Argentina, Cile e Germania si contendono il passaggio del turno nel girone C alle Finali di Coppa Davis 2019. In quel di Madrid tanto equilibrio sulla carta, vista anche l’assenza di Alexander Zverev. Schwartzman-Pella e Garin-Jarry i punti fermi delle due compagini sudamericane. Di seguito analisi, convocati e precedenti.
GRUPPO C – Argentina, Cile e Germania
ARGENTINA – Terza nel ranking mondiale per nazioni ma costretta l’anno scorso ai play-off per rimanere nel World Group, l’Argentina di Gaston Gaudio sarà a Madrid grazie a una delle due wild-card previste dal regolamento. Pur avendo a disposizione due tennisti meglio classificati – Londero è 51, Delbonis 79 – la scarsa adattabilità di questi ultimi al duro hanno convinto il capitano ad affidarsi a Leonardo Mayer nel ruolo di terzo singolarista dietro i consolidati Diego Schwartzman e Guido Pella, entrambi Top-20. Inevitabile poi la scelta di Horacio Zeballos in doppio, anche se Schwartzman/Pella in questa stagione hanno raggiunto la semifinale al Roland Garros e Diego, in coppia con Thiem, la finale sia a Buenos Aires che a Madrid. Zeballos, dal canto suo, è n°4 del ranking di doppio e vanta sette finali in stagione tra cui quella persa di recente agli US Open con Granollers e le due vinte nei 1000 di Montreal (sempre con lo spagnolo) e Indian Wells (con il croato Mektic). Nel complesso i sudamericani sono ben amalgamati e non dovrebbero avere difficoltà ad aggiudicarsi il gruppo, anche in considerazione del valore delle avversarie. Sia Schwartzman che Pella hanno più volte dimostrato di essere competitivi su ogni superficie e non è da escludere che l’Argentina possa spingersi anche oltre i quarti.
Pur avendo sfornato nella storia del gioco un numero notevole di grandi tennisti, l’Argentina ha dovuto attendere il 2016 per agguantare finalmente quell’insalatiera che, in 64 anni di partecipazioni per un totale di 155 incontri (90-65 il record), l’aveva vista perdere ben quattro finali. Rientrano negli annali della Davis le sfide a cavallo tra gli Anni Settanta e gli Ottanta con gli Stati Uniti. Nel ’79 McEnroe, Gerulaitis e i doppisti Lutz/Smith ebbero nettamente la meglio su Vilas e Clerc sul sintetico indoor di Memphis ma l’anno dopo – grazie all’alternanza casa-trasferta – i sudamericani si presero la rivincita battendo lo stesso McEnroe (con Gottfried e il compagno di doppio Fleming) in entrambi i singolari. Nel 1981 USA-Argentina fu nientemeno che la finale e, pur giocando sul tappeto del Riverfront Coliseum di Cincinnati, Vilas e, soprattutto, Clerc vendettero cara la pelle; Josè Luis sconfisse Tanner nel secondo singolare e si arrese solo al quinto sia in doppio (11-9 contro i migliori del mondo, ovvero Fleming-McEnroe) che nel singolare di apertura della terza giornata contro lo stesso McEnroe. Due anni dopo, a Buenos Aires, i due team si affrontarono al primo turno del WG e nuovamente i padroni di casa fecero valere il fattore campo e superficie prevalendo 3-2 con Vilas che schiantò McEnroe 6-4/6-0/6-1 nel singolare decisivo. Infine, la saga si chiuse l’anno dopo nei quarti quando McEnroe e Connors spazzarono via Clerc e Jaite con un 5-0 favorito anche dal sintetico indoor della Omni Arena di Atlanta.
In ogni caso, l’Argentina ha avuto altre tre occasioni per iscriversi nell’albo dei vincitori: nel 2006 perse la finale a Mosca contro la Russia nonostante i due successi in singolare di Nalbandian; due anni più tardi giocò tutti gli incontri in casa ma per la finale contro la Spagna scelse di cambiare la superficie (da terra a duro) con lo scopo di limitare le potenzialità iberiche. Quello che doveva essere un trionfo annunciato si trasformò ben presto in un incubo: Nalbandian travolse Ferrer nel singolare d’apertura ma quello rimase l’unico punto sudamericano perché Feliciano Lopez ebbe la meglio su Del Potro e poi la Spagna si aggiudicò il doppio. Il forfait di Del Potro costrinse il capitano Mancini a schierare Acasuso nel terzo singolare e Jose, pur in vantaggio 2-1, cedette alla distanza a Verdasco, schierato da Emilio Sanchez al posto di Ferrer.
