Jannik Sinner e Nick Kyrgios, incredibile ma vero, hanno qualcosa in comune: un dettaglio che ha cambiato la vita di entrambi.
Mentre l’australiano continua a punzecchiare (eufemismo) il numero 1 del mondo, con Sinner che ignora totalmente la questione, scopriamo il ‘dove’ e il ‘quando’ ad accomunare Jannik e Nick.
EXPLOIT IN SEQUENZA. Il 2019 è l’anno dell’esplosione di Jannik Sinner. L’altoatesino, che aveva iniziato l’anno ben oltre il numero 500 ATP, mette in fila una serie di strepitosi e sorprendenti risultati: vittoria nel Challenger di Bergamo e, a seguire, nei Futures di Trento e Santa Margherita di Pula. A Villena, sulla terra battuta, va in scena la prima puntata della saga ‘Sinneraz’, con Alcaraz che supera Sinner 6-2 3-6 6-3. Poche settimane dopo, a Budapest, Jannik sconfigge Mate Valkusz conquistando quello che è il primo successo in un main draw ATP in carriera. Dall’Ungheria alla Repubblica Ceca, Sinner gioca un altro gran torneo sul ‘rosso’ di Ostrava, superando tra gli altri il suo primo Top 100 (Jiri Vesely, che era numero 91 del mondo) e raggiungendo la finale. Qui, però, un problema di vesciche sotto a un piede, ne limita fortemente gli spostamenti. Sinner racimola un solo game (6-1 6-0) contro il polacco Kamil Majchrzak (uno che, con tutta probabilità , potrà dire in carriera di aver battuto Sinner con il punteggio più schiacciante nella carriera dell’azzurro). Dopo Budapest la programmazione recita: Internazionali BNL d’Italia.
IL PRIMO FORO ITALICO. Jannik Sinner (che intanto è entrato nella Top 300 ATP) e il fido Andrea Volpini, giovane allenatore che segue l’azzurro al Piatti Tennis Team, si mettono in macchina e da Ostrava raggiungono Roma in piena notte. Le ore di sonno sono poche, le vesciche sotto al piede molte di più. Sinner deve scendere in campo, nel suo primo Foro Italico, contro Luca Tomasetto. Si tratta dell’esordio nel torneo di Prequalificazioni. L’order of play recita campo numero 3.
È uno dei cosiddetti campetti del Foro Italico, probabilmente il meno noto; quello per cui, per arrivarci, bisogna fare un lunghissimo giro. Jannik non è al meglio e si vede, ma pian piano ingrana e supera Tomasetto 7-6 6-4. Il giorno successivo domina Balzerani (6-2 6-0) per poi sconfiggere, con tanto di match point annullato, Lorenzo Musetti 6-7 7-6 6-3. In finale perderà con Andrea Basso, ma la wild card è garantita. Nel main draw romano arriverà poi il primo successo al Foro Italico contro Steve Johnson.
FOLLIA KYRGIOS. E in tutto questo, cosa c’entra Nick Kyrgios? Anche l’australiano vive, in quel 2019, un episodio incredibile (anche se per nulla positivo) sul campo 3 del Foro Italico. Nick aveva esordito a Roma nel 2015, sconfitto 6-4 7-6 ma, già l’anno dopo, si era ben disimpegnato dinnanzi al pubblico capitolino: vittorie su Salvatore Caruso e Milos Raonic (all’epoca Top 10) e sconfitta 6-7 6-2 6-4 con Rafael Nadal. Dopo due stagioni di assenza, Kyrgios ritorna al Foro Italico nel fatidico 2019 e sconfigge subito Daniil Medvedev in tre set. È il momento della sfida a Casper Ruud. Il campo designato è il numero 3. Nick si impegna come mai prima d’ora sulla terra battuta, superficie mai amata (eufemismo). Perde il primo set 6-3 ma riesce a conquistare il secondo al tiebreak 7-5. Nel terzo Kyrgios perde la testa e, dopo un primo ‘warning’, lancia in aria una sedia decidendo poi di abbandonare il campo numero 3. Squalifica immediata e vittoria a Casper Ruud. Di sicuro, quel campo numero 3 del Foro Italico, probabilmente il meno noto di tutto l’impianto, rimarrà nella memoria sia di Sinner che di Kyrgios.