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Jannik Sinner, tutte le tappe del percorso verso il n°1: dagli inizi alla consacrazione

Jannik Sinner - Foto Adelchi Fioriti

4 giugno 2024: Novak Djokovic si ritira dal Roland Garros e ufficializza ciò che si attendeva ormai da mesi. Jannik Sinner lunedì 10 diventerà il primo numero uno della storia del tennis italiano. E se il forfait del campione serbo ci ha consegnato l’ufficialità, il traguardo raggiunto dal classe ’01 nativo di San Candido è il risultato di mesi semplicemente straordinari. Nessuno tra il finire del 2023 e i primi mesi del 2024 è riuscito neanche lontanamente ad avvicinare la sua continuità di prestazioni e risultati. Ad oggi nella ‘Race’, la classifica che riguarda l’anno solare, ha 5300 punti contro i 3485 di Sascha Zverev che lo insegue in seconda posizione. Ma il percorso che ha portato Jannik fin qui è stato lungo, dagli inizi in montagna in cui alternava sci e tennis al trasferimento a 13 anni al Piatti Tennis Center, allontanandosi dalla famiglia in un’età certamente delicata per inseguire i suoi sogni. Le tappe della sua carriera in questi anni le abbiamo conosciute tutte, ma in questo momento speciale non si può evitare di ripercorrerle.

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IL TRASFERIMENTO DA PIATTI E LA BREVE CARRIERA JUNIOR

Nel cammino vincente di Jannik è inevitabile partire dalla figura di Riccardo Piatti. E’ alla sua corte che il 13enne Sinner si trasferisce salutando gli affetti dopo essere stato convinto dal maestro che era riuscito a portare in alto prima Renzo Furlan e Omar Camporese, poi Novak Djokovic, Richard Gasquet e Milos Raonic con in mezzo il suo capolavoro più grande, ovvero Ivan Ljubicic. L’esperto coach sviluppa un piano a lungo termine per il giovane Jannik, che a differenza di tanti suoi colleghi salta quasi del tutto una tappa che da molti viene vista come fondamentale, quella dei tornei U-18. Ne gioca pochi, l’obiettivo non è diventare n°1 junior. “Non mi piaceva giocare i tornei juniores. Per me è una questione di mentalità: a quel livello non sei sempre tu che devi vincere la partita, spesso sono gli altri che te la regalano. Io ho un modo di vedere il tennis per cui mi piace sempre andare avanti, provare a fare gioco. Per questo mi interessava cercare di confrontarmi con quelli più forti, più grandi di me”, dichiarava qualch anno fa Jannik mentre iniziava a scalare il ranking. Il livello, secondo il suo team, lo si acquisiva soltanto iniziando a confrontarsi con i professionisti, pur con il rischio di incorrere in qualche sconfitta di troppo: “In quei tornei perdevo perché gli altri erano più forti di me. Però abbiamo deciso, con il mio team, di andare in quella direzione. Questo percorso sicuramente mi ha aiutato. Perdevo tanto. Non vincevo mai. O comunque vincevo poco. Però alla fine siamo sempre siamo sempre rimasti lì anche dopo ogni sconfitta”.

I PRIMI PUNTI NEL 2018 E L’ESPLOSIONE A INIZIO 2019

Il primo punto ATP del talento di Sesto Pusteria arriva a febbraio del 2018, nel 15K di Sharm El Sheikh, dopo aver sconfitto l’indiano Goveas in due set 6-4 6-4. Alternando tornei ITF a qualche apparizione junior, ne arrivano altri di punti e sul finire dell’anno fa il balzo da n°770 al n°551, la sua classifica con cui si conclude l’annata e preambolo a un 2019 che avrebbe poi iniziato a far sognare gli appassionati italiani. In quell’ormai famosa edizione del Challenger di Bergamo sono in tanti a scoprirlo. La pallina usciva ad una velocità impressionante dalle corde della sua racchetta in quei giorni lì e in tanti lo scoprirono. Arrivò il trionfo in finale su Roberto Marcora, poi tornò brevemente a giocare (e vincere) un paio di tornei ITF. Ma ormai quel livello non gli apparteneva più. Ad aprile è già tempo di esordire a livello ATP: a Budapest, in tre set, batte il padrone di casa Mate Valkusz e vince la sua prima partita sul circuito maggiore.

Il mese successivo è tempo di Internazionali d’Italia, dove è costretto a giocare le pre-qualificazioni, perdendo in finale da Musetti. Grazie a un forfait dell’ultima ora, riesce comunque a ottenere una wild card per il main draw e la sfrutta al meglio: batte Steve Johnson, per poi perdere da Tsitsipas. Una progressione continua: arriveranno mesi successivi la prima qualificazione Slam, agli Us Open, poi l’ingresso in top-100 e il primo top-20 battuto, ovvero Gael Monfils sul veloce indoor di Anversa. Chiude trionfando in casa, alle Next Gen di Milano una stagione clamorosa: è n°78 a fine anno.

