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PALERMO – A Palermo per fare esperienza. A 32 anni e dopo un’ottima prima parte di stagione Giulia Gatto-Monticone ha ricevuto la wild card per il tabellone principale del torneo Wta di Palermo 2019, che torna a distanza di sei anni dall’ultima edizione, nella quale peraltro la tennista torinese aveva trovato il primo main draw del circuito maggiore in carriera. Ricordi piacevoli, ma lo sguardo è tutto rivolto verso l’imminente futuro. A raccontarci le prospettive per la seconda parte della stagione, con il match sul Centrale di Wimbledon contro Serena Williams a fare da spartiacque, è Tommaso Iozzo, l’allenatore e compagno di vista della piemontese, nato a Livorno nel 1987 e pioniere in Italia nell’applicazione delle neuroscienze al tennis giocato.
Grazie per la disponibilità a poche ore dall’esordio di Giulia al Palermo Ladies Open. E’ stata fin qui un’annata soddisfacente con l’ingresso nel tabellone principale di Roland Garros e Wimbledon. Proprio a proposito del torneo londinese, cosa è cambiato dopo il match sul Centrale contro Serena Williams?
“Si è trattato di un’esperienza importantissima ed emozionante, ripaga gli sforzi. E’ una partita che vale una carriera, Giulia può aver acquisito maggior consapevolezza, una vera dimostrazione a se stessa che può competere ad alti livelli”.
I tuoi metodi di allenamento, lo sappiamo, uniscono la parte tecnica a quella psicofisica. Cosa serve a Giulia Gatto-Monticone per fare uno step ulteriore per poter puntare a 32 anni alla top-100?
“E’ il nostro obiettivo. La prima parte di stagione è stata importante perché ci ha fatto capire su cosa dobbiamo lavorare. Ora dopo questo torneo ci fermiamo un po’: andremo a vedere le cose che abbiamo notato in questi mesi, del resto Giulia ha avuto opportunità di confrontarsi con giocatrici ampiamente tra le prime cento. Questo ha aiutato me e il mio staff a capire cosa serve, quali sono le mancanze, come possiamo lavorare. Dal punto di vista mentale il lavoro è continuo, a livello psicofisico ci sono ancora caratteristiche migliorabili: lavoreremo sulla soglia dell’attenzione e della concentrazione e sul rilassamento muscolare, dal punto di vista tecnico secondo me è implementabile il servizio e dal punto di vista tattico alcuni schemi”.
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Qui a Palermo Giulia Gatto-Monticone ha trovato il primo accesso in carriera in un main draw Wta nel 2013. Torna sui campi del Country a distanza di sei anni, qual è l’obiettivo stimato per poter tornare a casa soddisfatti?
“L’obiettivo in questi tornei è quello di fare esperienza. Sembra un paradosso visto che a 32 anni già si dovrebbe averla, ma in realtà ogni percorso è diverso. Quello che spero è che possa trarre da questa esperienza nuova consapevolezza. Anche l’avversario di oggi (la tedesca Antonia Lottner, ndr) è molto forte, non sarà assolutamente facile. Non mi piace considerare questi tornei come banchi di prova, è “solo” una fonte di studio continuo”.
Lunedì scorso best ranking, 149esima posizione, oggi leggermente più giù. Storicamente Giulia si è trovata meglio sul cemento, ma anche sulla terra di Palermo può dire la sua…
“Rimane un’incognita enorme questa. Lei ha colto risultati un po’ su tutte le superfici, ti direi piuttosto che è l’erba la superficie sulla quale si è trovata meglio anche se con pochissime partite alle spalle. Da un lato è svantaggiante, ancora a 32 anni non abbiamo capito quale sia la sua superficie, però a livello di prevenzione fisica poter alternare tutte le superfici è importante”.
Dopo questo inizio superiore alle aspettative, con due Slam, è cambiato qualcosa dal punto di vista mentale nell’approccio all’allenamento?
“Mi ricollego a quando hai parlato di best ranking, ecco, questo è un tassello importante. Aver raggiunto un obiettivo come questo è fonte di gran soddisfazione. L’approccio all’allenamento è sempre stato buono: in questo periodo la parola chiave è la consapevolezza, dal punto di vista dell’allenamento è sempre stata molto diligente, se no per la storia che ha avuto sarebbe stato davvero complesso”.Â
L’intervista audio completa:
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