Nel 2011 l’Argentina tornò in finale di nuovo con la Spagna ma a Siviglia l’unico punto che riuscì ad aggiudicarsi fu quello del doppio, con Nadal che garantì ai locali due punti e Ferrer che concluse l’opera battendo Del Potro. Infine nel 2016, pur penalizzata da quattro trasferte su altrettanti incontri, i biancazzurri hanno coronato il lungo inseguimento nel modo più suggestivo: sotto 1-2 alla Zagreb Arena, dapprima Del Potro ha recuperato due set di svantaggio a Cilic vincendo 6-3 al quinto e poi un Karlovic paralizzato dall’emozione si è bloccato contro Delbonis che in tre rapidi set ha chiuso il cerchio.
Questo il record individuale – singolare e doppio – degli argentini nella competizione: Mayer 14-6 (11-3, 3-3), Pella 5-5 (4-4, 1-1), Schwartzman 4-4 (4-3, 0-1), Zeballos 7-5 (2-1, 5-4).
CILE – Seconda nazionale sudamericana del gruppo, il Cile di Nicolas Massu cercherà una non facile qualificazione ai quarti contando soprattutto sui punti di Cristian Garin e Nicolas Jarry. Gli altri convocati dal capitano cileno sono Marcelo Tomas Barrios Vera, Alejandro Tabilo e Hans Podlipnik-Castillo, ovvero due singolaristi oltre la 200esima posizione in classifica e un doppista perlopiù impegnato nel circuito minore. Sulla carta il Cile sembrerebbe avere poche speranze di qualificazione alla fase a eliminazione diretta anche perché l’ottima stagione di Garin (tre finali ATP di cui due vinte) si è sviluppata soprattutto sulla terra, così come quella di Jarry.
Appena 21esima nel ranking, la compagine cilena ha dovuto superare l’Austria orfana di Thiem nello spareggio di febbraio per volare a Madrid. In quell’occasione, sulla terra rossa indoor della Salzburg Arena, i padroni di casa erano in vantaggio 2-1 dopo il doppio ma la sofferta vittoria (6-4/3-6/7-6) di Jarry su Novak nel quinto incontro Garin ha lasciato appena tre giochi a Rodionov ottenendo la qualificazione. Nella sua storia, il Cile ha raggiunto una volta la finale (1976) perdendola a Santiago contro l’Italia per 4-1. Per il resto, sono 72 le edizioni disputate dai sudamericani che vantano un bilancio di 84 vittorie e 71 sconfitte.
Questo il record individuale dei cileni in Coppa Davis: Barrios Vera 1-1 (1-0, 0-1), Garin 11-12 (10-11, 1-1), Jarry 14-8 (9-5, 5-3), Podlipnik-Castillo 11-5 (3-2, 8-3), Tabilo 0-0.
GERMANIA – Privi di Alexander Zverev, che ha preferito declinare la convocazione, i tedeschi di Michael Kohlmann si presentano a Madrid con tre singolaristi di buona levatura (Jan-Lennard Struff, Philipp Kohlschreiber e Dominik Koepfer) e il doppio campione del Roland Garros composto da Kevin Krawietz e Andreas Mies. La stagione di Struff (n°36 ATP) è stata piuttosto altalenante ma nel complesso più che positiva, considerando che era partito oltre venti posizioni più in basso; depositario di un tennis potente e dotato di un fisico notevole, Jan-Lennard in stagione ha ottenuto ben 5 successi contro Top-10 e forse si è messo alle spalle il momento peggiore, ovvero quello successivo agli US Open. È stato invece un 2019 complicato quello di Kohlschreiber, costretto addirittura a frequentare i challenger e i tabelloni di qualificazione per ritrovare una posizione di classifica che adesso lo vede al n°79. Per finire con i singolari, Koepfer ha concentrato agli US Open buona parte delle sue vittorie stagionali nel circuito maggiore (ha raggiunto gli ottavi partendo dalle qualificazioni e battendo Munar, Opelka e Basilashvili) ma nei challenger si è ben disimpegnato (vittoria a Ilkley, finale ad Aptos).
Esplosi al Roland Garros, dove hanno alzato il trofeo tra lo stupore generale, in realtà i tedeschi avevano già vinto cinque tornei in stagione (quattro challenger e New York) e, dopo un naturale momento di assestamento, hanno confermato che Parigi non è stato un caso arrivando in semifinale agli US Open e, di recente, vincendo ad Anversa e centrando la qualificazione alle Finals di Londra.
