla Lettonia di nome Ernests Gulbis, reduce dal primo titolo in carriera conquistato nel mese di febbraio a Delray Beach. Un evento molto più significativo di un semplice match: si affrontavano infatti due stili completamente diversi, l’esperienza e la solidità dello spagnolo contro la novità e la sfacciataggine del lettone, dritto contro rovescio, costanza contro imprevedibilità. Come prevedibile e auspicabile, il match non ha deluso le aspettative.

Il percorso dell’iberico fino alla semifinale era stato netto e i soli 14 games persi in 3 match lo confermavano. L’avversario, invece, dopo un esordio in scioltezza aveva battuto in rimonta il numero uno del mondo Roger Federer, estromettendo lo svizzero al secondo turno. Un match al cardiopalma contro Volandri, che l’aveva visto uscire vittorioso al tie-break del terzo, ed una vittoria convincente contro Lopez l’avevano proiettato meritatamente al penultimo atto dell’evento.

Tutto sembra apparecchiato per una semifinale coi fiocchi, anche se i favori del pronostico sono ovviamente a favore di Nadal. Il primo set se lo aggiudica il maiorchino, che conquista, perde e poi ottiene nuovamente il break decisivo, chiudendo 6-4. Ciononostante si percepisce che la sfida non sarà una passeggiata di salute per Rafa. Gulbis alterna infatti giocate da dimenticare a colpi magici, mettendo in seria difficoltà il suo avversario grazie al suo potente rovescio. Nel secondo set poi, il lettone raggiunge l’apice del suo tennis, trovando con più frequenza delle deliziose smorzate vincenti e tenendo a debita distanza il suo avversario: il parziale finisce nelle sue mani per 6-3. Gulbis sente l’odore di un’impresa indimenticabile, mentre Nadal dà l’impressione di poter accusare il colpo. L’entusiasmo della sorpresa viene però presto spento e, con il passare del tempo, le gerarchie vengono ristabilite. Rafa doma infatti il fuoco di Ernests e, ottenendo il break alla sesta chance, prevale per 6-4.

Dopo 2 ore e 47 minuti di battaglia, a vincere è Nadal, ma per Gulbis non si tratta di una sconfitta a 360 gradi. Appena 21enne, per il lettone sembra solamente il preludio di un futuro luminoso, specialmente su una superficie come la terra battuta dove non sono tanti gli interpreti a possedere un tipo di gioco in grado di spaventare il dominatore degli ultimi anni. Come sappiamo, però, si tratterà solamente di un exploit in una carriera che non ha reso giustizia al suo talento e piena di rimpianti. Nei sette confronti complessivi, il lettone non batterà mai Nadal, anche se ci andrà nuovamente vicino agli Internazionali d’Italia nel 2013, quando si arrenderà in rimonta per 1-6 7-5 6-4.

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