Tathiana Garbin non deve lasciare il “Progetto Over 18”. C’è una intera generazione da salvare.
Questo è il momento di non commettere errori. Corrado Barazzutti ha lasciato lo scettro da capitano di Fed Cup, dopo più di 14 anni, a Tathiana Garbin. Un incarico giusto, meritato, sacrosanto. La Garbin, ex numero 22 Wta e oggi coach di alto livello, ha dimostrato nelle ultime cinque stagioni di vivere in maniera professionale e appassionata i propri incarichi, federali e non.
La situazione del tennis femminile italiano non è rosea: Flavia Pennetta ha smesso da più di un anno, la carriera di Francesca Schiavone è ai titoli di coda, Roberta Vinci giocherà probabilmente nel 2017 la sua ultima stagione e Camila Giorgi (per cui sarà necessario un capitolo a parte) ha interrotto ogni tipo di rapporto con la Federazione Italiana Tennis. A difendere i colori azzurri, nelle annate a venire, saranno dunque Sara Errani e Karin Knapp, che non stanno però attraversando, per varie ragioni, momenti particolarmente positivi. Dietro di loro, a livello di ranking, un vuoto di oltre 200 posizione (la prima che compare in classifica è la classe ’97 Jessica Pieri, numero 266 del mondo).
Ciò non vuol dire, però, che non vi siano ragazze di spessore e potenzialità che ben si stanno comportando negli ultimi mesi. Martina Trevisan, Camilla Rosatello e Alice Matteucci sono state seguite, sino a pochi giorni fa, direttamente da Tathiana Garbin nel “Progetto Over 18” della FIT, mentre altre giocatrici (Jessica Pieri, Jasmine Paolini, Martina Caregaro, Cristiano Ferrando per fare alcuni nomi) si allenano con coach privati ma sotto l’occhio sempre attento del neo capitano di Fed Cup. E non è questo il momento di toglier loro un forte e carismatico punto di riferimento come Tathiana Garbin.
I critici ritengono possa esserci un evidente conflitto di interessi, che potrebbero portare la Garbin a convocare le sue “allieve” in nazionale. Ma questo ragionamento, assolutamente rispettabile, avrebbe senso se l’Italia avesse nella Top-100 6-7 ragazze di prospettiva. Attualmente nessuna di loro si avvicina al numero 200 Wta, impossibilitate a disputare anche le qualificazioni dei tornei dello Slam, primo grande step da superare per una reale carriera da professionista. E allora quali potrebbero essere le controindicazioni? Corrado Barazzutti, per il quale possono sprecarsi peana o aspre critiche, è indiscutibilmente da sempre un lavoratore indefesso. In qualsiasi torneo si rechi, che sia uno Slam o un challenger (come recentemente al Due Ponti di Roma), segue tutti i match dei ragazzi italiani dalla mattina alla sera, spostandosi da un campo all’altro per cercare di supportare tutti. Negli Slam gira come una trottola, comparendo improvvisamente accanto a ogni giocatore italiano. E la Garbin potrà e dovrà fare lo stesso, seguendo le “sue” ragazze e tutte le aspiranti professioniste. Tathiana ha certamente la voglia e la capacità di svolgere al meglio questo doppio ruolo, impegnativo, stimolante e fondamentale.
Trevisan, Rosatello, Paolini, Pieri. Tutte ragazze più o meno giovani e dal buon potenziale che, finalmente, stanno trovando risultati interessanti. Nulla di trascendentale: qualche finale in $100.000 o $50.000, alcuni scalpi importanti e una fiducia in crescita costante. Si era pensato di aver perso tutte queste ragazze, chi per un motivo chi per l’altro, ma finalmente sembra esserci luce in fondo al tunnel. E una può fare da traino all’altro, come sta accadendo a livello Itf, anche nel circuito maggiore. Non si tratta si sogni, ma di reali possibilità. Si tratta di non lasciare da sole queste ragazze ma, anzi, di aiutarle ancora di più in questo momento fondamentale. Antonella Serra Zanetti e Maria Elena Camerin potrebbe rappresentare un ulteriore supporto, anche considerando che il Progetto Over 18 maschile, oltre a Umberto Rianna e Giorgio Galimberti, vedrà lavorare per la federazione anche Filippo Volandri. Tre da una parte, tre dall’altra, per non disperdere più alcun talento, per non lasciare indietro nessuno.
C’è una generazione di ragazze da salvare e non è il momento di commettere errori.