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Andy Murray, Philipp Kohlschreiber e il tie-break più lungo di sempre. E’ il 2 marzo 2017 e nel quarto di finale di Dubai si riscrive la storia. Il britannico si impone sul tedesco in una partita a dir poco pazza per 6-7(4) 7-6(18) 6-1 in quasi tre ore di battaglia, e quasi tutte scandagliate nei primi due set. Il terzo infatti è autentica amministrazione da parte dell’ex numero uno al mondo, che risale dal baratro e sottolinea uno dei più grandi difetti della carriera di Kohlschreiber: perdere partite (quasi) già vinte.
Banalmente, guardando solamente lo score, è il secondo parziale a decidere le sorti di un contro che avrebbe potuto portare a Philipp alla quattrocentesima vittoria sul circuito. Il tie-break è per cuori forti e il livello rimane sempre altissimo. Kohlschreiber annulla due set point sul 7-6 e sull’8-7 prima di arrivare a match point sul 9-8 a favore, annullato da una smorzata allucinante di Murray. Saranno in tutto 7 i match point vanificati dal tedesco, ma il 20-18 rimarrà per sempre nella storia.
Il record, Andy e Philipp, se lo devono tuttavia spartire con altri colleghi. Il club del 20-18 riguarda anche Goran Ivanisevic (nel 1993 agli US Open contro Nestor e nel 1997 al Queen’s contro Rusedski), Roger Federer (a Houston 2004 contro Safin), Tsonga (agli Australian Open 2007 contro Roddick) e l’argentino José Javier “Chucho” Acasuso contro Phau nel 2006.
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