Dietro ai successi dei tennisti ci sono spesso le ottime e oculate programmazioni dei preparatori atletici e dei coach. Non fa eccezione Matteo Arnaldi, che nel 2023 ha stupito tutti con un bottino che contiene tre trofei dell’ATP Challenger Tour (Tenerife 2, Murcia e Heilbronn), arricchito da ottime prestazioni nel circuito maggiore nonché dalla storica Coppa Davis vinta con la nazionale italiana. Alle spalle del ligure classe 2001, attuale n.41 ATP, oltre ad Alessandro Petrone e Diego Silva (coach e preparatore atletico di riferimento), c’è Filippo Ferraris. “Quando ho cominciato a studiare all’Università di Perugia, diversi anni fa, non avevo la minima passione per il tennis, anzi gli preferivo spesso basket e calcio – ha raccontato il preparatore atletico torinese –. Una volta rientrato a Ivrea, città dove sono nato, sono entrato in contatto con questo sport e ho cominciato ad appassionarmi. Tra il 2019 ed il 2020 sono stato al Piatti Tennis Center di Bordighera per un paio di stage, mantenendo i contatti con i colleghi del settore; sono stati loro a propormi come possibile allenatore della parte atletica del Sanremo Tennis Team, dove attualmente mi trovo”.
Un rapporto quasi padre-figlio con Diego Silva, preparatore di molti tennisti tra cui Thomas Fabbiano e Stefano Travaglia, che ha permesso a Ferraris di crescere sotto il punto di vista personale e lavorativo: “Devo molto di quello che sono diventato a Diego. Per me è stato un assoluto punto di riferimento, e nonostante al mio arrivo fossi un po’ scettico sui suoi metodi, ci ho messo davvero poco a ricredermi. Tutt’ora, dopo diversi anni, mi interfaccio con lui chiedendogli consigli o pareri”. Qualche mese dopo l’arrivo di Ferraris a Sanremo, è la volta di Arnaldi: “Nel circolo si parlava già di Matteo, che si era allenato da noi in un paio di occasioni. Finalmente a maggio 2021 si è trasferito al Sanremo Tennis Team dove ha cominciato a lavorare soprattutto con Petrone e Silva. La prima trasferta fatta insieme fu al $25.000 di Casinalbo, dove perse in finale contro Franco Agamenone, alla quale seguirono il $25.000 di Eupen (Belgio), il primo turno agli Internazionali BNL d’Italia contro Marin Cilic ed il Challenger di Forlì. Ricordo di aver sofferto molto al suo angolo, soprattutto in Belgio dove rimontò una partita incredibile nella semifinale contro Arthur Fery. Matteo stava già dando prova delle sue doti da lottatore e della sua ‘tigna’, un atteggiamento diverso da quello degli altri”.
La coesione del team sempre più forte ed il miglioramento sul campo di Arnaldi portano i risultati sotto gli occhi di tutti. Nelle trasferte di Tenerife, Murcia e Heilbronn, Filippo Ferraris è sempre al fianco di Matteo: “Nel corso del 2023 avevamo sviluppato una sorta di routine. I miei genitori mi venivano a trovare a Sanremo e puntualmente ‘Arnalds’ mi chiamava per andare a fare un torneo insieme. Dopo la vittoria di Heilbronn è mia madre che ha chiesto a lui di ripetere il rito (ride, n.d.r.). Fino ad oggi ha funzionato, ma gran parte del merito di tutto quello che sta accadendo va a Matteo, Alessandro e Diego. Io mi sento sempre più all’interno del suo processo di crescita ogni giorno che passa, ma loro conoscono molto bene Matteo e ne curano ogni aspetto con grande attenzione”.
Un’emozione dietro l’altra nella passata stagione, con tante piccole soddisfazioni per Ferraris e per la sua famiglia: “Nel 2023 ho viaggiato diverse settimane, toccando anche i Masters 1000 di Toronto e Cincinnati. Per la mia famiglia è stata una grande gioia vedermi in televisione, mentre io ho provato a godermi ogni istante di questo percorso che vedrà una sua evoluzione nel 2024. L’aspetto migliore di Matteo? Che sia una persona solare ormai lo hanno visto davvero tutti. Io sono del 1997, quindi tra di noi c’è una distanza di quattro anni e questo ci facilita nel rapporto quotidiano. Credo che il suo grande punto di forza sia la metodicità: non l’ho mai visto saltare una seduta di scarico o di allungamento, nemmeno quando vinceva il torneo. A Toronto vinse una partita con Vasek Pospisil (6-4 6-4), terminando molto tardi la sera. A mezzanotte inoltrata me lo sono ritrovato in camera d’albergo per fare stretching, siamo andati a dormire solo una volta finito. Non fa differenza vincere o perdere, al massimo può cambiare un po’ l’umore. Si tratta di un aspetto importantissimo, ed è grazie a questi dettagli che ha potuto fare la differenza anche in Coppa Davis, dove è stato uno dei protagonisti per la vittoria finale”.
L’ultimo mese di Ferraris lo ha visto dividersi tra la preparazione in Australia con Arnaldi e il lavoro specifico con un altro fiore all’occhiello del Sanremo Tennis Team, la tre volte vincitrice del Lemon Bowl Victoria Lanteri Monaco: “Nelle due settimane spese in Australia abbiamo diviso il lavoro tra una parte di forza, che facevamo la mattina, e una più dinamica che portavamo avanti il pomeriggio. Non riesco ad esprimermi troppo sul futuro di Matteo, ma credo che questa potrà essere una grande stagione per lui. Anche Victoria è un’animale da campo, a volte bisogna quasi strapparla via dagli allenamenti soprattutto per darle il tempo di portare avanti altre attività, come lo studio. Con lei stiamo facendo un lavoro sia cognitivo che strutturale, cercando di farla crescere nella maniera più simmetrica possibile per poi essere più specifici man mano che crescerà.