Tennis

ITF Transition Tour, Petrazzuolo: “Qualcosa andava cambiato, ma in modo graduale”

Giancarlo Petrazzuolo
Giancarlo Petrazzuolo

È l’argomento principale delle discussioni tennistiche del 2019, una delle questioni più spinose della storia di questo sport. L’ITF World Tennis Tour (o ITF Transition Tour) fa discutere settimana dopo settimana: migliaia di giocatori sono al lavoro per ottenere un passo indietro da parte della federazione internazionale, intanto l’inchiesta targata Sportface prosegue appellandosi all’opinione di ragazzi, esperti e addetti ai lavori. A tal proposito abbiamo contattato Giancarlo Petrazzuolo, ex numero 217 ATP, oggi coach. A differenza di molti, “Petra” non condanna totalmente le nuove regole ITF, analizzando inizialmente gli aspetti positivi del cambiamento:

Qualcosa andava cambiato. La classifica ATP si stava allungando a dismisura, i giocatori che partecipavano ai Futures erano troppi e tanti di questi non avevano il livello per competere. Di conseguenza si era abbassato il livello dei tornei internazionali, e ciò rendeva anche più difficile migliorare. Se ai miei tempi era impensabile riuscire a vincere 6 o 7 Futures in una stagione, negli ultimi anni era diventato troppo facile. Personalmente non trovavo nemmeno giusto che alcuni riuscissero ad accedere alle qualificazioni degli Slam facendo risultati solamente nei Futures: se è vero che la massima aspirazione di un tennista è disputare i Major, penso che per raggiungerli ci si debba confrontare nella maggior parte della stagione con giocatori davvero forti. Non può bastare girare 35 settimane per Futures scarsi collezionando punti qua e là. Un’idea? Per entrare nelle qualificazioni degli Slam si potrebbero considerare i tuoi 5 migliori risultati nei Futures e per il resto risultati nei Challenger e nei tornei ATP. Trovavo scorretto che attraverso un’attività di secondo livello alcuni giocatori avessero un ranking migliore di altri. Mi piace, inoltre, che nel Transition Tour ci siano posti in tabellone riservati ai migliori under 18 del mondo: il salto da Junior a professionista è complicato, giusto aiutare questi ragazzi”.

COME FUNZIONA IL TRANSITION TOUR
COME CAMBIA IL RANKING
“STATE UCCIDENDO IL NOSTRO SPORT”

Impossibile, tuttavia, vedere solo del bene nel Transition Tour: “Trovo però un controsenso in tale regola: concedendo questa importanza al ranking mondiale under 18, l’ITF spinge i giovani a fare tanta attività Junior. Bisogna considerare che se un giovane di qualità frequenta la scuola fino al termine del liceo, sarà per lui impossibile costruirsi un’ottima classifica under 18 nonostante ne abbia i mezzi. Da questo punto di vista secondo me l’ITF sbaglia a dare il messaggio di trascurare la scuola. Inoltre mi lascia perplesso l’irruenza con la quale il Transition Tour è entrato in vigore. Fino all’anno scorso neanche molti addetti ai lavori conoscevano in maniera adeguata questo nuovo circuito. Le regole precedenti esistevano da 30/40 anni: qualcosa andava cambiato, ma in modo graduale. Poi trovo queste regole poco chiare e molto confusionarie. Oggi è molto più frequente trovare nei tabelloni ITF teste di serie più scarse di chi non lo è, non mi piace. Diciamo anche che con il Transition Tour, che aumenta l’importanza delle wild card, i giovani di molti Paesi di buona tradizione tennistica che organizzano pochi Challenger sono fortemente penalizzati. In Italia, essendoci tanti tornei così, sarà facile far fare attività Challenger ai migliori azzurrini tramite wild card. Bisogna aiutare le federazioni più piccole”.

In conclusione, il bilancio di Petrazzuolo: “Secondo me la nuova riforma avvantaggia solo chi già detiene una buona classifica. Ora il numero 300 ATP dovrebbe fare 20 primi turni consecutivi per perdere tale ranking e uscire dai tabelloni principali dei Challenger. È troppo facile mantenere una classifica così, considerando che nel Transition Tour non sono in palio punti ATP. Bisogna arrivare tra i primi 20 del Transition Tour per giocare regolarmente i Challenger: tra i primi 20 di un circuito di 2.000 giocatori, difficilissimo. In questo modo si perderanno un sacco di talenti che non riceveranno wild card e si alzerà ancora l’età media nell’ATP. Anche perché per un giovane è importante confrontarsi a livelli diversi, ma con queste regole può limitarsi solo a quello del Transition Tour. Sarà questo il vero problema, emergere”.

SportFace