Tennis

Federtennis, decalogo per gli atleti: guanto alla mano non dominante

Angelo Binaghi - Presidente FIT - Foto Ray Giubilo

Nella mattinata di martedì 21 aprile si è tenuta una video-conferenza organizzata dall’ISF Roberto Lombardi, a cui hanno partecipato diversi insegnati di tennis e dirigenti di club. Ad intervenire sono stati il Presidente FIT Angelo Binaghi, che ha ribadito la volontà di organizzare gli Internazionali BNL d’Italia in autunno, ed il direttore dell’Istituto di Formazione che ha organizzato l’evento, Michelangelo Dell’Edera. Durante la video-conferenza è stato comunicato un decalogo per tutti i praticanti, con 9 consigli utili ad evitare nuovi contagi da coronavirus.

Il decalogo per i praticanti:

  1. In prossimità dei campi devi arrivare sempre con mascherina, guanti e gel igienizzante nel porta-racchette
  2. Mantieni sempre la distanza di sicurezza di almeno un metro prima, durante e dopo aver giocato a tennis, soprattutto nel doppio
  3. Quando giochi, ricordati di indossare il guanto con la mano non dominate con cui lanci la palla nel servizio o raccogli le palline
  4. Se non riesci a giocare con il guanto, poiché giochi il rovescio a due mani, utilizza il gel disinfettante ad ogni cambio campo
  5. La stretta di mano, o il “batti cinque” puoi sostituirla con un tocco della punta della racchetta con quella del tuo compagno di gioco
  6. Se hai giocato un match, l’arbitro puoi salutarlo indicandolo con la testa della racchetta
  7. Prima e dopo il match lavati accuratamente le mani e appena puoi utilizza il gel igienizzante
  8. Cambia campo dal lato opposto rispetto al tuo avversario; se non è possibile ricordati la distanza di sicurezza
  9. Togli l’over-grip al termine di ogni incontro e rimettine uno nuovo prima del successivo

Il numero uno della FIT, nel suo intervento, ha parlato del difficile momento che stiamo affrontando: “La situazione che stiamo vivendo è molto difficile ma per tanti aspetti è simile a quella che abbiamo dovuto affrontare tanti anni fa quando a tennis non voleva più giocare nessuno […]. Allora i nemici del tennis italiano erano chiari, visibili, erano al nostro interno, mentre ora arrivano dal contesto esterno. Credo però che quell’esperienza ci sia servita perché in quegli anni il nostro movimento ha sviluppato degli anticorpi molto forti che ci hanno portato ad avere dei gradi risultati sportivi, a diventare uno sport di massa, il secondo più praticato dopo il calcio, e una struttura sana che in tanti ci invidiano“. “Sin da allora abbiamo dimostrato di avere i valori, la spinta, i progetti e la passione che adesso ci servono per cercare di tornare appena possibile più forti di prima. E quindi ora vediamo che cosa possiamo cominciare a fare per superare questa crisi nel migliore dei modi” ha concluso Binaghi.

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