In Italia il nome di Emilio Nava richiama alla mente il trionfo di Lorenzo Musetti agli Australian Open Juniores. L’americano di origini messicane in quel di Melbourne ha infatti ceduto nella finale disputata contro l’azzurro oltreché nella finale di doppio giocata in coppia con Dalibor Svrcina. Nell’ultimo anno della sua attività juniores il tennista classe 2001 ha però mostrato al pubblico dello stivale il suo valore in occasione dell’edizione 2019 del Trofeo Bonfiglio. Nonostante la dipartita nei quarti di finale contro il nostro Matteo Arnaldi, Nava infatti si è reso protagonista sui campi del Tennis Club Milano con il successo nel match di cartello del secondo turno contro la promessa spagnola Carlos Alcaraz Grafia. Il confronto con il protetto di Juan Carlos Ferrero si è concluso con il punteggio di 6-4 3-6 7-6(2) dopo tre ore di gioco e il racconto di Nava ai microfoni di Sportface parte proprio dal match che ha tenuto incollato il pubblico milanese alle reti di Campo 8. “Sono contento di aver vinto il match contro Carlos. Io e lui siamo molto amici e spesso ci alleniamo insieme quando siamo in Spagna all’accademia di Ferrero – dichiara Emilio nelle ore successive al successo – In campo siamo stati entrambi solidi e nel corso del match l’intensità degli scambi è sempre andata a crescere. Nel terzo parziale sono stato ad un passo dalla sconfitta – prosegue l’analisi del confronto – ho recuperato due break di svantaggio e poi sul 6-5 lui ha di nuovo servito per il match. Partite come queste sono sempre complicate perché l’avversario ti conosce bene quindi non puoi cambiare troppo del tuo gioco perché sai che lui è in grado di adottare le giuste contromisure”.
Nava ha poi commentato la sua partecipazione alla manifestazione del Tennis Club Milano e ha speso belle parole nei confronti dell’organizzazione: “L’anno scorso in singolare ho contro Tabur al primo turno però sono stato entusiasta dell’organizzazione del Bonfiglio che ha un’efficienza alla quale non siamo abituati nel circuito juniores. Amo tutto di questa manifestazione che rientra nella mia top 3 – dichiara il ragazzo che spiega anche la sua scelta di giocare il torneo nonostante in stagione si sia già dedicato all’attività professionistica – “E’ vero che ho giocato molti tornei ITF e un paio di Challenger. Però come ho detto il Bonfiglio è un torneo dove mi sono trovato bene, il livello di tennis è molto alto ed è ideale per preparare il Roland Garros”.
“Mia madre era una giocatrice quindi tutti in famiglia siamo stati introdotti al tennis. I primi a giocare sono stati i miei fratelli, poi ho iniziato io quando avevo 3-4 anni” nel raccontare l’inizio del suo cammino tennistico Emilio non fa mistero del fatto che ad introdurlo al tennis sia stata sua madre Xochitl Escobedo, tennista messicana che nel 1989 raggiunse la posizione numero 284 del ranking di singolare e nel 1992 entrò nella top 200 in doppio. Mamma Xochitl non è però l’unica atleta della famiglia come precisa Nava: “Nella mia formazione è stato importante avere due atleti come genitori. Mio padre Eduardo infatti era un corridore e ha corso i 100 metri all’Olimpiade del 1988 – afferma il ragazzo che da parte materna può inoltre vantare la parentela con Ernesto Escobedo (n°67 ATP come best ranking nel luglio 2017) – Anche mio cugino naturalmente è una figura importante che mi sta dando consigli utili dato che ha già passato la trafila dei tornei juniores e sa cosa sto affrontando”. Emilio Nava attualmente si allena all’accademia di Juan Carlos Ferrero come lui stesso ha anticipato nell’analisi del match contro Alcaraz Grafia: “Il mio coach in accademia è Oscar Soria che mi guida insieme a mia madre”. Nella descrizione del suo tennis Emilio è sintetico anche se dà l’idea di ciò che prova a fare in campo: “Picchio la palla più forte che posso e se va dentro bene. Questo naturalmente mi rende più adatto ai campi veloci, sulla terra devo muovermi di più e scambiare maggiormente”.
Nava ha frequentato molto i tornei dell’Itf World Tour nella prima parte di stagione e ha commentato le difficoltà che la riforma del transition tour ha portato ad una determinata fascia di giocatori prima del cambio di rotta dell’ITF: “Il transition tour ha reso complicato il percorso per molti giocatori del college che non svolgono unicamente l’attività tennistica. In passato questi ragazzi potevano provare a prendere parte ai futures, in questa stagione invece non potendo entrare nelle qualificazioni non hanno neanche avuto chance per provare il salto dal college al professionismo – racconta Emilio che però dalla situazione ha potuto trarre vantaggi a livello personale – Noi Junior specialmente quelli con il ranking alto invece siamo stati favoriti dal cambiamento e abbiamo avuto più chance di giocare subito in main draw”. Una volta parlato del college Nava parla anche di quella che può essere l’esperienza scolastica per un tennista che frequenta costantemente il circuito juniores: “E’ dura gestire la scuola. Giochiamo match che ci mettono a dura prova e la nostra giornata non finisce comunque con le partite perché poi devi recuperare e rientrare in hotel. Non è di certo facile mettersi sui libri o al computer e studiare dopo giornate di questo tipo.
In conclusione Nava parla della sua programmazione e degli obiettivi per il resto del 2019: “Sulla programmazione non so dire molto. All’inizio dell’anno preparo sempre il calendario però poi durante la stagione sei sempre costretto a far modifiche perché cambia la tua classifica o ricevi wild card. Dal punto di vista logistico inoltre può accadere anche che magari esci al primo turno e quindi devi allenarti tutta la settimana senza avere l’ospitalità -racconta Emilio che invece non fa mistero del suo obiettivo principale – Giocherò ancora gli slam a livello junior e vorrei vincerne uno prima di abbandonare il circuito Under 18“.