Tennis

Jannik Sinner: “Mi rilasso solo quando guido. Non mi piace stare sotto i riflettori”

Jannik Sinner
Jannik Sinner - Foto CHINE NOUVELLE/SIPA/2409261342

“Come mi rilasso? Guidando, mentre ascolto un po’ di musica. Sembra banale, ma non lo è per chi è sempre in giro per il mondo. A Monte-Carlo dopo gli allenamenti a volte mi metto al volante e faccio un giro, anche a Torino per le Atp Finals verrò in macchina”. E’ uno dei passaggi di una lunga intervista di Jannik Sinner a La Stampa: ”Alla fine ho 23 anni. Sugli sci mi sento sicuro e sui kart non corro certo come un pazzo. La velocità mi piace, sono fatto così. A tre anni e mezzo facevo già le piste nere… Ora, rispetto a due anni fa, scio al massimo un’ora e mezzo, poi si va al ristorante. Sono le cose che mi fanno stare bene”.

E ancora: “Il successo non mi ha cambiato, sono sempre lo stesso. Non cammino a testa alta se vinco, non mi deprimo se perdo. Non mi piace stare sotto i riflettori. Non mi atteggio. Chi mi sta vicino sa quanto tempo dedico al tennis. Poi o piaci o non piaci, non si può controllare tutto. Io bado a chi mi sta vicino, alla famiglia, del resto mi importa poco”.

C’è spazio anche per parlare di Carlos Alcaraz: ‘‘Siamo due giocatori molto diversi. Io tengo il ritmo molto alto, sono forte mentalmente. Lui lo è fisicamente e tennisticamente al momento ha qualcosina in più: gioca meglio lo slice, le volée. Ma per me è un fatto positivo: significa che ho margini. Carlos in campo fa i numeri: smorzata, passante, lob… Non so se io sarò mai così. Però come tennista sono più solido e quando serve piazzo l’accelerazione vincente. Carlos è simile a Nadal, pressa fin dal primo punto, corre moltissimo. Poi alza la voce, sa come accendere il pubblico. Io sono più calmo, più freddo. Ma so diventare caldo anch’io. A volte fa bene innervosirsi, urlare contro il team, uscire dagli schemi un attimo, per poi rientrarci. Lo puoi fare se attorno hai persone di cui ti fidi”.

E sul suo rituale prima di ogni match: “La routine inizia negli spogliatoi, mettendo il tape, cambiando il grip al manico della racchetta, scaldandomi. Poi se vado in bagno vuol dire che la partita la sento, ed è giusto così. Se non succede, allora gioco male o perdo. Possono sembrare sciocchezze, ma tutto quello che faccio nella mia giornata ha un senso. Anche stare attento a non mangiare o bere troppo”.

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