Numero 11 del ranking mondiale per nazioni, la Germania ha staccato il pass per Madrid regolando l’Ungheria priva di Fucsovics (5-0) nello spareggio di febbraio. Nell’occasione furono Zverev e Kohlschreiber a conquistare i quattro punti in singolare mentre il doppio lo giocarono Puetz e Struff. Nella sua storia la Germania ha preso parte a 84 edizioni della Davis giocando 225 incontri (145-80) e alzando l’insalatiera in tre occasioni: 1988, 1989 e 1993. Prima dei tre trionfi, i tedeschi giocarono e persero due finali: nel 1970 a Cleveland subirono un rotondo 5-0 dagli Stati Uniti mentre nel 1985 vennero sconfitti a Monaco dalla Svezia di Edberg e Wilander per 3-2 e a nulla valse che Becker vincesse i suoi due singolari. Appena tre anni dopo (e per due edizioni consecutive) la Germania si vendicò battendo la nazionale scandinava sia a domicilio (4-1 a Goteborg nel 1988) che in casa propria (3-2 a Stoccarda nel 1989). Anche se il grande protagonista della doppietta fu il solito Becker, l’eroe di Goteborg fu Carl-Uwe Steeb, che riuscì a battere il n°1 del mondo Wilander nel singolare d’apertura, mentre in entrambe le dispute Eric Jelen diede il suo importante contributo in doppio. Assente Becker, nel 1993 invece il mattatore fu Michael Stich; sulla terra rossa indoor di Dusseldorf gli australiani Stoltenberg e Fromberg non riuscirono ad invertire il pronostico sfavorevole anche se il punto più importante arrivò dal doppio con Woodbridge/Woodforde sconfitti in quattro set da Kuhnen/Stich.
Questi i record dei tennisti tedeschi in Coppa Davis: Koepfer 0-0, Kohlschreiber 22-15 (18-12, 4-3), Krawietz 0-0, Mies 0-0, Struff 8-3 (4-3, 4-0).
HEAD-TO-HEAD NAZIONI
Argentina-Cile 9-8
Sono ben 17 i precedenti tra le due nazionali sudamericane e gli albiceleste conducono di misura. Anche se l’ultimo precedente risale appena alla scorsa stagione (un 3-2 in rimonta degli argentini nella semifinale del G1 America), quello più (tristemente) famoso venne disputato a Santiago nel 2000. Si giocò in quella che adesso è nota come Movistar Arena e che al tempo era famosa con il nomignolo di “elefante bianco”, nato sulle rovine di una struttura iniziata nel 1956 e mai del tutto completata. La settimana prima il Cile era stato sonoramente battuto dall’Argentina per 4-1 in un match valido per la qualificazione ai mondiali di calcio e il pubblico, presente in 12.000 unità all’interno di una arena i cui lavori non erano ancora terminati, si augurava che quella fosse l’occasione della rivincita, sia pur in uno sport diverso. Sotto l’effetto della birra – uno degli sponsor dell’evento, che venne distribuita all’ingresso – una fazione dei tifosi locali perse il controllo e contribuì a creare un ambiente particolarmente ostile durante il secondo singolare, nel quale l’argentino Mariano Zabaleta stava conducendo due set a uno e un break nei confronti di Nicolas Massu. In quel momento la nazionale di casa conduceva 1-0 grazie alla vittoria di Rios su Gumy ma la situazione indusse Zabaleta e il team argentino ad abbandonare il campo, con conseguente reazione di parte del pubblico che iniziò a gettare in campo qualsiasi oggetto – comprese le sedie, che non erano ancora state opportunamente avvitate – provocando diversi feriti, tra cui il padre dello stesso Zabaleta. L’ITF confermò la vittoria cilena ma squalificò il campo cileno per tre anni (poi ridotti a due) e impedì al Cile di proseguire il suo cammino nella manifestazione, dando così il via libera al Marocco che sarebbe stato l’avversario per i play-off di ammissione al WG.
Garin-Schwartzman 1-1, Pella-Garin 2-0, Garin-L.Mayer 1-0, Jarry-Zeballos 1-0, L.Mayer-Jarry 2-1, Jarry-Pella 1-0, Schwartzman-Jarry 4-0.
Argentina-Germania 7-2
La Germania non batte l’Argentina in Davis Cup dal 1991, quando a Berlino l’incontro valido per i quarti di finale del WG si concluse con un netto 5-0 per la formazione capitanata da Niki Pilic. Da allora, tre confronti diretti e altrettante vittorie sudamericane di cui le ultime due consecutive entrambe consumate al primo turno del WG 2012 e 2013. Vittoriosa sia a Bamberg (4-1) che al Parque Roca di Buenos Aires (5-0) l’Argentina ha così portato a sette i successi – contro due sconfitte – nel computo globale, iniziato con la vittoria tedesca di Berlino nel 1936.
Schwartzman-Struff 1-0, Kohlschreiber-Schwartzman 1-0, Schwartzman-Koepfer 1-0, Pella-Koepfer 1-0, Kohlschreiber-Pella 1-0, L.Mayer-Kohlschreiber 3-0, L.Mayer-Struff 2-2, Zeballos-Koepfer 1-0, Kohlschreiber-Zeballos 4-1.
Germania-Cile 0-0
Non ci sono precedenti in Davis Cup tra Germania e Cile e l’unico precedente nel circuito tra cileni e tedeschi è quello tra Jarry e Struff, con Nicolas vittorioso nel 2018 a Winston Salem.