Nel primo Masters-1000 della stagione in programma ad Indian Wells, Jannik Sinner ha l’opportunità di scavalcare Carlos Alcaraz al secondo posto nel ranking ATP e di scrivere un’altra pagina di storia del tennis italiano. Oggi la Gazzetta dello Sport però si sofferma anche sul passato da calciatore del fenomeno dello sport italiano, che da bambino, con la maglia dell’AFC Sexten, riusciva ad incantare persino con gli scarpini e il pallone. Quando Jannik aveva ancora la 10 sulle spalle ad allenarlo era Helmut Villgrater, che alla Gazzetta racconta: “Tutte le volte che toccava il pallone, gli altri restavano a bocca aperta. Nessuno riusciva a spiegarsi come un bambino potesse avere quelle qualità. Visione di gioco, dribbling, assist perfetti per i compagni”. E anche i gol non mancavano: “Almeno 25 a stagione, sul tabellino di ogni partita c’era sempre il suo cognome. In allenamento mirava l’incrocio dei pali e provava a calciare. È sempre stato un perfezionista”, racconta. Tra gli sci e il calcio, la scelta è poi caduta sul tennis. Un bene per Jannik e lo sport italiano, anche se le alternative, stando ai racconti, non mancavano.