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È vero, lo abbiamo detto tante volte, ma la speranza è che il primo Masters 1000 di Fabio possa rappresentare non il coronamento di una splendida carriera, ma il primo di una serie di successi prestigiosi e consoni al talento dell’azzurro, un punto di partenza insomma e non di arrivo, nonostante l’età non più verde.
Alla fine del 2018, la stagione migliore del ligure numeri alla mano (3 tornei ed una finale persa con 3 match points a favore), eravamo tutti lì, appassionati e non, ad attendere che il ragazzo di Arma di Taggia aggiungesse al suo già invidiabile Palmares qualcosa di ancor più prestigioso ed importante. Ci ha fatto penare, non poco, con quelle 5 sconfitte al primo turno a seguito dell’Australian Open, ma alla fine ‘Fogna’ si è regalato ed ha regalato al tennis italiano la più grande gioia della sua carriera, a Montecarlo, a due passi da casa, con più di tre quarti del pubblico a suo favore. E pensare che lunedì scorso era sotto 4-6 1-4 contro Andrej Rublev e, secondo copione di questo pessimo avvio di 2019, le sue gambe erano pesanti, il suo viso sconsolato e la sua racchetta spesso a terra. Invece all’improvviso ecco la svolta: Fabio mantiene il servizio, alza la testa e da quel momento in poi non la abbasserà più. Nemmeno Nadal, l’indiscusso re della terra, gli fa più paura, due set a zero anche al maiorchino ed una prestazione infarcita di vincenti da togliersi il cappello.
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E così, alla fine, nella domenica di Pasqua risorge anche Fognini: perentorio il 2 a 0 a Dusan Lajovic, giocatore ostico che tuttavia oggi nulla ha potuto contro il ligure, capace di concludere una settimana magica con il sigillo della vittoria e del best ranking (12mo posto).
Il tennis mostrato dall’azzurro nel torneo appena concluso è stato splendido, brillante e spettacolare, sorretto da un’adeguata condizione fisica, ma – il punto è proprio questo – per chi lo conosce bene non si tratta di un exploit isolato ed irripetibile, in altre parole questo tennis è nelle sue corde. Il trionfo di Fabio è stato cioè esaltante, ma non sorprendente ed é per questo che con altri 2 Masters 1000 alle porte non è utopia sperare che il ligure migliori ancora di più la sua posizione in classifica e, perchè no, strizzi l’occhio alla possibilità di farsi un bel viaggio a Londra con Roger, Rafa e compagni.
L’occasione si presenterá prima a Barcellona, ammesso che Fabio abbia abbastanza birra in corpo da presentarsi di nuovo in campo, e successivamente fra un paio di settimane in quel di Madrid, torneo col quale ‘Fogna’ non ha proprio un ottimo feeling: non è mai andato oltre il secondo turno e nel 2018 fu Leonardo Mayer ad estrometterlo all’esordio. Dunque c’è da smaltire velocemente la fatica accumulata nella settimana monegasca per tornare protagonisti in Spagna, dove la classifica può soltanto sorridere all’italiano. A Roma e a Parigi i risultati del 2018 non furono niente male: quarti nel 1000 capitolino, dove fece patire ancora una volta Rafa Nadal, e ottavi al Roland Garros, sconfitto in 5 lunghi set da Marin Cilic. Sarà difficile far molto meglio, ma non impossibile. Insomma, nonostante Fabio spesso sia sembrato sul punto di spiccare il volo e poi abbia invece deluso le aspettative, si può ancora sperare che, corroborato dal successo più importante in carriera, possa vincere altri titoli prestigiosi e stupire ancora in futuro, nonostante le 31 primavere. Fognini oggi è principe di Montecarlo, ma ha ancora tempo per diventare re.
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