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“Il torneo è iniziato con diverse difficoltà per me, il mio match di primo turno è stato interrotto dopo un set a causa della pioggia e abbiamo ripreso il giorno dopo con condizioni diverse. Io però ho gestito bene la situazione in campo e anche l’organizzazione si è mostrata all’altezza”. Con queste parole Matteo Arnaldi commenta ai microfoni di Sportface l’inizio della sua avventura nel Trofeo Bonfiglio 2019. L’azzurro che nel tabellone maschile si presentava come primo degli italiani non ha tradito le aspettative e si è superato raggiungendo la semifinale sui campi del T.C Milano Alberto Bonacossa. Guardando il tabellone spicca il trionfo nel match di quarti di finale contro la prima testa di serie della rassegna, l’americano Emilio Nava. Ad ogni modo Arnaldi torna alle prime giornate della rassegna e racconta: “Ho avuto la fortuna di aver vinto il set prima dell’interruzione così alla ripresa la pressione era tutta sul mio avversario che non poteva permettersi passi falsi. Fuori dal campo durante gli stop per pioggia bisogna sempre stare con la testa sulla partita – dichiara il sanremese che svela anche un piccolo problema avuto al secondo round – Contro Lapadat inizialmente mi sono tenuto un po’ perché avevo una piccola contrattura alla gamba sinistra però ho messo un tape e il dolore nel corso del match è sparito”.
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Arnaldi scopre il tennis nella sua Sanremo e lo fa grazie grazie al nonno: “Ho iniziato a giocare a quattro anni. Mio nonno era socio di un circolo a Sanremo. Pian piano mi sono appassionato a questo sport anche grazie all’atmosfera del tennis club e adesso sono contento di potermi dedicare interamente al tennis”. Ad oggi però il tennista ligure ha lasciato la sua casa per fare base proprio nel capoluogo lombardo dove sta andando in scena il Bonfiglio: “Attualmente mi alleno alla Milano Tennis Academy e mi sto trovando bene – dice Arnaldi che poi svela il lavoro fatto recentemente – Mi sto impegnando per spingere di più la palla in modo da subire meno il gioco degli avversari. Inoltre ho fatto qualche ritocco al servizio e sto cercando di aumentare il numero di discese a rete. In generale sento di fare un gioco aggressivo anche se mi muovo bene dietro la riga, se dovessi definirmi direi che sono un contrattaccante”. Quando parla di tennis Matteo trasmette entusiasmo con le sue parole e anche fuori dal campo vive intensamente il rapporto con il suo sport: “Mi piace molto guardare partite in tv e sono sempre informato sull’andamento dei tornei – dichiara il classe 2001 che quando possibile va sui campi a vedere i match degli altri giocatori – Durante i miei tornei non vado sui campi finché non gioco il mio match, prima delle partite preferisco stare sulle mie magari passando tempo in spogliatoio da solo. Dopo aver giocato invece se posso vedo volentieri i match degli amici o dei possibili avversari”.
Nell’ultimo anno Arnaldi ha messo in cascina due esperienze importanti per la sua formazione tennistica. La più recente risale ad aprile 2019 e ha visto Matteo ai nastri di partenza del primo Challenger della sua carriera. A Barletta infatti il ligure ha giocato prima le qualificazioni e poi ha debuttato in main draw da lucky loser. Il campo ha dato due sconfitte contro Sumit Nagal e Lorenzo Musetti, ma l’esperienza raccolta vale più del risultato come ci racconta Matteo stesso: “Quello dei Challenger è un altro mondo, l’organizzazione è diversa e soprattutto il livello del tennis giocato è totalmente differente. Giocarlo mi è servito, ho capito cosa manca al mio gioco e ora sono più consapevole degli aspetti in cui faccio fatica e che sono obbligato a migliorare per ritagliarmi spazio ad alti livelli”. L’altra avventura vissuta da Matteo è quella degli Slam juniores, le partecipazioni agli U.S Open e agli Australian Open non hanno restituito i risultati sperati, ma restano una tappa fondamentale nella giovane carriera del tennista di Sanremo: “Giocare U.S Open e Australian Open è stato molto bello. Mi sono goduto di più il secondo perché è il mio slam preferito, mi sono ritrovato nell’ambiente che sognavo e nel 2018 avevo lavorato proprio per poterlo giocare. Purtroppo a Melbourne non sono stato benissimo quindi in campo non ho raccolto molto. Però in generale esperienze di questo tipo ti danno nuova linfa per il rientro a casa e ti spingono a lavorare ancora di più”.
Matteo parla anche di come vive il buon momento del tennis azzurro a livello junior: “Onestamente sto vivendo bene la rivalità a distanza con Musetti, Zeppieri e Sinner. I loro risultati mi hanno fatto capire che posso farcela. Più loro vanno avanti più io ho voglia di seguirli quindi a livello di stimoli è una cosa positiva”. Arnaldi conclude poi svelando i piani per il prossimo futuro: “Dopo il Bonfiglio giocherò Roland Garros e Wimbledon. Poi probabilmente non giocherò più tornei junior anche perché questo è il mio ultimo anno. L’idea dopo i due slam è quella di dedicarmi ai tornei ITF sperando di poter aver qualche wild card nei Challenger per provare a prendere classifica ATP.
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