Fabio Fognini ha raggiunto Andreas Seppi agli ottavi di finale degli Australian Open 2018. Una vittoria, quella contro Julien Benneteau che fa respirare tutto il movimento e toglie qualche critica di troppo ad una generazione che ci ha regalato tanto con mezzi tutt’altro che stratosferici. Ma non finisce qui. Il talento taggiasco proverà nella giornata di lunedì a sconfiggere anche Tomas Berdych per quello che sarebbe il suo secondo quarto di finale in carriera in un major. Un’occasione rara, importante ma quanto mai difficile per scrivere un’altra pagina storica del tennis azzurro.
IL CAMMINO – L’avventura a Melbourne per il ligure inizia tra mille interrogativi: Fabio infatti non è mai riuscito ad esprimere il suo gioco migliore nelle prime settimane dell’anno ed ha quasi sempre disputato una stagione in crescendo. Tutto ciò è stato confermato da lui stesso dopo la vittoria con Donskoy: “Mai avevo giocato così bene ad inizio anno, questa volta invece sono anche reduce dalla semifinale a Sydney e fisicamente sono a posto”. Le prestazioni convincenti di Fognini cominciano nel primo turno dove supera un ostico argentino come Horacio Zeballos, giocatore che ti fa soffrire dal primo all’ultimo punto come insegna da sempre il grande lavoro della scuola sudamericana. Secondo turno con Evgeny Donskoy come detto. Qui l’azzurro concede il primo set ma domina i tre successivi, dando l’impressione di essere in totale controllo, dall’inizio alla fine. Ai sedicesimi di finale lo aspetta il classe ’81 Julien Benneteau che a sorpresa si è sbarazzato di David Goffin. La finale raggiunta dal francese a Parigi-Bercy l’anno scorso non fu un caso: a tennis ci sa giocare davvero e infatti è quello che mette più in difficoltà il numero uno d’Italia, costringendolo al quinto set. E mentre questa pratica va in archivio, Berdych mette a referto una prestazione impeccabile che gli permette di eliminare un acciaccato Juan Martin del Potro e accedere così agli ottavi di finale.
I PRECEDENTI – I due si conoscono bene e quello di lunedì sarà di fatto il quinto precedente. La situazione è di due vittorie a testa. La prima nel lontano 2009 è stata siglata da Fognini su una superficie a lui più congeniale come la terra rossa di Monte Carlo. Quattro anni dopo nello stesso campo ci fu la rivincita ma il risultato restò invariato. L’unico match giocato tra i due sul veloce risale agli Us Open 2011 dove il ceco vinse il primo parziale per 7-5 e dominò i successivi concedendo un doppio bagel al ligure.
CHIAVI TATTICHE – Non sarà un incontro facile e nella testa di Fabio deve esserci quello spirito combattivo che spesso mette in campo ma che qualche volta lascia a casa. La risposta non dovrebbe rappresentare un problema per uno che in ricezione ha sempre avuto buone percentuali. I momenti a vuoto sui propri turni di servizio invece potrebbero essere fatali contro uno come Berdych che in questi grandi palcoscenici non è di certo l’ultimo arrivato. C’è bisogno di allungare gli scambi e far sì che non sia un partita basata sull’uno-due, schema che potrebbe favorire il potente ceco. Da capire come scenderà sul terreno di gioco l’allievo di Martin Stepanek: noi speriamo la versione opaca vista a Doha con Struff ma ci sono buone probabilità che non sia così vista l’esperienza ad affrontare questo tipo di match. Il ligure dal canto suo deve restare concentrato sul proprio tennis, evitando disattenzioni e litigi che spesso lo portano fuori strada. Tecnicamente il nativo di Arma di Taggia non ha nulla da invidiare al suo avversario ma non basta. Il cuore, la testa e il sacrificio devono essere presenti dal riscaldamento fino alla stretta di mano.