Il primo Slam stagionale è andato in archivio con un bilancio che fa ancora festeggiare i tifosi italiani: agli Australian Open 2025, infatti, è andato in scena un nuovo spettacolo targato Jannik Sinner. Il campione azzurro ha conquistato il suo secondo titolo consecutivo a Melbourne, diventando il primo italiano a vincere tre Slam. Ma non solo Jannik, perché il torneo australiano ha visto diversi italiani protagonisti: da Lorenzo Sonego, capace di spingersi fino ai quarti di finale e sfiorare il derby azzurro in semifinale, a Francesco Passaro, entrato per la prima volta nel main draw di uno Slam. Con questi risultati, gli italiani in top-100 sono diventati undici, per quello che è un nuovo record.
Al di là degli italiani, chiaramente, diversi spunti sono emersi anche dal resto del torneo, sia per quanto riguarda il tabellone maschile e sia per quello femminile. E non solo per questioni di campo, visto che nelle due settimane sul cemento australiano ci sono stati diversi momenti di tensione tra i giocatori in campo e i tifosi sugli spalti.
Australian Open, tifosi scatenati: dai fischi a Djokovic e Collins al grido contro Zverev
Effettivamente, l’Happy Slam è stato costellato di alcuni episodi in cui gli spettatori non si sono risparmiati nell’esprimere il proprio dissenso per quanto vedevano in campo. Uno dei più eclatanti è stato quello che ha coinvolto Danielle Collins nel corso del match del secondo turno come la tennista di casa Destanee Aiava. La statunitense, come spesso accade, è stata bersaglio del tifo del pubblico, che chiaramente sosteneva l’atleta locale. Ma la 31enne non ha certo subito in silenzio, e anzi ha reagito con un’esultanza a dir poco polemica al termine della partita, rincarando la dose nelle dichiarazioni a caldo “ringraziando” gli oppositori per aver contribuito con i loro soldi al ricco premio appena vinto.
I fischi non hanno risparmiato nemmeno Novak Djokovic, campione spesso controverso ma stavolta “vittima” suo malgrado. Dopo un primo set a dir poco intenso contro Alexander Zverev in semifinale, durato ben un’ora e mezza, Djokovic ha deciso di ritirarsi a causa di un infortunio alla coscia sinistra. A quel punto, gli spettatori hanno riversato una marea di fischi e “buu” al suo indirizzo. Una reazione molto forte, che ha lasciato sgomento lo stesso tedesco, che ha provato a calmare gli animi. Lo stesso Zverev, però, ha dovuto fare i conti con il dissenso. In particolare, al termine della finale persa contro Sinner, una tifosa ha urlato “L’Australia crede a Olya e Brenda”. Il riferimento è alle due donne che hanno accusato il tennista di violenza domestica.
Le parole di Craig Tiley
Craig Tiley, numero uno degli Australian Open, ha affrontato l’argomento tifosi al talk “Today” di Nine: “La maggior parte degli spettatori si è comportata molto bene, credo che siano i migliori del mondo. Qualche mese fa sono stato alla Davis Cup in Spagna, e là la situazione era completamente diversa – ha spiegato –. Abbiamo dovuto allontanare pochissimi tifosi, il numero più basso di sempre. C’è sempre una minoranza davvero piccola di indisciplinati, ma siamo stati molto chiari e netti nell’allontanarla. Ma, appunto, il numero è stato molto basso, quindi siamo soddisfatti”.
Parlando dei fischi a Djokovic, Tiley ha provato a fornire una sua spiegazione: “I tifosi erano molto delusi e contrariati perché non hanno potuto vedere quello che molto probabilmente sarebbe diventato uno dei più bei match visti a Melbourne. Il primo set è stato davvero incredibile. Credo che i fischi siano stati per questo. Ho parlato con Novak e gli altri giocatori, non si sentivano come se i fischi fossero rivolti direttamente a loro, era più la delusione del momento. In queste situazioni, gli spettatori vogliono divertirsi e vedere del gran tennis. Certo, non è ideale avere i fischi”.