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I numeri sono sinceri ma non sempre riescono a dipingere correttamente la realtà dei fatti: 387 settimane totali da numero uno del mondo contro 24, 93 tornei vinti in carriera contro 10, 38 Masters 1000 contro quattro e 22 eventi dello Slam contro uno. Eppure sul Court Philippe-Chatrier ci sarà un chiaro favorito (almeno stando alle previsioni dei bookmakers) e non si tratta di Novak Djokovic bensì di Carlos Alcaraz. Questo il dato di fatto della prima semifinale maschile del Roland Garros 2023, che (non prima delle ore 14.45) vedrà protagonisti il trentaseienne serbo ed il ventenne spagnolo.
Tra i due un solo precedente, se vogliamo anche poco indicativo. L’anno scorso, infatti, si sono scontrati nel penultimo atto di Madrid, teatro di una battaglia feroce durata più di tre ore e mezza e portata a casa in rimonta dall’iberico al tie-break del terzo e decisivo set. Per Nole, tuttavia, si trattava appena della quarta apparizione stagionale per via del mancato vaccino contro il Covid-19, una decisione che gli precluse la partecipazione a tutti i grandi appuntamenti australiani e statunitensi di inizio anno.
A Parigi sono in duello per il trono mondiale e, per motivi diversi, sono animati dalla medesima fame. Alcaraz punta ad imporsi per la prima volta sui campi della capitale francese per poter dare avvio ad una nuova dinastia spagnola dopo i 14 sigilli del connazionale Rafael Nadal. Djokovic, che quest’ultimo ha già detronizzato due volte al Roland Garros, vuole mettere in bacheca lo Slam numero 23, valevole per lo storico sorpasso nella classifica ‘all-time’ nei confronti del maiorchino. Più facile a dirsi che a farsi stavolta per il serbo.
Quest’ultimo è apparso più vulnerabile del solito in questi giorni nonostante degli avversari teoricamente morbidi per caratteristiche tecniche. Al terzo turno ha impiegato più di tre ore e mezza per domare l’altro ispanico Alejandro Davidovich Fokina. Nei quarti (almeno per due set) ha faticato tantissimo a fronteggiare la pesantezza di palla del russo Karen Khachanov mostrando i primi segnali di un’età che, inesorabilmente, sta avanzando anche per uno come lui. Dall’altra parte la freschezza di Alcaraz, che nelle ultime tre partite ha spiegato a tutti perché anche Novak Djokovic dovrà partire sfavorito contro di lui.
Ne sanno qualcosa il canadese Denis Shapovalov, l’azzurro Lorenzo Musetti e il greco Stefanos Tsitsipas, non gli ultimi arrivati sul circuito, tutti e tre spazzati via dalla furia e dall’imbarazzante superiorità e completezza tecnica di Carlitos. Le condizioni diurne possono certamente dare una mano al gioco dell’allievo di Juan Carlos Ferrero. L’assenza di umidità, le palle più veloci, la massima accentuazione degli effetti, sono tutti elementi che contribuiscono a porre il fattore fisico al centro del palcoscenico.
Anche Nole, maestro della tattica e genio nel trovare soluzioni alternative, potrà fare poco qualora Alcaraz dovesse confermare i picchi toccati nelle ultime uscite parigine. Ovviamente è vietato dare il campione in carica degli Australian Open totalmente per spacciato. Gli Slam sono stati e rappresentano tuttora il suo terreno di conquista, situazioni in cui è disposto ad ingaggiare battaglie fino all’ultima palla pur di non uscire lui sconfitto dalla contesa. La sensazione strisciante, però, è che abbia bisogno veramente di una piccola impresa per venire a capo dell’avversario, un giocatore ormai abbondantemente abituato anche alla distanza dei cinque set.
Pure il cosiddetto ‘fattore mentale’ sembra essere dalla parte dell’iberico, che ha già provato lo scorso anno cosa significa arrivare a giocarsi (e poi vincere) un torneo dello Slam. Il favorito contro il migliore. Il giovane fuoriclasse pronto a prendere nelle proprie mani le chiavi del tennis mondiale contro l’eterno campione che si ostina a non farsi da parte. Il numero uno contro il numero tre del ranking, immersi nel loro testa a testa per accaparrarsi lo scettro. Questa semifinale di Parigi tra Alcaraz e Djokovic racchiude veramente tutto.
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