Tennis

Garbin: “Giorgi sta giocando un tennis perfetto. Le mancavano maturità e tenuta fisica”

Camila Giorgi - Foto Marta Magni/MEF Tennis Events

Camila Giorgi sembra un’altra tennista in seguito al torneo olimpico di Tokyo: l’azzurra, a Montreal (Canada), ha infatti raggiunto la prima finale in carriera in un WTA 1000; un torneo in cui la numero uno azzurra non ha mai superato il secondo turno nelle ultime tre partecipazioni. Se dovesse conquistare il titolo, tornerebbe tra le prime 35 giocatrici del mondo per la prima volta da maggio 2019. Del suo momento ha parlato il capitano azzurro di Billie Jean King Cup, Tathiana Garbin, che ha guidato la spedizione olimpica azzurra. Di seguito le sue dichiarazioni complete.

SUL CAMBIAMENTO DOPO TOKYO 2020 – “Camila ci teneva a far bene a Tokyo. Al di là del suo torneo, che comunque per me è stato comunque molto buono, ai Giochi hai la possibilità di confrontarti con atleti che fanno il tuo stesso lavoro ma in ambiti diversi. E questo ti apre tante possibilità”.
SU UNA CAMILA PIU’ DISTESA – “E’ molto centrata e molto quadrata. Le Olimpiadi le hanno dato anche maggiore chiarezza per quanto riguarda la sua voglia, il suo piacere di giocare a tennis, e si è visto”. 
SUL GIOCARE TORNEI SENZA FERMARSI – “Sicuramente è un fattore molto importante, perché se stai bene fisicamente puoi allenarti meglio. Per quanto riguarda Camila, mi sembra focalizzata sulle zone del campo dove colpire. E’ molto attenta alla costruzione del punto. E’ più inquadrata, forse. E questo esalta le sue caratteristiche, che chiaramente sono molto offensive. Avere un’idea chiara di dove portare il gioco la aiuta a esprimere le sue qualità, che sono enormi”.
SU COSA LE ERA MANCATO – “Un po’ di maturità, e di continuità nella tenuta fisica. Lei sicuramente ha detto una cosa giusta, quando ha spiegato di aver avuto una carriera costellata di infortuni. A volte gioca con dei dolori ma va avanti senza nemmeno dirlo ai giornalisti. Cosa sta facendo meglio da Tokyo? Sta rispondendo benissimo. E sta servendo molto meglio, è più sicura”. 

SUL SERVIZIO MIGLIORATO – “La prima è ottima, poi sta giocando la seconda con un lift, un kick molto insidioso. E’ più sicura, e commette anche meno doppi falli”. 

SULLE CRITICHE SUBITE – “Se lei ci dà peso? No, no. Va avanti per la sua strada e fa benissimo. Sono d’accordissimo con lei. Deve andare avanti, fare la sua vita e le sue scelte e penso che nessuno debba metterle in dubbio”.

SUL CAMBIO DI RACCHETTA – “La nuova racchetta aiuta molto il suo gioco. E’ l’ideale per quello che è il suo tennis. La valorizza tantissimo, i suoi colpi sono molto più penetranti. Camila ha qualità fisiche incredibili, che non ho visto in nessun’altra giocatrice. Poi quando la palla le esce dalla racchetta ha una potenza superiore anche a quella di molti maschi. Me ne sono accorta in prima persona, giocando con lei in allenamento. La nuova racchetta contribuisce a esaltare la sua potenza di palla. E quando Camila si sente sicura, quando è in palla, gioca davvero bene”.
SUL MOMENTO – “Se si tratta del momento della svolta? In queste ultime settimane, ha giocato un tennis praticamente perfetto. Il suo potenziale è altissimo, non lo scopriamo adesso, ha già dimostrato che può giocarsela alla pari con tutte. Per me, può arrivare fra le prime dieci del mondo”.
SUL FUTURO DEL TENNIS FEMMINILE – “Purtroppo abbiamo avuto un periodo in cui abbiamo faticato. Le ragazze hanno avuto delle difficoltà. Non c’era più qualcuno che portava e trasportava i risultati che facevano Farina o Rita Grande prima di me, e poi Erravi, Pennetta, Schiavone e Vinci. Adesso abbiamo Trevisan e Paolini che sono molto vicine, le altre sono appena dietro e stanno cercando di arrivare in alto ma non è così semplice. Però ci sono delle giovani generazioni che stanno lavorando bene al Centro di Preparazione Olimpica di Formia con me e con il direttore del Settore Tecnico Femminile della Federazione Italiana Tennis, Vittorio Magnelli, una figura di grande esperienza, uno stacanovista che lavora 24 ore su 24. Serve tempo, ma possiamo essere ottimisti”.

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