
Novak Djokovic, US Open - Foto Andrew Schwartz / SplashNews.com
Una ventina di giocatori, supportati dal sindacato PTPA (Professional Tennis Players Association), fondato dall’ex numero 1 al mondo Novak Djokovic e dal canadese Vasek Pospisil, hanno avviato azioni legali contro diversi organi di governo del tennis, tra cui l’ATP e la WTA, accusandoli di promuovere un “sistema corrotto, illegale e abusivo“. Come comunicato dal sindacato, le cause legali sono state intentate negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’Unione Europea contro le autorità che gestiscono il tennis, tra le quali oltre ai due già citati maggiori organi vi sono anche la Federazione Internazionale di Tennis (ITF) e l’International Tennis Integrity Agency (ITIA).
Queste le parole del direttore esecutivo della PTPA, Ahmad Nassar: “Il tennis non funziona. I giocatori sono intrappolati in un sistema ingiusto che sfrutta il loro talento, sopprime i loro guadagni e mette a repentaglio la loro salute e sicurezza. Abbiamo esaurito tutte le opzioni per riformarlo attraverso il dialogo“. Tra i tennisti coinvolti nel procedimento legale ci sono l’australiano Nick Kyrgios, la francese Varvara Gracheva e l’americano Reilly Opelka, che hanno aderito all’azione legale negli Stati Uniti, mentre il francese Corentin Moutet e il giapponese Taro Daniel hanno partecipato a quella avviata nel Regno Unito.

Le richieste della PTPA
Nel dettaglio, i giocatori denunciano un “calendario insostenibile”, con tornei programmati per undici mesi l’anno, e la non curanza verso i giocatori, costretti a giocare partite che si prolungano fino alle 3 del mattino. Inoltre, si lamentano di dover affrontare palle diverse ogni settimana, provocando infortuni cronici a polso, gomito e spalla. I querelanti accusano anche il sistema antidoping di sottoporre i giocatori a controlli casuali nel cuore della notte e di interrogarli senza la presenza di un avvocato. Recentemente, alcuni tennisti hanno criticato la gestione dei casi di doping da parte dell’ITIA, in particolare quelli che hanno coinvolto Jannik Sinner e Iga Swiatek, accusando l’agenzia di aver agito con troppa clemenza.
Inoltre, gli organi di governo del tennis sono accusati di “sfruttare finanziariamente i giocatori”. Prima di intraprendere le azioni legali, la PTPA ha incontrato oltre 250 tennisti di tutti i circuiti, tra cui molti dei primi 20 giocatori maschili e femminili. “Il feedback estremamente positivo è stata una conferma clamorosa: è necessario un cambiamento ora e i giocatori sono uniti nella loro lotta per la riforma“, ha concluso il comunicato.

Doubles Final
Rajeev Ram (USA)/Joe SALISBURY (GBR) defeated Mate Pavic (CRO)/Nikola Mektic (CRO) 7/6(4) 6/4
Photo © Ray Giubilo
La risposta dell’ATP
L’ATP ha prontamente risposto, facendo sentire la sua voce attraverso un comunicato ufficiale: “Negli ultimi anni sono stati apportati cambiamenti trasformativi per i giocatori. L’introduzione di una formula di premi in denaro e i nuovi bonus hanno contribuito a un significativo aumento della compensazione per i giocatori (aumento di 70 milioni di dollari negli ultimi cinque anni). L’introduzione di audit annuali indipendenti ha fornito ai giocatori piena trasparenza sui bilanci dei tornei. Il programma Baseline dell’ATP ha introdotto un reddito minimo garantito per i primi 250 giocatori di singolare, offrendo una sicurezza finanziaria senza precedenti nel tennis professionistico. I contributi al fondo pensione dei giocatori sono aumentati, mentre il montepremi agli eventi dell’ATP Challenger Tour è più che raddoppiato, rafforzando l’impegno dell’ATP a potenziare il percorso dei giocatori“.
L’ATP sottolinea come questi progressi siano stati ottenuti grazie alla propria struttura di governance, dove ogni decisione chiave è assunta con il contributo dei giocatori e dai loro rappresentanti eletti. Poi in chiusura: “Mentre l’ATP è rimasta concentrata sull’attuazione di riforme a beneficio dei giocatori a più livelli, la PTPA ha costantemente scelto la divisione e la distrazione attraverso la disinformazione invece che il progresso. Rifiutiamo fermamente la premessa delle affermazioni della PTPA, riteniamo che il caso sia completamente privo di merito e difenderemo con forza la nostra posizione. L’ATP rimane impegnata a lavorare nel migliore interesse del gioco, verso una crescita continua, stabilità finanziaria e il miglior futuro possibile per i nostri giocatori, tornei e tifosi“.
La risposta della WTA
A ruota è arrivata anche la replica della WTA tramite una nota ufficiale: “L’azione della PTPA è sia deplorevole che fuorviante, e difenderemo con forza la nostra posizione nel corso del procedimento. La WTA è un’organizzazione senza scopo di lucro, che esiste per promuovere il tennis femminile a favore dei giocatori, dei tornei e dei tifosi. Le giocatrici hanno una voce essenziale e influente nella governance. Ogni decisione presa a livello di Consiglio della WTA include il contributo delle giocatrici tramite i loro rappresentanti eletti nel Consiglio, e le atlete ricevono sostanziali ricompense finanziarie e altri benefici dalla partecipazione“.
“È questo modello di governance che ha permesso alla WTA di ottenere progressi significativi a favore delle nostre giocatrici. Negli ultimi anni i montepremi sono saliti di 400 milioni di dollari, abbiamo definito un percorso verso la parità salariale, assicurato nuovi investimenti per alimentare la crescita a lungo termine dello sport e lanciato i primi benefici completi di maternità per atlete indipendenti e lavoratrici autonome nella storia dello sport femminile“. Per poi concludere: “La WTA è pienamente impegnata a continuare a sviluppare ed evolvere la struttura e le operazioni del tennis professionistico femminile, ascoltando sempre con attenzione le opinioni delle nostre giocatrici. Contestare questa causa legale infondata distoglierà tempo, attenzione e risorse dalla nostra missione principale, a danno delle nostre giocatrici e dello sport nel suo complesso“.