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Jannik Sinner scagionato dopo due positività al Clostebol: indagine rivela un’assunzione inconsapevole

Jannik Sinner
Jannik Sinner- Foto Ray Giubilo

Jannik Sinner al termine di una lunga indagine è stato scagionato da un tribunale indipendente dopo essere risultato positivo in due occasioni al Clostebol durante lo scorso mese di marzo nel corso del torneo di Indian Wells. Nelle urine del numero uno al mondo sono state trovate tracce della sostanza per un totale di meno di un miliardesimo di grammo. In seguito a un’indagine condotta è stato dimostrato che la contaminazione è avvenuta attraverso un trattamento ricevuto dal fisioterapista, che aveva utilizzato una crema per curare un taglio sul dito. È stato quindi appurato che non sussiste alcun dolo o negligenza, ma che la contaminazione è avvenuta per mancanza di attenzione e perché la sostanza è entrata in contatto con alcune ferite aperte dell’altoatesino. In ogni caso, poiché il giocatore è responsabile anche per il suo team, la International Tennis Integrity Agency, ha deciso di togliergli i 400 punti della semifinale conquistata in California e il relativo premio in denaro, circa 300 mila euro. La decisione è soggetta ad appello da parte dell’Agenzia Antidoping Mondiale (Wada) e dell’Agenzia Antidoping Italiana (Nado), mentre l’Itia ha invece già fatto sapere che non presenterà ricorso.

LA SENTENZA COMPLETA

LE PAROLE DI SINNER

“Dopo un’indagine approfondita, l’ITIA e Jannik hanno scoperto che la contaminazione involontaria di Clostebol è avvenuta tramite il trattamento ricevuto dal suo fisioterapista. Il suo personal trainer ha acquistato un prodotto, facilmente reperibile senza ricetta in qualsiasi farmacia italiana, che ha dato al fisioterapista di Jannik per curare un taglio sul dito del fisioterapista. Jannik non ne sapeva nulla e il suo fisioterapista non sapeva che stava usando un prodotto contenente Clostebol. Il fisioterapista ha curato Jannik senza guanti e, insieme a varie lesioni cutanee sul corpo di Jannik, ha causato la contaminazione involontaria”, viene spiegato nella nota ufficiale.

“Jannik ha collaborato pienamente con l’indagine dell’ITIA fin dall’inizio. L’Itia sta combattendo la cattiva condotta nello sport e in particolare il doping. Le sue regole e procedure sono eccezionalmente rigorose e, in seguito a un’indagine forense e a un’udienza indipendente, il Tribunale indipendente ha deciso che Jannik è innocente. Non è in colpa. Tuttavia, data la natura di responsabilità oggettiva delle regole antidoping, accetta di perdere i punti del torneo di Indian Wells in cui è stato effettuato il test”, si legge ancora nella nota.

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