Un anno e mezzo durissimo, dalla Top 100 vicinissima ai problemi fisici, sino a uscire addirittura fuori dai migliori 200 giocatori del mondo. Francesco Passaro ne ha passate tante nell’ultimo periodo, ma il tennis spesso premia costanza e forza di volontà. Non fa eccezione il caso del perugino, capace di conquistare il tabellone principale degli Internazionali BNL d’Italia dopo le vittorie con Aleksandar Kovacevic (7-5 7-5) e Duje Ajdukovic (7-6 6-7 7-6).
Una vittoria incredibile e rocambolesca che vale il main draw. Che sensazioni provi?
“Sono veramente contento della prestazione e per come ho lottato. Sul 5-0 del terzo set il mio avversario ha cominciato a giocare meglio e io mi sono irrigidito, anche perché ultimamente ho perso diverse partite da situazioni di vantaggio. Ho temuto anche oggi, ma sono contento di come ho reagito e di aver conquistato il main draw”.
Possiamo considerarla una rivincita personale?
“Mi merito l’accesso al tabellone principale. Non è stato un anno e mezzo facile ma io mi alleno tutti i giorni per provare queste emozioni. Qualificarmi a Roma è bellissimo, per me è il torneo più bello del circuito. Ero contento di giocare il tabellone cadetto perché ne avevo bisogno per la fiducia e la consapevolezza”.
Cosa è successo al Passaro di inizio 2023?
“Essere vicino alla Top 100 e poi ritrovarsi al 240 ATP non è facile, specie perché molti coetanei sono riusciti a fare il passo. Nell’ultimo anno e mezzo, specie dopo qualche sconfitta, ho cominciato a mettermi in discussione e dubitare del mio tennis. Il mio team e la mia famiglia sono stati la chiave, perché mi hanno spronato quando era necessario e mi hanno fatto guardare le cose dal lato positivo, per questo li ringrazio. Ora mi sento molto migliorato rispetto all’anno scorso, tennisticamente sono più aggressivo con il servizio e la risposta. Devo continuare così, senza temere nessuno e credendo in me”.
Cosa non è andato?
“Semplicemente non ero pronto per fare il salto. Avevo scalato tante posizioni e non mi aspettavo di trovarmi così ‘presto’ vicino ai migliori 100 del mondo. Poi i giocatori hanno cominciato a studiarmi e hanno trovato il modo di battermi. Certamente ho patito la molta pressione perché sentivo l’obiettivo vicino, e ho sbagliato a focalizzarmi su quello pensando a punti e classifica. Ne ho fatto tesoro, ho imparato dagli alti e bassi avuti. Ora sono molto più maturo e terrò con me questa esperienza per il futuro”.
Questo inverno hai avuto modo di allenarti con Jannik Sinner: com’è andata?
È stata un’esperienza unica, dovevamo essere in tre ma Luca Nardi ha avuto un problema fisico; perciò, siamo rimasti spesso io e lui. È stato grandioso allenarci per quasi due settimane, mi ha dato tanta energia e fiducia. Jannik è un ragazzo splendido, molto semplice, con me si è sempre posto nella maniera giusta, senza far sentire la superiorità che ha. I risultati che sta ottenendo sono frutto del lavoro che fa quotidianamente con tutto il gruppo. Cosa posso rubare da lui? La capacità di affrontare ogni giornata, il lavoro quotidiano per cercare di migliorarsi. Ha una testa da lavoratore vero e questa cosa la prenderei volentieri”.
Il main draw al Foro Italico è la seconda grande soddisfazione dell’anno dopo lo scudetto della ‘tua’ Inter?
“Ottenere la seconda stella è stato bellissimo, mi spiace non aver partecipato alla festa scudetto. Tutti abbiamo degli hobby e delle passioni oltre il tennis, l’Inter è sicuramente una di queste. Siamo davvero un gruppo coeso e vincente, è un piacere indossare i colori nerazzurri nella vita privata”.