“Alejandro e De Minaur si conoscono da tantissimo. E’ chiaro che l’australiano sia un paio di passi avanti però molta differenza è fatta dalla parte mentale. Alejandro può giocare per un’ora e mezza contro chiunque nel circuito poi però entra in gioco l’esperienza ed è qui che si fa lo step successivo”. Queste sono le parole di Jorge Aguirre coach di Alejandro Davidovich Fokina che rivela ai microfoni di Sportface di non essere particolarmente sorpreso per il modo in cui il suo allievo ha tenuto testa ad Alex De Minaur nel match valido per il gruppo A delle ATP Next Gen Finals 2019. “Con questo format i match sono quasi sempre combattuti e ci sono costanti ribaltoni. Serve molta concentrazione specialmente nei turni di servizio – commenta Jorge poco dopo la prima uscita del tennista spagnolo sul campo dell’Allianz Cloud – Alejandro con questo format ha vinto i campionati spagnoli lo scorso anno e non ci siamo dovuti preparare in modo specifico per il torneo”.
Parlando delle regole Jorge rivela di apprezzare molto quella del coaching con l’utilizzo della cuffia: “Credo la regola del coaching sia fondamentale per il futuro e andrebbe introdotta in pianta stabile nel circuito. Con i giocatori lavoriamo tutto l’anno quindi sarebbe bello poter intervenire nel corso del match e credo possa essere interessante anche per gli spettatori – prosegue il tecnico del tennista di Malaga che parla della regola del no-ad che può trasformare il match in una lotteria – Oggi contro De Minaur in un paio di occasioni il punto secco ha indirizzato in maniera importante i set ed anche giocandoli bene Alejandro ne ha persi alcuni che poi hanno fatto la differenza nel punteggio finale”.
Indipendentemente dal risultato finale delle Next Gen Finals – dove il ritiro di Denis Shapovalov è stato decisivo per l’ingresso tra gli otto di Milano – il 2019 di Davidovich Fochina è stato ricco di traguardi e risultati raggiunti. L’iberico ha iniziato l’anno fuori dai primi 200 ed è riuscito a chiudere in top 100 vincendo i Challenger di Siviglia e Liuzhou. “Ogni anno con Alejandro abbiamo grandi aspettative perché da anni è uno dei migliori al mondo nella sua fascia d’età – spiega Jorge che non è rimasto sorpreso del livello raggiunto dal suo protetto – Non sai mai quanti tornei puoi vincere, ma sapevamo che potevamo crescere sul piano del gioco e migliorare la classifica”. Per il 2020 il team del classe 99 si aspetta ulteriori miglioramenti: “Quando finirà la stagione ci concentreremo su ciò che è appena accaduto analizzato l’anno passato. Poi capiremo cosa ci servirà per per entrare tra i primi 40 o 50 del ranking“.
In conclusione Jorge Aguirre parla del rapporto con il ragazzo che guida da quasi dieci anni: “Alleno Alejandro da quando era undicenne. Conosco la sua personalità quindi so quando è il momento di spronarlo e quando devo lasciargli spazio – afferma con serenità – Le discussioni ci sono come avviene in una normale famiglia, ma sappiamo che cerchiamo di fare entrambi il nostro meglio e c’è rispetto reciproco. Lui dall’inizio ha creduto nel mio lavoro e questa è una delle sue qualità migliori.”.