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INTERVISTA – Luca Nardi: “Contento del lavoro svolto anche se l’infortunio ha mandato all’aria i miei piani”

Luca Nardi
Luca Nardi - Foto Francesco Panunzio

DALL’INVIATO A MILANO

L’infortunio ha mandato in aria parte dei piani che avevo per la stagione. Volevo concentrarmi sui tornei junior nella prima parte e poi provare a giocare al piano superiore. Purtroppo sono stato fermo quattro mesi per via di una serie di problemi alla schiena. Riprendere posizioni dopo un lungo stop non è facile quindi ho scelto di dedicarmi all’attività juniores per il momentoqueste sono le parole di Luca Nardi che alla vigilia dell’edizione 2019 del Trofeo Bonfiglio ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sportface.it. La corsa del classe 2003 nei primi mesi dell’anno è stata rallentata da un infortunio che adesso lo mette davanti alla stagione più complicata della sua giovane carriera: Affrontare lo stop è stato duro, durante il periodo dell’infortunio facevo ogni giorno tre ore di riabilitazione. Io volevo continuare a giocare però le persone che mi seguono mi hanno detto che la cosa migliore era stare fermo – racconta Luca che per via dei problemi fisici ha dovuto anche limitare la preparazione in vista dell’anno nuovo – Attualmente lavoro al Circolo Tennis Baratoff di Pesaro con Francesco Sani e Gabriele Costantini che sono i miei maestri. Purtroppo l’infortunio non mi ha permesso di fare grandi cose in inverno, quando ho ripreso ho lavorato bene sulla parte tecnica, in particolare sul rovescio e sul servizio che ha richiesto qualche aggiustamento”.

Ripercorrendo l’inizio della sua storia tennistica Nardi racconta di come il primo in famiglia ad avvicinarsi alla racchetta sia stato il fratello: “Mio fratello ha iniziato a giocare quando avevo 4 anni. Il tennis mi è subito piaciuto anche se inizialmente mi limitavo a guardare, poi intorno all’età di 7 anni ho iniziato a giocare”. Dopo aver raccontato l’inizio del suo cammino Luca parla del tennis che oggi porta in campo: Mi piace giocare un tennis aggressivo, cerco spesso di chiudere in quattro colpi e prendo volentieri la via della rete. Per questo il cemento è la superficie dove mi esprimo al meglio. Negli ultimi tempi però sono migliorato sul piano atletico quindi non ho difficoltà a reggere scambi prolungati anche se continuo a preferire punti rapidi”.

Il tennista pesarese racconta poi quello che è il suo rapporto con il tennis fuori dal campo e nelle decisioni che riguardano l’attrezzatura: Le decisioni sulla racchetta naturalmente le ho prese io anche se chiedo pareri a chi mi vede fuori dal campo e può darmi impressioni su come viaggia la mia palla con un attrezzo piuttosto che con un altro. Sulle corde invece mi fido di chi ne capisce di più, però la parola finale è la mia dato che il feeling dato dalle corde è soggettivo”. Fuori dal campo Luca invece riesce ad andare oltre al suo sport e coltiva anche altri interessi: Personalmente il tennis mi piace giocarlo, vederlo in tv non mi piace troppo e a volte annoia. Durante il tempo libero preferisco guardare e praticare altri sport. Quando riesco vado anche a giocare a calcetto con gli amici”. Parlando di hobby extracampo un altro aspetto che Nardi apprezza molto di ciò che sta riuscendo a fare è viaggiare come lui stesso afferma: “La programmazione la stilo con i maestri e poi naturalmente la condivido anche con i miei genitori. Viaggiare è un aspetto del tennis che mi piace molto, quando sono in una città bella la visito volentieri e cerco di non stare tutto il tempo in hotel”.

Nardi affronta un altro tema ricorrente del mondo juniores, quello delle pressioni. Questo aspetto fa parte della carriera di ogni tennista, ma Luca dalle sue parole sembra affrontare la questione con serenità: Non mi preoccupo degli altri, di ciò che pensano o si aspettano. Io non do peso a nessuno, penso solo al lavoro che devo fare per migliorare quindi non sento grosse pressioni su di me – racconta il marchigiano che poi spende anche due parole sui ragazzi più grandi di qualche anno che stanno iniziando a togliersi le prime soddisfazioni – Sarà dura crescere nell’epoca di ragazzi forti come Musetti, Zeppieri e Sinner. I primi due li conosco personalmente e siamo amici. Jannik invece non ho avuto modo di incontrarlo dato che non ha frequentato i tornei juniores. Ad ogni modo il loro lavoro può essere un esempio da seguire e con il duro lavoro spero di poter ottenere buoni risultati”.

L’avventura sui campi del Tennis Club Milano non è andata nel migliore dei modi per Nardi, eliminato al primo round dall’ucraino Illya Beloborodko. Questo però non deve preoccupare un ragazzo che nei prossimi anni avrà modo di rifarsi sui campi in terra dell’Alberto Bonacossa. “Sono stato privilegiato dalla Federazione che mi ha dato una wild card e vivo un’esperienza importante in un torneo che vede al via molti giocatori forti – racconta Nardi che ci ha dato qualche impressione sull’organizzazione della rassegna lombarda prima del debutto in campo – L’organizzazione è buona, siamo trattati bene e abbiamo tutto pagato. L’impressione è quella di stare in un torneo del circuito maggiore,  anche con la pioggia si sono mostrati organizzati”. Proprio la pioggia ha rinviato di una giornata il debutto di Nardi nel Bonfiglio. Dato che nella settimana degli Internazionali BNL d’Italia si è parlato molto di come i giocatori siano condizionati dalle giornate di pioggia abbiamo colto l’occasione per chiedere a Luca come affronta i momenti di stallo dovuti al maltempo: Durante i momenti morti dovuti alla pioggia mi concentro personalmente sul non spendere energia, quindi cammino poco, sto seduto e cerco di non fare troppe attività” ha detto il giovane ragazzo. 

In conclusione Nardi svela gli obiettivi personali dell’annata che sono stati rimaneggiati dopo l’infortunio: L’obiettivo del 2019 è quello di costruirmi una buona classifica junior per giocare i tornei dello slam. Purtroppo dovrò saltare il Roland Garros perché non sono riuscito ad entrare. Più avanti spero anche di poter giocare qualche torneo al piano superiore per provare a prendere qualche punto e avere modo di cimentarmi in una nuova esperienza”.  

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