Da Bologna
L’infortunio alla schiena gli sta negando la gioia dell’esordio, ma parte del suo sogno Andrea Vavassori lo ha realizzato. All’età di 28 anni il tennista di Torino, numero 42 ATP in doppio e numero 139 in singolare, ha strappato la prima convocazione in Coppa Davis. Il clima di squadra lo esalta dai tempi delle prime competizioni a squadre e l’atmosfera di Bologna sarebbe perfetta per lui, da giugno compagno di doppio di Bolelli.
Il problema rimediato nella semifinale del Challenger di Genova al momento non è stato assorbito e quindi difficilmente arriverà l’emozione dell’esordio, ma in prospettiva Andrea è un elemento che potrà fare di nuovo parte di questo gruppo. Alla vigilia della sfida che vedrà l’Italia impegnata contro il Cile, Sportface ha intervistato Davide Vavassori, padre e coach del tennista piemontese.
Al netto dell’infortunio, Andrea con la chiamata nazionale ha realizzato un sogno. Come sta andando?
“La Coppa Davis era da sempre uno dei nostri obiettivi, Andrea è cresciuto sognando la maglia azzurra e abbiamo fatto il possibile per strappare una convocazione. A questo giro siamo stati sfortunati perché ci hanno chiamato giovedì scorso e poi è arrivato il problema alla schiena. Il team medico sta provando a risolvere il problema, ma non abbiamo certezze”.
Prima della semifinale di Genova c’erano state avvisaglie di problemi fisici?
“No, niente. Giovedì quando è arrivata la conferma stava bene. Poi va chiarito che Andrea è entrato al posto di Sinner, non al posto di Fognini come si è letto in giro. Le tempistiche sono state differenti. Andrea era nei sette pre convocati, alla fine c’è stata la scelta del capitano di considerare Fognini non pronto. Poco dopo c’è stato l’infortunio di Berrettini e poi all’ultimo momento c’è stata la defezione di Sinner. Sonego era già entrato al posto di Fognini, al posto di Berrettini è entrato Arnaldi e al posto di Sinner è entrato Andrea. Questo è l’ordine temporale”.
Nel 2019, anno del Transition Tour a livello ITF, Andrea si trovò a scegliere tra doppio e singolare. Alla fine è riuscito a gestire entrambi, a livello di calendario immagino richieda grande sforzo.
“Si è una cosa molto complicata da gestire. In doppio abbiamo una certa classifica, mentre in doppio siamo indietro quindi a volte è difficile far andare d’accordo queste due piste. In passato per esigenze di un certo tipo Andrea ha cambiato spesso compagno, quest’anno è nata invece la possibilità di giocare con Bolelli. Simone è un compagno affidabile, di livello ed un professionista serio che vuole giocare con costanza. Dato che la Davis, insieme all’Olimpiade, è un nostro obiettivo, non potevamo rifiutarci di giocare con lui. Noi dobbiamo dunque essere seri e scrupolosi nei suoi confronti, giocando i tornei più importanti. Allo stesso tempo la classifica del singolare ci ha visto arrivare a ridosso della top 100, Andrea ha provato le qualificazioni degli ATP 250 ma non è che siano una passeggiata. Poi a volte arrivi da un’altra città poco dopo aver giocato la finale del doppio. Penso a ciò che è successo dopo Halle, quel giorno abbiamo preso l’aereo per Wimbledon e siamo arrivati al club un’ora prima di giocare”.
Purtroppo non abbiamo potuto vederla all’opera con la maglia azzurra, ma quanto è competitiva questa coppia secondo te?
“Da ciò che ho visto in campo secondo me se Simone e Andrea trovano continuità l’anno prossimo possono fare una grande stagione ed essere in pista per giocarsi un posto alle ATP Finals. A New York hanno avuto un po’ di sfortuna nel trovare Ram e Salisbury al debutto, ma se la sono comunque giocata. Il livello ce l’hanno, ci vuole giusto un po’ di tempo per affinare dei dettagli tecnici dato che giocano da poco tempo. Poi ci vorranno tante partite e un po’ di fortuna”.
Adesso c’è la sfida contro il Cile. Contro Jarry, loro numero 1, Andrea ci ha vinto due volte. Come si batte Nicolas?
“Abbiamo giocato con lui lo scorso anno sul veloce indoor a Bergamo e quest’anno sulla terra a Marrakech. Siamo 2-0 per noi e lo conosciamo bene, quindi ne abbiamo parlato con il capitano e qualche spunto su come affrontarlo lo abbiamo dato”.