“Il caso di Maria Sharapova è un fulmine a ciel sereno anche se, associando lo scenario presente in Russi al suo problema, paradossalmente l’ipotesi era dietro l’angolo. Perché ho scoperto che questo discorso riguarda altri atleti in diverse discipline”. Questo il pensiero del presidente del Coni, Giovanni Malagò, sul caso doping della tennista russa Maria Sharapova. “Questa storia fa riflettere, come è possibile che questo tipo di farmaco proibito lo prendessero atleti che fanno sport così diversi? Certo per l’atleta è un brutto colpo di immagine – ha aggiunto Malagò parlando a margine della presentazione del Ciclopellegrinaggio avvenuta in Sala Giunta del Coni – La Sharapova è venerata oltre la sua grandezza relativa ai risultati sportivi, che sono stati immensi. Mi dispiace, perché quando succedono queste cose, di fatto è lo sport con i suoi simboli ed emblemi a perdere”.
Tra l’altro questa mattina il ministro dello sport russo, Vitali Mutko, ha lasciato intendere che dopo il caso-Sharapova ci saranno altre positività di atleti russi al farmaco Meldonium: “Io mi occupo solo di cose italiane – ha precisato Malagò – ma certo questo fatto non aiuta il processo di riabilitazione della Russia che, fino a ieri, riguardava esclusivamente l’atletica leggera. E invece c’è un fenomeno diffuso. Aspettiamo gli eventi. Deduco che probabilmente il ministro dello sport russo sa delle cose che noi non sappiamo”.
Per Malagò, in ogni caso, la vicenda Sharapova dimostra “che il sistema dell’antidoping funziona. Oggi siamo ai primi di marzo, lei è stata presa in flagrante a gennaio con una grandissima tempestività. In questi casi bisogna fare i complimenti a chi ha trovato le prove, mentre fa riflettere che a volte, a distanza di anni se non decenni, escano fuori casi che addirittura devono rivalutare i risultati sportivi”. In conclusione, il presidente del Coni ha commentato una delle poche vittorie ottenute dalla Sharapova negli ultimi mesi, la vittoria contro Flavia Pennetta nel girone eliminatorio delle Wta Finals, tra l’altro l’ultimo match della brindisina in carriera. “Flavia l’ho sentita ieri pochi minuti prima che esplodesse il caso. La incontrerò a fine settimana a Roma perché viene qui come madrina della maratona Roma-Ostia, ora la chiamo e sento cosa mi racconta”.