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In un momento storico in cui la Next Gen azzurra si sta contraddistinguendo a livello mondiale, non poteva passare di certo inosservato il percorso di Giulio Perego all’Orange Bowl, uno dei tornei under 18 con maggior risonanza mediatica. Intervistato in esclusiva da Sportface, il giovane azzurro, classe 2003, si è raccontato a 360°. Un percorso in continuo aggiornamento per Giulio, la cui vita è completamente cambiata negli ultimi mesi.
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“Trasferirmi negli States è stata la scelta migliore che potessi fare”
L’ex allievo di Laura Golarsa, difatti, qualche mese fa ha deciso di compiere un grande passo nella sua giovanissima carriera. Ha lasciato la sua famiglia e, grazie ad una borsa di studio, si è trasferito proprio negli Stati Uniti, precisamente all’Academy Sanchez Casal di Naples. Da settembre del prossimo anno inizierà il percorso universitario e frequenterà la Texas A&M University, in cui inizierà il percorso del College e sarà parte integrante del team di tennis che partecipa al campionato NCAA. Una scelta importante resa più semplice dall’esperienza di suo fratello Pietro, che già in precedenza si era trasferito negli States, e da un colloquio profondo con Emilio Sanchez, il suo attuale coach: “Non avrei mai pensato di poter vivere un’esperienza simile ma è stata la scelta più giusta che potessi fare, in quanto il college mi permetterà di avere un “Piano A”, cioè seguire il mio sogno di diventare un giocatore professionista ma anche un “Piano B”, ossia eventualmente non riuscissi a perseguire il mio sogno, continuare gli studi. Rispetto alla realtà italiana, in cui sarei stato costretto a scegliere, è quindi questa la principale differenza: qui infatti puoi contemporaneamente ottenere un ottimo rendimento scolastico e buonissimi risultati anche in campo.” A proposito di questo ci sono delle oggettive dimostrazioni: Giulio, già prima dell’Orange Bowl, aveva infatti raggiunto traguardi importanti nei tornei giovanili: successo in un Grado 4 ad Atlanta ed una finale la settimana successiva ad Orlando (sui campi del National Tennis Center USTA). Ciò gli ha permesso di scalare circa 200 posizioni nel ranking under 18 e di raggiungere la classifica di 307 del ranking (attualmente numero 315).
Un tennis aggressivo e completo: queste le armi di Perego
Un balzo importante quello del giovane talento azzurro, reso possibile sia dal consolidamento delle sue affinità principali – il dritto, che Giulio definisce il suo colpo migliore con il quale apre spesso il campo e con cui costruisce il punto, e l’aggressività del suo tennis “pesante” – sia dal netto miglioramento dal lato del rovescio e, soprattutto, sul servizio. In particolare su questo fondamentale il classe 2003 ha dichiarato: “Il servizio è troppo importante nel tennis moderno, sono davvero soddisfatto di averlo migliorato notevolmente negli ultimi tempi. Grazie a questi progressi penso di non avere dei punti deboli ben visibili. Sicuramente potrei migliorare nel gioco di volo ma nel complesso ritengo di essere un giocatore piuttosto completo.” L’aspetto in cui il Next Gen azzurro ritiene di poter crescere sensibilmente non riguarda il suo tennis ma la costanza nel metterlo in pratica, senza avere dei grossi cali di concentrazione.
L’irrefrenabile passione per il Milan
Oltre al tennis, l’altra passione sportiva di Giulio Perego, come facilmente intuibile dalla biografia del suo profilo Instagram, è il Milan: “Tifo Milan da quando sono piccolo. Questa passione per i rossoneri mi è stata trasmessa dai miei nonni materni. Ricordo che andavo a casa loro e mio nonno mi regalava delle spille, poi aveva tantissime sciarpe. Successivamente, quando sono diventato un tifoso sfegatato, il Milan non ha fatto benissimo ma comunque ho continuato a seguirlo con grande trasporto. Anche ora quando posso lo seguo, soprattutto se gioca la domenica. Sono molto soddisfatto per quello che la squadra sta facendo da inizio campionato. Scudetto? Credo sia possibile ma bisogna rimanere coi piedi per terra”.
Gli obiettivi, i desideri di Giulio nell’immediato e in futuro
Il concetto del “tenere i piedi per terra” in un certo senso è stato fortemente percepibile anche quando ha parlato dei suoi obiettivi nell’immediato. “Dal punto di vista tennistico cercherò di migliorare il più possibile il ranking ITF – ha raccontato – così da poter giocare gli Slam Junior. Non penso di riuscire ad andare in Australia ma voglio giocare il Roland Garros. Dal punto di vista scolastico sicuramente non vedo l’ora di prendere il diploma e poter iniziare il percorso universitario, dove sarò seguito da coach di altissimo livello e farò parte di una squadra. Questo è l’aspetto che mi entusiasma di più”. Nessun volo pindarico, quindi, anche se non è mancato un riferimento a quelli che sono i suoi desideri futuri: “Vestire la maglia azzurra sarebbe speciale, un qualcosa di ineguagliabile e un mio sogno. Penso che, se mai dovessi essere convocato, l’esperienza che farò qui al college, il poter giocare con una squadra, possa essere di fondamentale importanza. Non so, se fossi costretto a scegliere, tuttavia se preferirei la Davis o se sceglierei di registrare diverse presenze nei Masters 1000 o negli Slam. La mia indecisione deriva dal fatto che il tennis alla fine è uno sport prettamente individuale. Diciamo che sarebbe perfetto se entrambi i desideri si realizzassero”.
Parlando di futuro, non è infine mancato un accenno ai tre Next Gen azzurri per eccellenza, ossia Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Luca Nardi: “Seguo assiduamente i risultati di tutti e tre, in particolare Luca perché è un mio grande amico e ci conosciamo da quando eravamo piccoli; abbiamo condiviso tanti tornei insieme. I super risultati di Jannik e Lorenzo non mi sorprendono perché, oltre ad avere un immenso talento, hanno dedicato tutta la propria infanzia a questo sport e, soprattutto, sono molto convinti delle proprie capacità, entrambi hanno fiducia in loro stessi. Hanno una mentalità da vincenti.”
Sicuramente il percorso di Giulio richiederà più tempo rispetto ai Next Gen azzurri appena citati, in quanto il suo è un progetto completamente differente. La speranza però è che negli States possa venir fuori un altro “raggio di luce”, sarebbe l’ennesimo di un futuro che si prospetta radioso per il tennis italiano.
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