“I bravi giocatori vincono quando tutto funziona. I grandi giocatori vincono anche quando non funziona niente, anche quando giocano male“. Questa frase di Maria Sharapova riflette il torneo di Cincinnati che sta giocando Jannik Sinner, capace di spingersi fino in finale nonostante non sia nelle migliori condizioni fisiche né stia esprimendo il suo miglior tennis. Nonostante tutto, ad arrivare all’atto conclusivo è stato però lui, dimostrando di avere qualcosa in più degli altri. E non si può dire neppure che il tabellone l’abbia aiutato – al massimo il giorno di riposo per il forfait di Thompson – visto che ha battuto le due teste di serie peggiori che poteva incontrare: la 5, Rublev, nei quarti, e la 3, Zverev, in semifinale. Sinner ha rischiato e sofferto contro entrambi, ma è riuscito ad emergere vittorioso al terzo set.
Un Sinner che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, che ha battagliato per tre ore ed è stato più forte del dolore all’anca. Quello che si è visto è stato però anche un Sinner in crescita che ha senza dubbio meritato la finale a Cincinnati, la prima di sempre raggiunta da un italiano. E ora? Manca l’ultimo step. La finale, per tornare a vincere un titolo e per approcciare nel migliore dei modi lo US Open. La parte più difficile sembra essere alle spalle per Jannik, chiamato però ad un ultimo sforzo contro un avversario da non sottovalutare che già in passato gli ha giocato brutti scherzi. Dall’altra parte della rete ci sarà infatti Frances Tiafoe, beniamino del pubblico di casa, che in una stagione da dimenticare sta vivendo una settimana fantastica. Basta guardare i giocatori che ha battuto per approdare all’atto conclusivo: Davidovich, Musetti, Lehecka, Hurkacz e Rune.
Sinner è avanti 3-1 nei precedenti e partirà ampiamente favorito, ma c’è sempre l’incognita relativa alle sue condizioni fisiche. Se il match contro Michelsen lasciava qualche perplessità, nel corso della settimana sono arrivate delle rassicurazioni e la battaglia di più di tre ore vinta contro Zverev non può che aver tranquillizzato i suoi tifosi. Fatto sta che il dolore all’anca c’è, così come è evidente che questa versione di Sinner non sia la migliore – ed è normale, visto che l’obiettivo è quello di essere al meglio a Flushing Meadows.
La notizia positiva è che, almeno sulla carta, per battere Tiafoe non serve il miglior Jannik così come potrebbero non servire tre ore di gioco. Sicuramente l’americano sta vivendo un ottimo momento di forma e potrà contare sul sostegno del pubblico a stelle e strisce, ma il suo riposo non è stato ottimale visto che ha finito la semifinale con Rune quasi a mezzanotte e non sarà andato a dormire prima delle 2-3 di notte. Sinner sogna il quindicesimo titolo in carriera e il terzo Masters 1000, anche per conquistare punti e consolidare il primo posto del ranking che si terrà stretto almeno fino alla fine dello Slam newyorchese. L’obiettivo principale resta lo US Open, ma una volta giunto in finale a Cincinnati è ovvio che ci sia il desiderio di laurearsi campione. Appuntamento a mezzanotte.