E’ il day after della straordinaria vittoria dell’Italia del Tennis in Coppa Davis, ma ancora l’entusiasmo è altissimo e la sensazione è che lo sarà per tanto tempo. Dopo le ore che hanno segnato il ritorno dei tennisti e di capitan Volandri in Italia, la serata è stato modo per alcuni dei protagonisti di essere intervistati. Volandri e Sonetto sono stati intervistati dai microfoni di Rai Due nel programma Tg2 Post. Queste le loro parole.
Volandri: “Eravamo ottimisti ma non così tanto, specie dopo la sconfitta col Canada a Bologna. Forse però è stato quello a spingerci, dopo quel 3-0 ci siamo compattati di più, abbiamo utilizzato la parola ‘famiglia’, è passare dalle difficoltà che ti porta più lontano. Siamo riusciti a portarla a casa grazie alla disponibilità di questi ragazzi. Cosa mi ha detto Pietrangeli? Ha voluto fare una foto con me, mi ha detto ‘è un passaggio di consegne’. Per me è stato un bel motivo d’orgoglio. Anche Bertolucci mi ha scritto prima della finale, mi ha detto: ‘Portiamola a casa. Questo lavoro è iniziato due anni e mezzo fa, almeno 4 ragazzi hanno esordito con me, lavorare e stare con loro tutto l’anno è stata la chiave di questo successo. Sinner sta lavorando per quello, per portare a casa più di uno Slam, diventare numero 1 e rimanerci. Ma non dipende solo da lui, ci sono gli Alcaraz, i Rune che vogliono pure arrivare lassù, c’è sempre Djokovic che ha una qualità straordinaria. Ma è questione di tempo“.
Sonego: “Tante emozioni, ancora non riesco a descrivere quello che abbiamo provato. È una cosa che cercavamo da un po’ di anni, c’eravamo andati vicini, siamo cresciuti sempre di più e finalmente ci siamo riusciti: abbiamo portato la coppa a casa. Siamo un gruppo di amici dove tutti ci vogliamo bene, ragazzi umili e semplici, e questo ha fatto la differenza. Ci siamo caricati tanto, anche nelle sconfitte o nei momenti di difficoltà c’era il supporto di tutti, è stato fondamentale per andare avanti e vincere insieme. Sinner non ha battuto ciglio, lui ci ha guardato e ci ha caricato. Ho pensato ‘o è matto o ci crede veramente’. È stato un fenomeno“.