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Daniil Medvedev è il re degli Internazionali d’Italia 2023. Il russo è riuscito a conquistare il torneo di Roma dopo aver sconfitto Holger Rune in finale, attraverso il punteggio di 7-5, 7-5. Si tratta del ventesimo titolo in carriera per il tennista di Mosca, il primo sulla terra battuta, “sintomo” evidente del fatto che questa superficie non sia esattamente ideale per le sue caratteristiche da veloce. Sesto Masters 1000 e consacrazione anche sul rosso, dunque, per Medvedev, sempre più il nuovo robot del circuito maschile; più simile a Novak Djokovic di quanto possa esserlo Carlos Alcaraz, dal canto suo più impulsivo e dallo sconfinato talento estroso/istintivo. Il campione di Roma ha superato il giovane Rune con uno schema tattico impeccabile, sfoderando la consueta sapienza strategica, tessendo la sua tela gradualmente e attendendo con astuzia i momenti giusti per incidere.
LA CHIAVE
Non soltanto la classica continuità da fondocampo e la resa difensiva sempre solida, ma anche una qual certa varietà di colpi; una buona varietà di soluzioni tecniche, ma anche diversi accorgimenti tattici che non hanno consentito all’avversario danese di “prender ritmo” come quest’ultimo avrebbe voluto. Rune ha tentato di mostrarsi paziente, forzando soltanto quando necessario e cucinando a fuoco basso l’opponente; buona strategia e diverse chance per far male al moscovita, ma una naturale frenesia e un pizzico di imprudenza nel chiudere gli scambi decisivi hanno cancellato ogni opportunità.
Il tennis di contrattacco di Medvedev ha neutralizzato la volontà di accelerare di Rune: il russo è stato semplicemente eccellente nell’appoggiarsi alla velocità dei colpi dell’avversario; inoltre, il classe ’96 non ha disdegnato la spinta al centro del campo, anche dopo delle seconde di servizio poco vivaci, destabilizzando il giovane rivale. La caparbietà di Medvedev durante gli scambi lunghi, in definitiva, ha sgretolato le certezze di Rune.
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PRIMO SET
Per quanto concerne il primo set della finale, Medvedev ha dovuto superare alcune difficoltà d’approccio alla battuta; ben tre doppi falli all’alba del parziale e diverse prime a togliere le castagne dal fuoco, con il russo chiamato ad annullare ben due palle break nel terzo game: prova del nove positiva. Rune ha mantenuto una buona percentuale di prime in campo e ha avuto successo con molteplici serve and volley ben giocati, con soluzioni interessanti a rete che ne hanno impreziosito le idee.
Mantenendosi avanti nel punteggio, Medvedev ha conferito del pepe al set ben giocato da Rune, mettendo pressione al 2003 della Danimarca; tensione percepita, eccome, dal tennista di Gentofte: un’avventata palla corta sul 30-40 ha permesso un facile recupero in campo aperto a Medvedev, per il 7-5 determinante. A cambiare le sorti del game, decisivo, però, è stato autonomamente il russo: uno straordinario cambio in lungolinea di rovescio ha propiziato il prezioso break. Medvedev zen e pragmatico.
SECONDO SET
Secondo set iniziato però nel peggiore dei modi per il tennista di Mosca, immediatamente indietro nel punteggio dopo aver perso al servizio nel game d’apertura; Rune sin da subito aggressivo e letale con accelerazioni mortifere: una in particolare, con il rovescio lungolinea per lo 0-40, ha infiammato il pubblico di Roma. Svantaggio però prontamente recuperato al termine del quarto game; Medvedev ha ricominciato a martellare in contrattacco, sfinendo Rune dal punto di vista psicologico e inducendo più volte l’avversario alla scelta tattica errata.
Break e contro-break anche tra settimo e decimo game, con Medvedev bravo ad “approfittare” dell’esplosività di Rune, croce e delizia del suo tennis spettacolare, ma ad alto rischio. Dopo aver ripreso in mano il flusso dell’incontro, il classe ’96 ha gestito i giochi mentali meravigliosamente: il dodicesimo game è stato nuovamente dolce; tennis d’attesa e velenoso, come al solito, sino alla resa fisica e tecnica di un Rune comunque lodevole.
Medvedev ha dimostrato, semmai ce ne fosse bisogno, di che pasta sia fatto, un inatteso messaggio in direzione Roland Garros; un campione destinato a inanellare sempre più traguardi, famelico in ogni situazione, stratega, concreto, marmoreo nell’esprimere le emozioni, perfetto nella lettura dei momenti…straordinariamente se stesso: il nuovo re di Roma viene da Mosca ed è una volpe.
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