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In attesa dell’inizio della prossima stagione, che per Fabio Fognini dovrebbe iniziare con l’Atp 250 di Sydney e gli Australian Open, il tennista taggiasco ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui parla della stagione appena trascorsa, delle aspettative future e anche del figlio Federico, nato il 19 maggio scorso.
Fognini inizia parlando della sua stagione 2017: “Sicuramente positiva, ho vinto un torneo (a Gstaad, ndr) e ho giocato bene anche sulle superfici veloci, soprattutto all’inizio dell’anno”, proseguendo sul fatto che nessuno si accontenti mai per le proprie prestazioni: “Il problema è che in Italia si è tifosi, pro o contro, e non appassionati di sport. Se un giorno dovessi arrivare al numero uno del mondo, gli italiani non sarebbero comunque contenti e mi chiederebbero di essere il numero zero”.
Ritorna anche sul brutto episodio avvenuto all’Us Open, ribadendo il proprio pentimento: “Ho sbagliato, non sono un buon esempio, mi sono scusato e ho pagato. Non credo ci sia altro da aggiungere” , per poi parlare dei tanti infortuni capitati per via anche del folto calendario: “Sicuramente il calendario è piuttosto compresso, credo che una sospensione dell’attività per un paio di settimane a metà stagione farebbe bene a tutti, come magari giocare tutta la Coppa Davis in una settimana. Però mi dà piuttosto fastidio che chi si lamenta di più per le troppe partite poi finisca l’anno in giro per il mondo a giocare esibizioni”.
Dice la sua sulle regole delle Next Gen Finals: “Mah, il killer point sul 40-40 c’è già in doppio, pur con qualche sfumatura diversa, e forse sarebbe la più semplice tra quelle che riguardano il punteggio. Per quanto mi riguarda, possono mettere anche subito l’orologio dei 25” tra un punto e l’altro, ma forse Nadal non sarebbe d’accordo (sorride, ndr): l’importante è che si usi sempre il buon senso, specialmente nelle partite lunghe”.
In conclusione parla delle sue aspettative per il 2018: “Al 2018 chiedo innanzitutto salute, spero che il fastidio al ginocchio passi in fretta; voglio rientrare tra i primi 20 del mondo. E rimanerci”