Un “americano a Roma”. No, non si parla del famosissimo film del compianto Alberto Sordi ma la menzione è riferita al primo semifinalista della 78esima edizione degli Internazionali BNL d’Italia: Reilly Opelka, il gigante di St.Michigan. Il 23enne statunitense prima di questa settimana romana aveva ottenuto solo due vittorie in stagione (entrambe a Melbourne, di cui un agli Australian Open ai danni di Yen-Hsun Lu) e veniva da ben sei sconfitte consecutive a livello ATP. Anche lo score su terra battuta in carriera prima del Foro era decisamente negativo: solo due successi a fronte di dieci match giocati a livello di circuito maggiore. La rassegna capitolina ha cambiato però tutte le carte in tavola: Opelka non ha ancora perso un set su quattro match disputati ed anche oggi nel suo secondo quarto di finale in carriera in un Masters 1000 ha fornito un’eccellente prestazione contro un ispiratissimo Federico Delbonis, sconfitto in due set equilibrati 7-5 7-6(2). Era un’occasione unica per entrambi, l’argentino era addirittura al suo primo quarto in un Masters 1000. La tensione è stato il filo conduttore della sfida ma nei momenti importanti lo statunitense ha mostrato quanto sia riduttivo definirlo un tennista dal solo servizio. Ovvio quello è il colpo sui cui il suo tennis si basa (77 aces nel torneo) ma sta palesando anche buone capacità offensive e, specie quando è deresponsabilizzato, lascia spesso e volentieri l’avversario completamente fermo anche in risposta. Non è un caso se degli otto set giocati nel torneo italiano da Opelka solo due sono terminati al tie-break (il primo parziale del suo ottavo di finale con Karatsev ed il secondo di oggi). Le sue accelerazioni fulminee con entrambi I fondamentali da fondocampo sono state fondamentali nel permettergli di approdare in semifinale, la sua prima in un Masters 1000.
Il suo avversario nel penultimo atto del torneo sarà il “Re della terra battuta”, Rafael Nadal, che si appresta a giocare la semifinale numero 70 in carriera in un torneo di questa portata, la dodicesima a Roma. Dopo le mille fatiche nella battaglia dallo sfondo epico con un sontuoso Denis Shapovalov in ottavi, il numero 2 del mondo, a modo suo, si è infatti preso la rivincita della scorsa settimana a Madrid sul tedesco Alexander Zverev. Il 6-3 6-4 finale porta a credere, erroneamente, sia stata una passeggiata per Nadal. Quest’ultimo, escludendo il 4-0 iniziale, nel primo set ha difatti dovuto tirare fuori il meglio del proprio immenso bagaglio tennistico, ancor più evidente su questa superficie, per avere la meglio su uno Zverev di comunque ottima fattura. Nelle precedenti undici semifinali giocate al Foro il fuoriclasse iberico ha perso solo tre set (l’ultimo con Ernests Gulbis nella semifinale del 2010). Un dato folle, di certo non una buona base di partenza per il colosso statunitense, già costretto ad affrontare l’emozione di sfidare per la prima volta in carriera il campione maiorchino in uno dei suoi “feudi”. Su questa considerazione il pronostico dovrebbe essere scontato ma attenzione perché Opelka non ha nessuna intenzione di concludere la sua favola romana e con i suoi colpi “a cannone” proverà distruggere le infinite certezze del nove volte campione agli Internazionali.
Non meno sorprendente di Opelka è il nome della prima semifinalista agli Internazionali. Si tratta della croata Petra Martic, su cui la “cura Schiavone” sembra funzionare. L’ex numero 14 del mondo, attualmente 25esima nel ranking, nei quarti ha avuto la meglio in due parziali (7-5 6-4) sull’ostica statunitense Jessica Pegula. Lo stupore è derivante dal momento molto complicato vissuto da Martic in quest’ultimo periodo. Nei primi mesi di 2021 sono arrivate pochissime soddisfazioni: solo tre vittorie a fronte di undici match giocati. Dall’approdo nel suo team dell’ex campionessa del Roland Garros qualcosa però è indubbiamente cambiato. I risultati non si erano visti a Istanbul e la scorsa settimana a Madrid ma sono ben visibili questa settimana. La 30enne di Spalato è tornata ed esprimere il suo tennis estremamente preciso e lucido dal punto di vista tattico, con cui era arrivata anche fra le prime 15 giocatrici del ranking mondiale. Nella semifinale più importante della sua carriera, la quattordicesima a livello WTA, la Martic si troverà di fronte la testa di serie numero 9 Karolina Pliskova. Anche quest’ultima era reduce da un periodo non certo brillante ma Roma, dove lo scorso anno fece finale, si conferma un torneo a lei decisamente favorevole. La vittoria in rimonta (4-6 7-5 7-6) nei quarti con una Jelena Ostapenko assolutamente ritornata a buonissimi livelli candida la ceca come ovvia favorita nella semifinale della parte bassa. Il pronostico, tuttavia, non è per nulla chiuso. Questi Internazionali ci stanno dicendo di non dare nulla per scontato.
In questo senso anche il meteo nella giornata odierna ha fatto la sua parte. Certo la pioggia era prevista ma non ci si aspettava non si potessero delineare le semifinali sia in campo maschile che femminile e invece così è stato. Nel pomeriggio nessun altro quarto si è concluso, tranne quello tra la numero 1 del mondo Ashleigh Barty e la stellina statunitense Coco Gauff. Quest’ultima dopo aver perso il primo set per 6 giochi a 4 ed essersi trovata sotto 2 a 1 nel secondo, ha usufruito del ritiro di una Barty malconcia, a causa di problemi alla coscia sinistra e al braccio destro. La 17enne di Atlanta raggiunge così la prima semifinale nella sua giovanissima carriera in un torneo di questo livello ed entra fra le prime 30 del mondo. Ovvio questo successo è stato piuttosto fortunoso ma le qualità fuori dal comune della giovanissima americana erano meritano già un risultato di questo prestigio. Ora in semifinale Coco aspetta la vincente del match fra Iga Swiatek e la bi-campionessa Elina Svitolina. Il loro match non è neppure iniziato.
E gli altri due quarti maschili? Stefanos Tsitsipas, prima dell’ultima interruzione per pioggia era avanti di un set (6-4) e un break (2-1 e servizio) ai danni del numero 1 del mondo Novak Djokovic. Ancora una volta il greco ha palesato di essere in forma smagliante e di meritare appieno la prima posizione nella Race. Il suo tennis coriaceo e completo è davvero difficile da contrastare, anche per il numero 1 del mondo. Una cosa però è certa: il serbo proverà a far fruttare la “pausa fortunata” e quindi il match è ancora da considerarsi pienamente aperto ad ogni conclusione. Infine non si è disputato un quindici neppure nell’ultimo quarto di finale, quello che a noi italiani interessava più da vicino: la sfida fra l’eroina Lorenzo Sonego e il numero 2 della Race, il russo Andrey Rublev. Il match è in programma domani alle 11.