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Il Foro si sveglia dopo un acquazzone notturno che, fortunatamente, ha lasciato spazio solo a qualche nube mattutina, senza impedire agli appassionati e ai giocatori presenti di vivere una domenica 1° maggio che assomiglia più a una festa del tennis, che a quella dei lavoratori. Un tennis magari lontano dai grandi nomi, ma vicino alle emozioni di chi si trova per la prima volta a calcare questi campi prestigiosi, o di chi ci torna sempre come se fosse la prima volta.
Iniziamo la nostra domenica mattina dal campo 6, dove un ispirato Salvatore Caruso ad inizio partita si esibisce in un vano tentativo di soffiare su una volèe vincente di Mirko Cutuli per provare a farla uscire; la partita non sarà comunque mai in discussione, con un doppio 6-1 a favore di Caruso. Un salto sul Pietrangeli per la chiusura di Thomas Fabbiano, anche lui vincente comodamente su Davide Pontoglio, e l’attenzione viene catalizzata dalla prima delle tante battaglie di giornata: quella che vede la rimonta di un’indomita Martina Colmegna su un’altrettanto combattiva Georgia Brescia, che alla fine è costretta però a cedere per 3-6 6-4 6-4. Martina a fine partita è tanto esausta quanto emozionata, con le lacrime spontanee che l’accompagnano nell’intervista ai nostri microfoni. Ecco, le emozioni di cui parlavamo prima, di cui si fa portavoce anche Omar Giacalone, autore della prima delle molteplici sorprese della giornata di oggi, visto che ha superato per 7-6 6-2 un Luca Vanni sicuramente più abituato di lui a calcare questi palcoscenici; o anche l’ottimo Andrea Vavassori, capace di ribellarsi a un destino che sembrava ormai scritto dopo il 6-0 per Giannessi al primo set, prevalendo poi per 6-1 al terzo. Passeggiano invece, tra i nomi più spendibili per i posti nel paradiso del main draw Cecchinato, Arnaboldi e Mager.
Si continua comunque ad assistere a match lottati, il cui principale rappresentante di giornata è senza dubbio la maratona Di Sarra-Barbieri, con le oltre tre ore di gioco e i tre tie-break, con la Di Sarra brava a vincere quello del set decisivo. Altra maratona e altra sorpresa è quella del Grandstand, dove Martina Trevisan, dopo aver vinto il primo set per 6-1, sembra in totale controllo su Francesca Palmigiano. A questo punto però, come ci ha confidato Francesca dopo la partita, “ho cercato di cambiare il ritmo, sono stata lì, ho salvato match point, non ho mai smesso di lottare” ed ecco che arriva il ribaltone con il 7-5 al terzo set per la Palmigiano. Sempre sul Grandstand avevano aperto le danze Grymalska e Samsonova, con la prima (che peraltro è riuscita a vincere il torneo di prequalificazione dal 2011 al 2014) capace di spuntarla per 6-4 al parziale decisivo.
Si può pensare che gli incontri delle prequalificazioni non vedano il pubblico delle grandi occasioni, ma basta passare sul campo 3 durante la sfida tra Matteo Fago ed Edoardo Eremin per capire che non è esattamente così; Fago, nativo di Ceprano, quindi non molto distante da qui, ha una vera e propria curva di supporters, che fanno sentire il loro calore ad ogni punto vinto dal classe 1987. La partita tuttavia, manco a dirlo al terzo set, la vince Eremin.
Un’occhiata a una Burnett che, dopo un inizio in cui non sembrava esattamente centrata, ha vita facile nel secondo set contro la Pasini e via con altri match che definire lottati è riduttivo, come ad esempio la rimonta di Corinna Dentoni su una Spigarelli comunque da applausi o quella di Michele Alexandra Zmau su una Bianca Turati che, negli ultimi punti del tie-break del terzo set, inizia ad accusare i crampi, per poi accasciarsi alla fine dell’incontro ed essere aiutata dalla stessa Zmau a distendere i muscoli ormai esausti: una delle tante piccole cose che rende unica questa meravigliosa competizione chiamata Prequalificazioni.