2020 -> 2022: PRIMA L’ASCESA, POI LA ROTTURA CON PIATTI

Il 2020 è condizionato dal covid, dai mesi di stop. In quei pochi tornei a disposizione, però, riesce a lasciare il segno: arrivano i quarti di finale al Roland Garros perdendo da Nadal, poi il primo titolo ATP a Sofia e la top-40 della classifica ATP. A Melbourne, a inizio 2021, il secondo trionfo a livello di circuito maggiore e due mesi dopo a Miami si gioca già una finale 1000, perdendola contro Hubert Hurkacz. L’estate è quella della rinuncia alle Olimpiadi, con Jannik che va a vincere il suo primo ‘500’ a Washington e a fine anno festeggia il suo debutto in top-10. Sinner entra nel 2022 con l’obiettivo di fare la voce grossa in Australia, ma nei quarti di finale arriva una netta sconfitta per mano di Stefanos Tsitsipas. Si cambia, arriva l’annuncio della conclusione del rapporto con Riccardo Piatti e inizia il lavoro con Simone Vagnozzi, al quale poco tempo dopo si aggiungerà anche l’esperto Darren Cahill. Non è un periodo facile per l’azzurro, chiamato a iniziare un percorso con un nuovo staff in un periodo anche complicato a livello fisico. Jannik si fida, comprende che si tratta di una maratona, non di uno sprint. Lavora e uno alla volta punta a risolvere i suoi problemi e a crescere sotto ogi aspetto. Arriva il solo titolo di Umago in finale su Alcaraz, che si prenderà poi la rivincita in quella memorabile sfida sull’Arthur Ashe di Flushing Meadows agli Us Open annullando un match point.

IL 2023: LA STAGIONE DELLA CONSACRAZIONE

Il 2023 parte da n°15 al mondo. Dal punto di vista statistico un passo indietro rispetto a un anno prima, ma ammirandolo in campo si inizia a intravedere qualcosa di diverso. A Melbourne perde ancora da Tsitsipas, ma questa volta mettendogli seriamente paura e arrendendosi solo al quinto. Trionfa a Montpellier, poi fa finale a Rotterdam sui suoi campi preferiti, quelli indoor. Ma qualcosa è cambiato: anche sul cemento all’aperto nordamericano è al livello dei più forti, con la semi a Indian Wells e un’altra finale (persa anche questa) a Miami contro Medvedev. La stagione sul rosso, iniziata con l’ottima semi a Monte-Carlo, gli regala qualche delusione di troppo tra Roma e Parigi, ma a Wimbledon arriva la prima semifinale in un torneo dello Slam, perdendo in tre set da un Djokovic in formato deluxe. In Canada è tempo di festeggiare contro De Minaur il primo Masters 1000 in carriera: è solo l’inizio di un finale di altissimo livello. Dopo la sconfitta con Zverev a New York, arrivano le polemiche per il forfait in Coppa Davis a Bologna, al quale Jannik risponde con i risultati: trionfo a Pechino, poi a Vienna, finale alle ATP Finals e in Davis ci torna, questa volta per trascinare l’Italia a uno storico successo a Malagà sulla Serbia. Un uomo solo al comando in quei giorni, dalla vittoria annullando 3 mp consecutivi a Djokovic al diventare fondamentale anche in doppio.

IL PRIMO SLAM E IL N°1 AL MONDO

Questa è storia ancora più recente. In Australia per la prima volta è tra le prime 4 teste di serie in un torneo dello Slam e arriva un altro storico trionfo per l’Italtennis: mette in fila Van de Zandschulp, De Jong, Baez, Khachanov, Rublev, Djokovic e Medvedev, buttandosi a terra dopo il match point. Va Rotterdam e vince anche lì, diventando numero 3 del ranking: un altro passetto verso l’Olimpo. Poi la semifinale a Indian Wells che è solo il preambolo al secondo ‘1000’ della carriera: a Miami batte ancora Medvedev, che da bestia nera è diventato vittima sacrificale, e in finale sconfigge Dimitrov: siamo al n°2. Mette in cascina punti su punti, tra lui e la prima posizione mondiale non c’è di alcun avversario, soltanto il tempo: non è un “se”, ma un “quando”. E, nonostante una stagione sul rosso europeo condizionata dal famoso fastidio all’anca, quel quando è arrivato: il 10 giugno Jannik Sinner sarà n°1 al mondo, con la speranza che il giorno prima, sul Philippe Chatrier di Parigi, possa festeggiare qualche altra cosa…

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