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Settimana dopo settimana, aumentano copiose le polemiche dei tennisti di tutto il mondo contro l’ITF World Tennis Tour, noto come ITF Transition Tour. La nuova riforma approvata e messa in pratica dalla federazione internazionale penalizza clamorosamente migliaia di giocatori che nelle ultime stagioni disputavano regolarmente i tabelloni principali dei tornei $15.000 e $25.000, giocatori con un discreto ranking ATP o WTA (da numero 500 circa a “scendere”) che gareggiavano senza sosta per entrare nel “tennis che conta”.
COME FUNZIONA IL TRANSITION TOUR
COME CAMBIA IL RANKING
IL NUOVO CIRCUITO PER LE WILD CARD
I TENNISTI: “STATE UCCIDENDO IL NOSTRO SPORT”
GALOPPINI: “TANTI SMETTERANNO DI GIOCARE”
PEREZ SANZ: “A NESSUNO PIACE IL CAMBIAMENTO”
I TENNISTI: “TORNEI O SOLO BUSINESS?”
Tali atleti oggi fanno enorme fatica a competere a causa dei “tagli” del nuovo circuito: le liste degli alternates si dilungano a dismisura, molti tornei sono inaccessibili ai più e il sogno di diventare professionista rischia di essere accantonato improvvisamente.
Allora i villaggi che ospitano per diverse settimane consecutive tornei $15.000 e $25.000 propongono una novità che viene apparentemente incontro ai tennisti: le prequalificazioni. Il regolamento è semplice: viene stilato totalmente a sorteggio un tabellone, i cui match vengono disputati con due set su tre a 4 game e un super tie-break al posto del terzo set. Il vincitore si aggiudica una wild card nel tabellone principale del torneo ITF che inizia qualche giorno dopo, mentre il finalista ne conquista una per le qualificazioni dello stesso. Chi può partecipare? Solo ed esclusivamente chi alloggia almeno 3 giorni all’interno del villaggio, sborsando per l’iscrizione 50 euro. Ed ecco che i giocatori gridano allo scandalo.
Le prequalificazioni del torneo $15.000 maschile di Antalya (Turchia), il cui tabellone principale è iniziato lunedì 18 febbraio, hanno visto scendere in campo 22 giocatori (di cui 5 italiani). Solo per le iscrizioni, quindi, il villaggio organizzatore ha incassato 1.100 euro. La condizione “giochi le prequali solo se dormi nel villaggio” ha costretto ognuno dei giocatori a versare altri 65 euro al giorno per tre giorni, mettendo insieme altri 4.290 euro. Dunque in totale il villaggio di Antalya ha guadagnato 5.390 euro per tre giorni di prequalificazioni che hanno assegnato 2 wild card. Un gran bel business, considerando che quando i partecipanti alle prequali sono qualcuno in più il guadagno arriva agevolmente a 6.000 euro.
Ma quanto costa organizzare ciò? Molto poco. Ogni match si gioca con 3 palline che non vengono assolutamente cambiate, neanche in caso di terzo set. Di arbitri di sedia neanche l’ombra, di giudici di linea neanche a parlarne. La manutenzione dei campi? Ci pensano i giocatori, costretti a passare autonomamente il tappeto prima dell’inizio della partita. Gli stessi giocatori che affrontandosi in due set “corti” con super tie-break al posto del terzo set garantiscono uno scorrimento rapido degli incontri e la conseguente disponibilità dei campi per buona parte della giornata.
Mai come adesso i tennisti lontani dai vertici si sentono traditi, impotenti e ricchi di incertezze sul proprio futuro. La battaglia da scatenare contro l’ITF potrebbe riportare un minimo di sereno, ma è forte la possibilità che le regole non cambino più. “Players vs ITF”, si troverà un compromesso?